martedì 30 dicembre 2008

In Gran Bretagna via libera alle corsie preferenziali

Motoblog riporta la notizia che "dal prossimo 5 Gennaio le corsie preferenziali londinesi saranno aperte a tutti gli utenti delle due ruote. Una svolta epocale che riuscirà a snellire il traffico della capitale inglese.
Infatti, migliaia di motociclisti potranno liberamente circolare insieme agli autobus, taxi e biciclette, evitando gran parte degli ingorghi cittadini.
Una mossa intelligente che pone in risalto e semplifica la viabilità su due, vera risposta al caos delle grandi metropoli ed all’inquinamento. La linea interessata a questa nuova iniziativa sarà la rossa, gestita direttamente dall’autorità per il trasporto di Londra, che puo’ contare su ben 290 km di strade nella città.
Il nuovo progetto avrà una validità sperimentale di 18 mesi, dopodichè verranno effettuati i controlli necessari a stabilire la validità di questa iniziativa.
Noi dovremmo prendere spunto, visto che nel nostro paese ancora non si vedono le agevolazioni dovute a chi viaggia su due ruote".

Personalemente sono sempre stato convinto che ridurre le file ed i tempi morti dovuti al traffico degli autoveicoli dovrebbe essere una priorità dei pubblici amministratori e dei governi europei.
Permettere l’uso delle corsie preferenziali ai veicoli a due ruote (pur prevedendo regole ad hoc per impedire di rallentare il traffico dei veicoli del trasporto pubblico o di emergenza) sarebbe una misura intelligente, così come permettere legalmente di rimontare le file o l’uso delle corsie di emergenza in caso di file rallentate o ferme.
Non solo: nelle grandi città, dividere un po’ i mezzi a due ruote da quelli a quattro, potrebbe anche essere positivo ai fini della sicurezza.
Il problema è che in Italia la FMI pensa solo alle corse ed ai motoraduni, il CM è piccolo e poco organizzato e… noi motociclisti ci impegnamo pochissimo per i nostri diritti/doveri...

sabato 27 dicembre 2008

Il magico silenzio del bosco innevato

La statale del Passo della Calla è quella che si può definire la mia "strada del cuore".
Mi piace immergermi nelle buie faggete delle Foreste Casentinesi, mi piacciono quelle curve che sembrano disegnate da un motociclista per la gioia degli altri motociclisti. Mi piace, d'estate, quando il solleone arroventa la pianura, e neppure il mare garantisce una brezza rigeneratrice, fuggire da Ravenna e rifugiarmi tra quegli abeti e quei faggi centenari, tra quelle cime non altissime ma già con una loro dignità di montagna.
Amo parcheggiare la moto all'Alpen Bar di Campigna, fare due chiacchiere con Cristian e con gli altri motociclisti, ciclisti, raccoglitori di funghi o camminatori che si godono, in pieno agosto, quel fresco che ti porta a dover indossare un giubotto o una felpa...
Poi c'è l'inverno.
Quasi tutti gli altri passi di crinale rimangono spesso percorribili alle due ruote, ma il Passo della Calla è quasi sempre innevato.
La ricercata frescura estiva dienta l'habitat ideale per gli sciatori che salgono a Monte Falco.
Eppure continuo ad amare Campigna.
Ci salgo in auto, poi indosso gli scarponi in GoreTex e via, dentro i boschi.
C'è un facile e bellissimo percorso che parte proprio dal Ristorante Scoiattolo di Campigna: sono 5 chilometri esatti (che fino ad dieci-quindici anni fa venivano battuti e preparati come pista di fondo) che portano a Cullacce.
Cinque chilometri in mezzo ad un bosco innevato, con la compagnia di decine di cascatelle che portano a valle un po' di acqua gelida, di ghiaccioli appesi alle rocce, con la neve farinosa che si schiaccia sotto le suole Vibram, cinque chilometri da vivere come oasi di pace lontano dalla frenesia degli acquisti natalizi, dei cenoni e delle feste dov'è obbligatorio diverirsi, far casino o andare dall'altra parte del mondo.
Questo è un altro mondo, un mondo fatto di silenzi, di pochi animali infreddolti, di un bianco manto che ti riconcilia con la natura, con quell'aria fredda che ti entra nei polmoni e che ti fa sentire vivo.
Un altro mondo, un mondo fatato a un'ora e mezza di macchina da casa.
Un mondo da conoscere, amare, rispettare e salvare!

venerdì 19 dicembre 2008

Monsignor Amato: c'è una terribile persecuzione anti-cristiana in Spagna e Italia

Monsignor Angelo Amato, l'attuale prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, già ex segretario della Dottrina della Fede, ed amico personale di Papa Ratzinger, ha affermato in un'intervista che in Spagna sta avanzando l'indottrinamento laico, la "statolatria", cioè l'ingerenza dello Stato nella vita personale di ognuno.
Ha espresso questo giudizio partendo dalle cosidette "leggi etiche" del governo Zapatero (in foto), tra cui l'introduzione nelle scuole dell'Educazione alla cittadinanza, l'educazione civica resa obbligatoria per tutti gli studenti.
Ma non si è limitato a parlare di Spagna, evocando anche una persecuzione anti-cristiana in Italia, che si manifesterebbe attraverso "norme di legge, sentenze della Magistratura, comportamenti irridenti il Vaticano, il Vangelo, il Santo Padre, la Chiesa, la dottrina cattolica".
Irridenti. Sì, ha proprio detto irridenti.
In effetti, sentendo parlare di persecuzione anti-cristiana in Italia mi verrebbe da ridere.
Forse sono solo nella mia mente i miliardi dell'otto per mille (anche quelli dei cittadini italiani che non scelgono la destinazione appunto, dell'otto per mille), gli insegnanti di religione scelti dal Vaticano e pagati dallo Stato, l'obiezione di coscienza dei medici sull'aborto senza alcuna conseguenza sulle carriere (anzi, spesso vantaggiosa per i medici), le continue ingerenze nella vita politica e gli stop a discussioni in tema di testamento biologico, pacs. Ogni intervento del papa che viene riportato dai telegiornali senza alcuna forma di contraddittorio, i simboli della chiesa cattolica negli edifici pubblici... questa sarebbe la persecuzione anti-cristiana...
Certo, forse Monsignor Angelo Amato vorrebbe anche una legge che gli consenta di bruciare me e tanti altri che non la pensano come lui e che non sbaciucchiano la sua mano inanellata e quella del suo infallibile padrone Ratzinger.
Ma queste affermazioni assurde, odiose, espressione di un'arroganza rozza e sprezzante, più che irridere alla chiesa me la fanno odiare.

mercoledì 17 dicembre 2008

Gli avvoltoi del bigottismo all'assalto della Legge

"Viviamo in uno Stato di Diritto", avevo scritto il 14 novembre scorso dopo la sentenza della Corte di Cassazione che aveva affermato il diritto del padre di Eluana Englaro, dopo diciotto anni di calvario, a vedere rispettate le volontà della figlia.
Ieri invece gli avvoltoi del bigottismo, i piccoli politici che cercano la benemerenza del vaticano, hanno un nuovo entusiasta condottiero, il prode Ministro del Welfare Sacconi.
"Interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale" è l'atto di indirizzo che il ministero del Welfare ha inviato a tutte le Regioni.
E il suo effetto immediato vuole essere un blocco delle procedure che, dopo anni di battaglie legali, hanno portato la famiglia di Eluana Englaro ad ottenere lo stop dell'alimentazione e dell'idratazione che tengono il corpo di Eluana in stato vegetativo da 16 anni.
In un Paese civile l'atto del ministero non dovrebbe valere nulla, perché la legge non la fa Sacconi nè qualsiasi atto di indirizzo ministeriale, ma è l'ennesima riprova di come, in Italia, certe tristi e piccole figure di politicanti non riescano a capire quanto male facciano alla cultura del Diritto nel calpestare, per piccoli interessi elettorali, le regole sancite dalla Costituzione della separazione tra i Poteri dello Stato e inficiare nei fatti il rispetto della Legge (oltre che di tutti quelli che non sono pronti a prostrarsi davanti ad un prete cattolico.
Concordo con il parere del bioeticista Demetrio Neri, membro del Comitato nazionale di bioetica, per il quale l'atto d'indirizzo, secondo Neri, non solo va contro una sentenza del Tribunale della Repubblica, ma è anche "una grave crudeltà verso la famiglia, il padre e la madre di Eluana". Il fatto che un atto sia legale o illegale dipende, mi sembra dato che non sono un giurista, dall'esistenza di una legge e il ministro Sacconi non può sostituirsi al Parlamento nel fare le leggi".
Caro Sacconi, cari bigotti sempre pronti ad obbligare gli altri ad uniformarsi al volere del vaticano: Vergogna!

lunedì 15 dicembre 2008

Le primarie non bastano...

Il PD sembra sempre di più un partito diviso tra l'apparato e la voglia di novità incarnata dal popolo delle primarie.
Logico: una volta ogni tre o quattro anni il voto d'opinione non fatica ad andare a votare sotto ad un gazebo o nell'atrio di un supermercato. E allora viene premiata l'innovazione, la freschezza, gli esponenti più vicini alla cosiddetta società civile.
Però poi, negli anni successivi e prima delle prossime primarie, la costruzione delle linee politiche, le scelte, le allanze, si fanno nelle sezioni, nei circoli, nelle circoscrizioni, nell'organizzazione delle manifestazioni, nella riscossione del tesseramento.
E allora è ovvio che l'apparato pesi anche nei confronti di chi, alle primarie, ha stravinto. Lo si vede nel PD ad ogni livello, dal continuo duello D'alema-Veltroni, alla rinascita delle correnti, ai piccoli e sporchi affari di qualche centro di potere (d'altronde il PD è un partito democratico, lì non c'è il monarca che ogni giorno battezza una soluzone, una promozione, una scelta, una direzione politica... magari contraria rispetto a quanto pontificato il giorno prima).
E' la politica ragazzi, troppo facile pretendere di far funzionare e vincere il centrosinistra italiano ricordandosi della politica solo prima delle elezioni...

venerdì 5 dicembre 2008

Difendere la storia e la nostra intelligenza

"In occasione della celebrazione del 4 dicembre, giorno della liberazione di Ravenna - scrive in una nota l'ANPI ravennate - i gruppi politici di Alleanza Nazionale, di Forza Italia, di Fiamma Tricolore, con bandiere e simboli e con la presenza di consiglieri comunali, hanno inscenato una ignobile e vergognosa gazzarra che ha colpito e molto preoccupato la cittadinanza presente in piazza del Popolo e nell’aula consigliare del Comune. L’attacco è stato rivolto ad Arrigo Boldrini, il partigiano Bulow, di cui si è scoperto un busto in Comune di fronte a quello di Benigno Zaccagnini, il partigiano Tommaso Moro.
L’ANPI ha condannato il gesto facinoroso, non degenerato solo per il senso civico e civile di tutti gli antifascisti presenti. Si preoccupa per questo clima di rissa e di disprezzo per le istituzioni..."
Cosa volete: da ravennate, da democratico, non posso che associarmi senza riserva alcuna a quanto scritto dall'Associazione Nazionale Partigiani. Evidentemente la consapevolezza della grande forza populista di Berlusconi e del suo PDL sta ridando coraggio ai vecchi e nuovi fascisti.
Credo che sia un ulteriore motivo di preoccupazione ma anche di consapevolezza: quello di Berlusconi non è fascismo, ma tra i Berlusconiani di fascisti ce ne sono parecchi!
E noi dobbiamo isolarli, con civiltà e fermezza, perchè la democrazia, la storia, la libertà, la cultura meritano di essere difese ogni giorno, ogni momento, in ogni luogo.
E allora cosa c'è di meglio che citare Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica e, ai tempi della Guerra di Liberazione, esponente di quel Partito d'Azione che fu un esempio mirabile e moderno di democraticità (mica un comunista... nota ad uso e consumo degli ignoranti, ovvero di coloro che ignorano la storia):
"La figura di Arrigo Boldrini è indissolubilmente legata a una stagione della nostra storia, durissima ed esaltante insieme. La stagione che vide rinascere l'Italia democratica e gli italiani ritrovare, come singoli e come Nazione, la dignità mortificata da un regime liberticida e da una feroce occupazione straniera" - dice Ciampi - "Quello fu anche il tempo in cui pur nella diversità di ispirazione e di orientamento politico fummo in grado di trovare quello spirito unitario indispensabile per risollevarci dal baratro in cui eravamo precipitati.
Furono uomini come Boldrini e come Zaccagnini - generosi, intelligenti, lungimiranti, fedeli alla matrice ideale che ne ispirava diversamente l'agire, ma mai permettendo che questa fosse d'inciampo al perseguimento del bene perla Patria comune - gli artefici di quello che sono solito choiamare il nostro secondo Risorgimento.
Oggi che l'Italia vive una fase di smarrimento, una sorta di torpore spirtuale, mentre il mondo intero si trova a dover fare i conti con una crisi finanziaria di particolare gravità, oggi più chre mai avvertiamo la necessitò di ritrovare un po' di quello spirito disinteressato e solidale, proteso all'interesse generale, di cui Boldrini e Zaccagnini hanno dato testimonianza esemplare con la loro vita. Oggi sentiamo ancora viva la loro alta lezione.
Con questi sentimenti sarò idealmente presente per onorare la memoria dei vostri due illustri concittadini e per celebrare insieme con tutti i ravennati il ricordo della ritrovata libertà".
Queste sono Parole intelligenti e di buon senso, non quelle gridate durante una inutile e stupida gazzarra di fascisti, provocatori ed ignoranti (della storia).

mercoledì 3 dicembre 2008

Sarebbe facile rispondere "chissenefrega"...

Dopo in "no" del Vaticano alla proposta di depenalizzare l'omosessualità, oggi tocca al disabili. Come aveva annunciato non ha firmato la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, circa 650 milioni nel mondo che, entrata in vigore l'8 maggio scorso, è il primo trattato sui diritti umani del terzo millennio ed è stato approvato dall'assemblea generale dell'Onu nel 2006.
"Non c'è assolutamente nulla di nuovo", ha detto il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi. Già, non c'è niente di nuovo.
Da anni il Vaticano cerca di fermare l'Onu e le Istituzioni internazionali in tema di contraccezione, lotta all'Aids, politiche di riduzione della natalità nei Paesi dove poi si muore di fame, malnutrizione, povertà, sovrappopolazione.
Da anni, soprattutto in Italia (ovviamente) il Vaticano costituisce una lobby politica e finanziaria fortissima, che al di là del numero dei cattolici praticanti o delle volontà espresse dalle opinioni pubbliche, ottiene dalle forze politiche privilegi e leggi a favore delle indicazioni della chiesa cattolica.
Sarebbe bello poter scrollare le spalle e dire "chissenefrega" davanti alle solite esternazioni vetero-bigotte di Ratzinger & c., consci del fatto che anche molti tra coloro che vanno a messa tutte le domeniche scopa fuori dal matrimonio se ne ha voglia, usa i contraccettivi perchè previdente, abortisce se ne sente la necessità, relaziona con altri del suo sesso se quella è la sua sensibilità etc.
Sarebbe bello poter scrollare le spalle e dire "chissenefrega" nella certezza che, come sul tema del testamento biologico e del diritto a scegliere come finire la propria esistenza, debba essere l'individuo e non un prete che ti dice "la tua vita è di dio, soffri e sta zitto".
Però non possiamo.
Non possiamo perchè le esternazioni della chiesa cattolica non sono indirizzate solo a coloro che credono (e quindi è giusto affermare che la chiesa può in ogni momento esprimere ciò che vuole) ma legano anche me, tutti i non credenti o i diversamente credenti, a leggi e limitazioni dei propri diritti individuali decise ed applicate da una classe politica intimorita dalla forza politico-finanziaria del Vaticano.Oggi se in Italia il divorzio e l'aborto sono un diritto (non un obbligo, attenzione!), lo dobbiamo a due referendum.
Dobbiamo rilanciare questa voglia di libertà degli italiani.
Dobbiamo far sentire ai preti l'isolamento culturale nel quale le alte grarchie della chiesa li stanno ponendo rispetto al comune sentire degli italiani e dei cittadini moderni.Civilmente, ma fermamente, dobbiamo ricominciare a lottare per i nostri diritti.
Che non vuol dire obbligare un cattolico all'eutanasia, all'aborto, al divorzio: ma impedirgli di schiacciare i nostri, di diritti!

domenica 30 novembre 2008

Politicamente scorretto...

Oggi sui principali quotidiani ci sono alcune notiziole che meritano un breve commento politicamente scorretto...
1) il Governo ha varato una manovra che reputo sicuramente inadeguata ad affrontare con convinzione una situazione di crisi globale. Però mi fanno sorridere gli strali dell'opposizione e della proprietà di Sky contro l'aumento dell'IVA dal 10 al 20% sui canoni di abbonamento delle TV a pagamento. Ilaria D'Amico dagli schermi di Sky ha llustrato l'impatto della decisione del governo auspicando un ripensamento da parte del Parlamento "si tratta del raddoppio di una tassa per 4 milioni 600 mila famiglie italiane che hanno liberamente deciso di abbonarsi a Sky. Un provvedimento che va in controtendenza con la filosofia dei provvedimenti, che nelle intenzioni del Governo dovrebbero incentivare le aziende e sgravare le famiglie".
Beh, credo che una cosa sia l'Iva sui generi alimentari, un'altra quella su un abbonamento a televisioni che puntano tutto sul calcio o sullo sport in generale. Mi pare che l'ordine di necessità tra i due generi possa anche prevedere due aliquote IVA diverse.
2) Per l'avvocato dell'ex assessore di Napoli suicidatosi mentre era ai domiciliari per gli scontri di Pianura, Nugnes era "convinto che i magistrati lo volessero incastrare". E adesso, come ai tempi di "mani pulite" ecco tutti gli avvocati ed i politici ad attaccare la Magistratura, come che i Giudici fossero colpevoli quando qualcuno, essendo stato preso con le mani nel sacco, non resistendo alla vergogna o ad una vita diversa da quella di prima, sceglie di andarsene.
Io credo che in questo Paese fatto di impunità e furbizie, stiano con difficoltà facendo un lavoro importante, anzi: indispensabile.E se un cittadino è sicuro di essere innocente, abbia tutte le possibilità per dimostrarlo: non mi sembra di vivere nè in uno stato di Polizia nè in un regime dove la gente viene sbattuta in galera e lasciata lì senza processo e senza avere possibiltà di difendersi...
3) Renzo Bossi, figlio del leader leghista, è stato nuovamente bocciato all'esame di maturità, dopo la prova orale da privatista. Già bocciato, gli era stato concesso di ripetere l'esame grazie all'appello accolto dal Ministro Gelmini ("collega" del ministro Umberto Bossi...). Quest'anno, dopo il secondo stop (Bossi jr. era già stato respinto nel 2007), alla prova era presente oltre alla commissione anche un ispettore del ministero dell'Istruzione, ma è stato bocciato comunque.
Bossi senior, ha detto che aveva sconsigliato il figlio di presentarsi, perchè la commissione era la stessa della bocciatura di luglio. Ma il figliolo aveva avuto alcuni mesi di tempo per prepararsi, c'era l'ispettore ministeriale a proteggrlo da cattiverie e vendette dei professori terroni... non è che per il giovane Bossi sarebbe meglio andarsi a cercare un lavoro manuale e smettere di perdere tempo con lo studio?

giovedì 27 novembre 2008

Omicidio volontario ai pirati della strada

Ieri a mio parere è stata scritta una pagina importante.
Stefano Lucidi, che il 22 maggio scorso, uccise saltando un semaforo rosso (e poi fuggendo) due ragazzi che viaggiavano a bordo di uno scooter, è stato condannato a 10 anni per omicidio volontario.
Sono pochi 10 anni per due omicidi, ma è la prima volta in Italia che ad un pirata della strada viene applicata una condanna di omicidio volontario (che significa: saltare deliberatamente un rosso, una precedenza, mettersi alla guida sapendo di essere ubriachi o drogati, non è come provocare per sbaglio o distrazione un incidente, ma è invece accettare consapevolmente il rischio di uccidere).
Spero che questa sentenza sia la prima di una serie.
E che questa consapevolezza sia recepita da chi (ne vediamo troppi), si mette per strada infischiandosene degli altri, mettendo sul conto (per stupidità, ignoranza) la possibilità di far loro male, ferire, menomare, uccidere.
"E' una sentenza giusta che dedichiamo a tutti quei ragazzi che hanno perso la vita e non hanno avuto giustizia. Che questa sentenza costituisca un monito severissimo per tutti quei giovani che hanno perso il senso della loro vita e il rispetto profondo della vita altrui" ha commentato l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, difensore di parte civile e legale delle famiglie dei due ragazzi.
Non renderà certamente la vita alle vittime della strada, ma chissà che non cominci a fare deterrenza. E che resista e si rafforzi ad un eventuale giudizio di appello.

domenica 23 novembre 2008

E' (finalmente) arrivato l'inverno

Abbiamo bisogno di sentire il susseguirsi delle stagioni, e quest'anno l'autunno pareva non voler abbandonare le temperature miti che seguono da vicino l'estate.
Certo, per noi appassionati di moto, il freddo è un nemico antipatico: occorre vestirsi a più strati, porre la massima attenzione alle curve che, magari molto ombreggiate, sono sempre insidiose, umide, scivolose. Il mattino è freddo, il buio arriva presto...
Eppure mi piace sentire anche l'inverno.
Mi piace, pur dovendo accorciare i giretti giornalieri che d'estate possono durare anche dodici ore, arrivare in cima ad un passo quasi deserto. Mi piace vedere la brina lungo la strada, il ghiaccio che ha imbiancato qualche roccia o staccionata (vedi sopra, oggi, dalle parti della Colla), la galaverna che appesantisce e scolpisce i rami degli alberi...
Da oggi è arrivato l'inverno.
Anche un normale giretto al Passo della Raticosa, al Passo della Futa con rientro per la Colla di Casaglia ed il Monticino di Brisighella ha avuto più sapore, e così la fermata vicino al camino acceso da Bibo, poco prima del Passo della Futa.
Sì, l'inverno è arrivato, e qualche motociclista, come il sottoscritto, è pure contento...

lunedì 17 novembre 2008

I mali della Moto Guzzi, oggi...

Le vendite della Moto Guzzi, nei primi 10 mesi del 2008, hanno sofferto. Si parla di una riduzione di quai il 30%. E questo nonostante in questi ultimi anni la gamma sia fresca e anche in questi mesi vi siano state uscite importanti.
Visto che nei forum più trafficati i propri post affondano tra le decine di pagine... trascrivo anche qui il mio pensiero sull'argomento, e lo faccio anche volentieri, partendo dal presupposto che sono fermamente convinto che il problema principale NON sia il prodotto.
Breva, Griso, Norge, Stelvio non saranno delle moto perfette, ma non hanno granchè da invidiare alle moto che oggi vanno per la maggiore. Piacciono. Ci viaggi bene perchè sono confortevoli, il Carc è ottimo, la componentistica è quasi sempre di livello adeguato. Anche l'affidabilità complessiva non è male.
Mi pare che anche nei forum molto frequentati dai Guzzisti, siano pochissimi i casi di Guzzi dell'ultima generazione rimaste ferme. Percentualmente credo anche inferiori alle BMW che negli ultimi tre anni sono rimaste ferme per EWS e problemi alla pompa della benzina. Per non parlare dei cardani rotti tra i 20 ed i 60.000 chilometri (mi pare che ad una Guzzi non sia mai capitato).
Eppure le Guzzi non si vendono bene, anzi.
A mio parere ecco quali sono i principali motivi per cui non si compra una Moto Guzzi.
Parto da quello che è (IMHO) il problema principale, la rete di vendita: se non ho un concessionario in zona, ovviamente mi rivolgerò da qualche altra parte (quante città e provincie d'Italia non sono coperte dalla rete di vendita?). Queste mancate vendite si ripercuotono anche nel resto d'Italia, perchè se vedo che una Casa vende poco non mi fiderò a comprarne una moto. E se vedo che una casa non vende, i suoi modelli saranno anche poco apprezzati sul mercato dell'usato (soprattutto, ovviamente, lontano dalla sicurezza e dai servizi della rete di vendita).
A questo aggiungiamo il prezzo. E' vero che gli ultimi modelli di Mamma Guzzi sono ben realizzati ed equipaggiati. Il prezzo quindi non è di per sè strampalato rispetto alla concorrenza. Però è altrettanto vero che bisogna tenere conto che a causa di quanto riportato nel paragrafo precedente all'atto della rivendita, una Griso, una Norge, una Stelvio, si venderanno con un po' più di fatica o che si spunteranno valutazioni meno alte di modelli della concorrenza... ..e allora occorrerebbe avere la capacità di comprendere che oggi non si può vendere la Stelvio allo stesso prezzo del GS. Magari 200 appassionati li trovi, 2000 ovviamente no.
Lo stesso dicasi per gli altri modelli: ho provato a configurare una Breva 1200 ABS con cavalletto centrale, borse, baule e parabrezza. Sono arrivato ben oltre i 14.000 euro. Ora: ovvio che non la si possa mettere in concorrenza con una Bandit 1250 Traveller Abs (9.900 euro) ma la differenza non può essere del 50% sul valore della moto...
Se poi ci aggiungiamo alcuni errori che sono stati fatti proprio nell'anno che poteva essere cruciale per invertire questo circolo vizioso (nel 2006 la Griso, quasi da sola, stava vendendo tantissimo ed è stata bloccata dall'attesa per l'ottovalvole), l'indecisione sul lancio della Breva1200 (anno scorso), qualche ritardo dovuto allo spostamento del magazzino ricambi (due anni fa)...
... insomma, temo che ai vertici della Moto Guzzi sia veramente mancato qualcuno con un po' di manico e di buon senso (e, devo dir la verità, temo che anche in Aprilia non è che se la stiano poi passando meglio)...
Lamps
Gattostanco

venerdì 14 novembre 2008

Viviamo in uno stato di diritto

Nonostante le becere pressioni della chiesa cattolica e gli strali moralisti-falso-bigotti di molti elementi della maggioranza populista che governa l'Italia (ed anche moralmente vergognosi nei confronti di tutti i familiari che vivono casi terribili come quello di Eluana Englaro) , la Corte di Cassazione ha fatto rispettare la legge italiana.
Certo che è triste leggere commenti come "una parte della magistratura rifiuta la tutela della vita umana, privilegia forme più o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente, impone questa sua opzione al Paese violando le leggi in vigore" (Mantovano, An), "equivale a uccidere" (la ex pin-up, oggi ministro Carfagna), "si autorizza il primo omicidio di stato in nome del popolo italiano" (Volontè, Udc).

Gli uomini politici dovrebbero aver sempre rispetto delle Istituzioni, anche quando non si è d'accordo con un'interpretazione o una scelta, perchè se no si va a lederne l'autorevolezza e l'autorità.
Come ha detto il padre di Eluana, costretto a diciotto anni di calvario per vedere rispettate le volontà della figlia, grzie ad un potere dello Stato, la Magistratura, "Viviamo in uno stato di diritto".
Ora è necessaria una legge, che renda non più necessari interi lustri per un diritto, quello ad una fine della vita dignitoso, che non può essere dettato a tutti, credenti e non, da una chiesa.

mercoledì 12 novembre 2008

Poco garbo e nessun rispetto dal cardinale Barragan...

Sospendere l'idratazione e l'alimentazione in un paziente in stato vegetativo è "una mostruosità disumana e un assassinio": lo ha ribadito ieri all'ANSA il presidente del Pontificio consiglio per la Salute, il cardinale Javier Lozano Barragan, in attesa della sentenza della suprema Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro.
Francamente credo che ogni chiesa ed ogni religione abbiano il diritto di esprimere le proprie convinzioni e chiedere ai propri fedeli di attenervisi.
Ma le continue pressioni della chiesa cattolica romana sulle nostre Istituzioni, gli interventi senza garbo e senza rispetto sulla vita di Cittadini Italiani non credenti, diversamente credenti o solo diversamente pensanti, sono francamente ormai insopportabili.
Mi auguro che la Cassazione ponga fine a questa triste e troppo lunga vicenda, e che il signor Englaro possa finalmente avere una risposta di civiltà dalle nostre Istituzioni, nel rispetto delle volontà di Eluana.
E che, prima o poi, anche noi italiani riusciremo ad allentare il giogo della bigotta chiesa cattolica romana sulle nostre leggi e sui nostri diritti ancora troppo spesso negati...

martedì 11 novembre 2008

Limiti assurdi e nessuna responsabilità

Nella foto vedete un tratto della statale Classicana che collega il Porto di Ravenna con la statale Adriatica a Classe: 8 chilometri di strada dritta a 2 corsie per senso di marcia divisa da new jersey centrale. Fino ad una decina di anni fa era senza new jersey e, a causa delle manovre dei Tir c'erano stati molti incidenti. Oggi, nonostante il divisorio fisso, nessuno ha mai provveduto ad aggiornare il limite (di 50 kmh!!!).
Ovviamente nessuno lo tiene in considerazione, soprattutto quando c'è poco traffico. Un velox sarebbe letale anche per l'automobilista più sensato... ma che senso ha questo limite se non quello di disabituare gli utenti della strada a rispettare i limiti stessi?

Il limite orario dei 90 all'ora è in vigore, sulle strade extraurbane, da quando gli impianti frenanti erano a tamburo, l'Abs non esisteva, le gomme erano i cinturati Pirelli non tubeless e le lampadine ad incandescenza erano fioche quanto i lampioni negli incroci.
Con le auto e le moto odierne, andare a 70 all'ora su una strada dritta e deserta, sembra di essere fermi. E addirittura qualcuno ci piazza quello dei 50!

Gli incidenti stradali non sono causati da chi va a 90 all'ora su strade dritte e quando sono poco trafficate: ma da chi le regole, anche quelle condivisibili, le infrange non avendo rispetto dalla sicurezza degli altri.

Spesso, infatti, ancor più della velocità, sono i comportamenti a provocare incidenti: le inversioni non segnalate, le precedenze non rispettate, i sorpassi in mancanza di visibilità.
E per questi comportamenti non ci sono autovelox: occorrono uomini sul territorio. Anche perchè, aumentando solo gli importi delle sanzioni scattate da strumenti automatici, chi può permettersi di pagare non avrà mai problemi alla patente, mentre per una famiglia normale essere "beccati" a 80 chilometri all'ora, significa veramente non arrivare alla quarta settimana di quel mese!

Mettendo regole incomprensibili, stupide e spesso inapplicabili, si va nella direzione opposta a quella corretta: si deresponsabilizzano gli utenti della strada e/o si creano solo dei polli da spennare dall'autovelox che però sempre di meno avranno rispetto per le regole e le leggi.

Non è ora di dire basta a quei dirigenti di enti pubblici come Anas, provincie o comuni che non utilizzano il cervello nel fissare i limiti di velocità?

Le Guzzi sono Motociclette, non oggetti...

Nei giorni scorsi il Responsabile Mercato Italia del Gruppo Piaggio, Paolo Gagliardo, è intervenuto su MotoTV in merito alle novità presenti allo Stand Moto Guzzi all'Eicma: "...noi siamo particolarmente affezionati, particolarmente intrigati dalla sfida di Moto Guzzi. Lo Stand Moto Guzzi è uno stand ricchissimo di oggetti francamente... emotivamente bellissimi...". Non solo: presentando la V7 CafèClassic la definisce più femminile per via del colore verde (Tenni era una checca?)... poi lasciamo perdere il resto (su You Tube trovate il video).

Ora mi chiedo: un responsabile del Mercato Italia del Gruppo Piaggio che si riferisce alle Moto Guzzi senza mai chiamarle moto o motociclette (ma oggetti o veicoli) da dove l'hanno tirato fuori?

Credete veramente che questi grandi manager del marketing riescano ad intercettare le pulsioni, le emozioni e le esigenze degli appassionati che devono aprire il portafogli e tirar fuori parecchie migliaia di euro?

Un appello al Gruppo Piaggio: mi offro alla metà dello stipendio di questo Signor Gagliardo. Sono pronto a provarci, anche se al posto dell'inglese mastico molto meglio il romagnolo. Ma giuro che non definirò mai una Moto Guzzi come un oggetto.

Un lampeggio da un guzzista preoccupato...

lunedì 10 novembre 2008

Carla Bruni: "a volte felice di essere diventata francese"

Riporta l'Ansa che Carla Bruni, moglie del presidente francese Sarkozy, ha criticato la battuta di Berlusconi sul Presidente Eletto degli Stati Uniti Obama.

"Sono felice di essere diventata francese' ha detto in un'intervista la 'premiere dame' di Francia "mi fa uno strano effetto ascoltare Berlusconi prendere alla leggera l'elezione di Obama alla Casa Bianca e 'scherzare' sul fatto che il presidente eletto Usa sia 'sempre abbronzato".
Beh, pensi alla vergogna che proviamo noi che italiani lo siamo ancora e siamo rappresentati nel mondo da un incrocio tra Apicella e Alvaro Vitali (come non ricordare le corna tra i leader europei, le battute sulla corte alle donne premier brutte per il bene del Paese, l'epiteto Kapò all'indirizzo di Shultz, il recente abbraccio a Bush come di un presidente che passerà alla storia, ...)

Il problema è che la maggioranza dei nostri connazionali, forse inebetiti dalla giornaliera dose di Bagaglino&veline, si fanno una risata e via :-(

domenica 9 novembre 2008

Domenica 23 novembre Moto Action compie 20 anni e fa festa!

Informazione interessante per i motociclisti emiliano romagnoli: il prossimo 23 novembre Moto Action Imola compie 20 anni.
Nell'occasione Roberto Avoni & c. hanno organizzato un "Grande Party" dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00 con la partecipazione diretta delle più importanti aziende del settore.
Nella giornata a tutti i presenti sarà consegnata la "mitica T-shirt Moto Action del ventennale" (fino ad esaurimento), e saranno inoltre presentate in anteprima le nuove collezioni 2009...L'invitoè esteso a tutti i Motociclisti.

Il Blog di Gattostanco

Un blog è sicuramente un mezzo molto più veloce di un sito internet per buttar giù i propri pensieri.

Da alcuni anni, infatti, quando ho tempo pubblico idee e commenti sul sito www.gattostanco.it, ma ora provo ad aggiungere questo modestissimo Blog (che presto spero di collegare al sito).
Moto, Romagna, Sangiovese, politica & piadina. Sono le mie passioni, leggerete ovviamente solo commenti relativi a tutto questo

A presto!

Gattostanco

domenica 26 ottobre 2008

Il Gatto... & la Volpe

Giretto in moto per le strade più belle dell'appennino tosco-romagnolo, ovvero le curve che si addentrano tra le splendide faggete del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Poco al di sotto del Passo della Calla, a Campigna, sosta all'Alpen Bar, per un bicchiere di quel rosso che ti scalda il cuore insieme ad un'ottima piadina... 
ma vicino ai tavolini dell'Alpen Bar c'è qualcun altro che spera di avere un pezzo di piadina od un briciolo di crostata... bellissmo! 




domenica 5 ottobre 2008

Grazie, Troy!

Pilota e Campione salutano gli appassionati vincendo il titolo 2008. 
5 ottobre 2008. Dal maxischermo montato nel piazzale della Fabbrica di Borgo Panigale: GRAZIE TROY! Sarà che sono un vecchio trombone, sarà che non ho mai sopportato nè i fighetti nè i furbetti, ma per me i Campioni nello sport sono gli esempi positivi, gli Uomini che riescono a coniugare le loro capacità sportive ed i loro successi con l'umiltà, la simpatia non sguaiata, la correttezza, l'onestà. 
Non ce ne sono moltissimi, in effetti, e quando uno di questi decide di andarsene in pensione a godersi la famiglia, beh, dispiace un sacco.
Troy Bayliss come pochi altri ha incarnato l'amore per le corse in moto, è riuscito a darci ad ogni corsa l'immagine della sua passione per la sfida. 
Qualche volta è anche caduto e come ha detto in un'intervista, "spesso è labile il confine tra l'eroe ed il coglione".
E' andato forte, molto forte in SBK. 
E quando gli hanno prestato una Desmosedici che non guidava più da due anni è stato davanti ad un certo Capirossi, proprio nell'anno in cui avrebbe probabilmente vinto il Mondiale MotoGP, se Gibernau non lo avesse steso per tre corse.

E oggi la Ducati 1098 avrebbe vinto il titolo SBK 2008 senza quel vecchio carrozziere? 
Non credo. 
Eppure Bayliss, che aveva fatto una promessa alla moglie ed alla sua famiglia, ha deciso di rispettarla nonostante le offerte non indifferenti che credo gli abbiano fatto da più parti. Se ne andrà in pensione. Dispiace, eccome se dispiace, ma anche per questa scelta ai miei occhi è ancora di più sicuramente un esempio di sportivo. 
Grazie Troy: il numero 2+1 rimarrà nella storia degli appassionati della SBK!



Gattostanco, 5 ottobre 2008

lunedì 22 settembre 2008

Ultimo w-e alpino 2008

Sabato 20 e domenica 21 settembre 2008: prima dell'inverno un saluto alle strade più belle delle nostre Alpi
Partiamo da Ravenna alle 8 precise. Il freddo in questi giorni è già pungente, e le levatacce che sono gradevoli d'estate, beh... un paio d'ore in più a nanna non fanno schifo.
Autostrada a velocità codice (e tutor!), Bologna, Modena, A22 del Brennero. C'è traffico, ma neppure insopportabile.
Usciamo a Rovereto, svoltiamo per Volano e ci dirigiamo subito verso il Passo di Sommo (facile: basta seguire le indicazione per gli Altopiani di Folgaria e Lavarone). La strada del Passo di Sommo è molto bella.
Troviamo facilmente la deviazione a sinistra per il Valico della Fricca, ed in mezzo ai boschi scendiamo sul Lago di Caldonazzo.
Siamo a Pergine Valsugana e teniamo la direzione nord, per il Passo Redebus (un altro per la mia 'collezione'): in cima al passo non vediamo il cartello: forse è nascosto dalle decine di auto di fungaioli... qui in questi boschi di porcini devono essercene parecchi.
In un attimo siamo a Sover, poi prendiamo la strada per il Passo San Lugano (che ormai più che un passo è un vero e proprio paese).
E' spuntato il sole a stemperare la temperatura quasi invernale: vediamo un chioschetto sulla sinistra e ci concediamo due megapanini con due wurstel stratosferici. Ripartire è più dura, ma almeno abbiamo incamerato energia!
I curvoni della statale 48 che scende in direzione Ora sono velocissimi e ben raccordati, ma presto si trova strada che, sulla destra, con un ardito ponte scavalca il fiume in direzione Aldino e poi conduce all'altopiano del Passo Oclini con una splendida vista sulle cime circostanti.
Dalla vetta dell'Oclini scendiamo in Val d'Ega, per poi affrontare il veloce e divertente Costalunga che ci porta a Vigo di Fassa
Ricordo la Val di Fassa di quand'ero bambino e ci andavo in vacanza con i miei: trent'anni fa Vigo, pozza, Pera, Campitello & c. erano singoli paesini. Oggi per buona parte della valle non c'è soluzione di continuità nella sfilza di seconde case, alberghi e pensioni... peccato. In compenso le strade e le cime circostanti sono ancora molto belle.
Affrontiamo un Passo Sella ancora trafficato di pullman e camper (speravo ci fosse meno traffico il 20 di settembre), poi scendiamo dal Sella, passiamo il Gardena e a Corvara svoltiamo a sinistra per La Villa. Da lì si va al Passo Valparola, ben meno trafficato! Da Valparola al Falzarego ci sono pochissimi chilometri.



Dal Falzarego scendiamo fino quasi a Cortina, ma a Pocol troviamo le indicazioni per il Passo Giau, uno dei più belli delle Dolomiti, a mio parere.

La targa posta sul Passo Giau
Sole, poco traffico, strada pulita, curve meravigliose: una vista a 360 gradi sulle Dolomiti... non mi stancherei mai di guidare quassù!
Un saluto alla targa che ricorda Marcello Bertolani (che è stata spostata: ora è posta sulla facciata della chiesetta davanti al rifugio), due cappuccini bollenti e siamo pronti per ripartire. C'è ancora da passare il Colle di Santa Lucia, scendere su Arabba ed affrontare il Pordoi dal versante che amo di più: sono tornanti ben raccordati, non troppo secchi ma neppure troppo veloci. Sì, il Pordoi salito da Arabba è una giostra che mi piace un sacco!!!
Quando scendiamo a Canazei sono già le 18. Abbiamo percorso, da Ravenna, 600 chilometri. E' ora di una doccia calda e, la sera, di un bello stinco con polenta e funghi, annaffiato da un buon Marzemino. E a nanna presto!

La domenica mattina alle 9 abbiamo già fatto colazione e pagato il conto del B&B. Facciamo benzina e saliamo verso la Marmolada. Il sole non riesce a scaldare l'aria fresca della mattina, ma quando ci fermiamo sulla diga del Passo Fedaja, la pelle si riscalda subito. Caffè, maglietta della serie Light Hunter per Claudia, raccolta di 40 cartoline degli anni 30... come lasciare 40 euro al Bar/Souvenir del Fedaja ed essere contenti!
Ma la strada ci chiama. La discesa ripidissima ci fa passare in un attimo Malga Ciapela, poi la strada è tranquilla ma poco divertente fino ad Alleghe.
Da Alleghe però risaliamo tra le montagne affrontando prima il Passo Valles (molto belli i boschi nelle parti meno alte, mentre in quota, oltre i 2000 metri, sono solo distese di verdi pascoli) e poi il Passo Rolle.
La temperatura oggi è molto rigida. Già nella discesa verso Alleghe il sole è scomparso, e nuvole nere e minacciose schermano ogni raggio solare... il clima è francamente invernale, e solo la presenza delle foglie sugli alberi ci fa capire che siamo ancora all'inizio dell'autunno. Pensavamo di inanellare i passi Gobbera e Brocon, per poi salire sull'Altipiano di Asiago dalla stretta provinciale che sale da Lago di Caldonazzo... ma proprio per evitare guai in caso di pioggia, scegliamo la veloce e facile statale che porta ad Arsiè. Da qui, saliamo sull'Altopiano dei Sette Comuni dalla bella strada di Enego


Sull'Altopiano, nonostante sia già passato mezzogiorno, la temperatura non supera i 6 gradi. I camini fumano, ed è veramente piacevole il profumo della legna che arde.
Foza, Gallio, Asiago. Troviamo rifugio all'Osteria del Termine, dove un'ottima grigliata ed un mezzo litro di vino ci scaldano a dovere.
Prima di scendere raggiungiamo ancora quasi la vetta del passo di Vezzena: poco prima della vetta troviamo Malga Fratte. Da anni, ogni volta che passiamo da queste parti ed abbiamo un po' di posto nel bauletto, compriamo un po' di formaggio da portare a casa. Oggi, vista la temperatura, mi faccio dare una bottiglia di ghiaccio per assicurare il freddo della borsa termica e porto a Ravenna anche del burro... Come sempre tutto ottimo... peccato che la Malga stia per chiudere (per l'inverno) e ci abbia dato appuntamento a "non prima di metà giugno 2009"! E' la degna chiusura della stagione alpina per chi, come Claudia ed il sottoscritto, abitando in pianura non può certamente affrontare le Dolomiti in poche ore, d'inverno. E anche per noi, allora, dopo questi 1000 chilometri in due giorni, diciamo alle 
Dolomiti: arrivederci al 2009!




mercoledì 10 settembre 2008

L'obiezione non può essere gratis

di CARLO CLERICETTI (su www.repubblica.it)

L'OBIEZIONE di coscienza è un diritto? Possibile che in metà degli ospedali romani sia impossibile ottenere la "pillola del giorno dopo", come è risultato dall'inchiesta dei radicali?
La risposta è tutt'altro che semplice. Bisogna ricordare, innanzi tutto, i netti pronunciamenti del Papa e di altri organismi ecclesiali. La dichiarazione finale della Pontificia accademia pro vita al congresso internazionale del 15 marzo 2007 recita: "... acquista maggiore rilievo l'esercizio doveroso, di una "coraggiosa obiezione di coscienza", da parte di medici, infermieri, farmacisti e personale amministrativo, giudici e parlamentari, ed altre figure professionali direttamente coinvolte nella tutela della vita umana individuale, laddove le norme legislative prevedessero azioni che la mettono in pericolo". Niente interruzioni di gravidanza, niente "pillola del giorno dopo" e forse niente pillole di nessun genere, limitazioni alla ricerca scientifica decise dalle gerarchie vaticane, e così via.
Non è detto, naturalmente, che tutte queste cose scomparirebbero dalla vita quotidiana: i cattolici, in fondo, sono una minoranza, e quelli assolutamente "obbedienti" ancora di meno. Ma certo, se si diffondesse in tutti questi campi l'obiezione di coscienza, coinvolgendo un numero ragguardevole di persone, ne risulterebbero inceppati molti meccanismi della vita sociale. Di più: in certi casi l'obiezione di coscienza può anche essere "conveniente", può essere utile ad evitare lavori e situazioni considerati di scarso ritorno o poco gratificanti.
Le interruzioni di gravidanza, per esempio, dal punto di vista "tecnico" per un chirurgo sono una scocciatura: interventi che non arricchiscono professionalmente, non fanno fare carriera, un po' come le appendiciti, insomma. Se una bella fetta di medici si tira fuori, dato che il servizio va garantito il lavoro ricade tutto sui non obiettori, penalizzandoli. Ed esempi analoghi si potrebbero trovare per gli altri possibili casi.
In una società democratica e liberale, però, l'obiezione di coscienza deve essere rispettata. La prevede la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo ed il principio è stato poi ribadito dalla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, dal Consiglio d'Europa e dal Parlamento Europeo. Del resto, le leggi italiane già la prevedono in alcuni casi specifici: per il servizio militare (quando esisteva la leva obbligatoria), per l'interruzione di gravidanza, per la sperimentazione su animali.
Il problema è di non farla diventare incontrollabile, perché una sua applicazione non regolata non potrebbe che ledere i diritti di chi obiettore non è e si aspetta di poter ottenere tutto quello che le leggi consentono. Una minorenne che si rivolge al giudice tutelare per l'autorizzazione all'interruzione di gravidanza, come previsto dalla legge, deve rischiare di incappare in un giudice obiettore? Un malato grave che potrebbe forse guarire grazie alle cellule staminali deve interrogare chi lo cura per accertarsi che la sua coscienza non escluda a priori quel tipo di intervento?
Un malato terminale che esercita il suo diritto costituzionale di rifiutare ulteriori trattamenti medici, deve sperare di non trovarsi di fronte cattolici osservanti che respingono in teoria l'accanimento terapeutico, ma solo in teoria, come si è visto dal caso Welby e ora in quello di Eluana Englaro?
Una regola generale dovrebbe essere che l'obiettore non si metta in situazioni che lo porterebbero a collidere con le sue convinzioni. Gli obiettori alla leva rifiutavano di portare le armi, ma non pretendevano di diventare ufficiali dell'esercito essendo allo stesso tempo esentati da ogni eventuale combattimento. E' quello che fanno, invece, chirurghi, ginecologi, anestesisti e infermieri che lavorano negli ospedali pubblici.
Negli ospedali pubblici si fanno gli aborti, come prevede la legge: chi rifiuta di essere coinvolto in questi interventi, lavori negli ospedali privati, o faccia la libera professione. L'obiezione di coscienza è stata giustamente introdotta perché interveniva su una situazione già in essere, ma avrebbe dovuto essere una norma transitoria, e ora andrebbe abolita: negli ospedali pubblici non dovrebbero più essere assunti obiettori.
Non sempre, però, è possibile separare da strutture complesse, che svolgono numerose funzioni, chi fa obiezione di coscienza su punti specifici. In questi casi ci si dovrebbe comportare come si fece per l'obiezione alla leva. Il diritto viene - giustamente - riconosciuto, ma è anche necessario salvaguardarsi nei confronti di scelte opportunistiche. Chi rifiutava la divisa era tenuto a prestare il servizio civile sostitutivo, e questo servizio era di durata maggiore: due anni invece che 18 mesi. Bene, in tutti casi di obiezione di coscienza bisognerebbe fare nello stesso modo: per esempio, chi la fa è tenuto a prestare alcune ore aggiuntive a settimana di lavoro non retribuito.
Le norme non devono essere tanto pesanti da essere punitive, ma devono anche essere sufficienti a scoraggiare gli opportunisti. Insomma: è giusto che la coscienza individuale prevalga anche di fronte alla legge; ma è altrettanto giusto che la società sia garantita rispetto ai furbi e, anche se in piccola parte, indennizzata per una scelta che è diversa da quella della maggioranza dei cittadini e crea comunque qualche problema.
Che cosa diciamo ai Testimoni di Geova che rifiutano la trasfusione per un figlio? Che la loro coscienza vale meno di quella dei cattolici? E ai musulmani che non vogliono che la moglie sia visitata da un medico maschio? I casi sono ormai molto numerosi, e probabilmente sempre di più se ne porranno. Ci sarà lavoro per sociologi e politici. Che però dovrebbero adottare, per tutti i casi, questo principio elementare: l'obiezione di coscienza, se è seria, va rispettata; ma non può essere gratis.
La Repubblica, 10 settembre 2008

Com'è difficile avere a Roma la pillola del giorno dopo

Come prescrizione d'urgenza, dovrebbe essere dovuta ma il personale degli ospedali spesso si rifiuta
di MARINO BISSO (su www.repubblica.it)

Niente pillola del giorno dopo nella metà degli ospedali romani. Lo rivela una video-indagine dell'Associazione radicali di Roma che per due mesi ha monitorato nei fine settimana i pronto soccorso della capitale. Una coppia, con una telecamera nascosta, si è presentata in accettazione richiedendo la prescrizione del farmaco per evitare il rischio di una gravidanza non desiderata. "Il preservativo si è rotto e ora ho paura di rimanere incinta... Ho bisogno urgente che un medico mi prescriva la pillola del giorno dopo" spiega la donna nella video-indagine rivolgendosi agli infermieri e sanitari di turno.
Ma in dieci ospedali (per lo più cattolici) su venti la risposta è negativa: "Mi dispiace il nostro è un ospedale religioso, qui da noi ci sono solo medici obiettori di coscienza... Niente pillola, deve rivolgersi altrove".
La pillola in questione, Norlevo, (due compresse a distanza di dodici ore una dall'altra entro le 72 ore dal rapporto) non provoca aborto ma agisce inibendo e ritardando l'ovulazione cioè prima della fecondazione. Per averla in Italia ci vuole la ricetta medica che può essere richiesta al consultorio, al medico curante, alla guardia medica o in un pronto soccorso.
"Ma ottenere la prescrizione di notte e nei fine settimana è difficile se non impossibile negli ospedali romani - denuncia Massimiliano Iervolino dell'Associazione Radicali Roma - Eppure la pillola del giorno dopo è una prescrizione d'urgenza, il cui rilascio è dovuto in assenza di qualsivoglia possibilità di diagnosi e come tale i pronti soccorso sono tenuti a prescriverlo assicurando la presenza di medici".
Dal centro alla periferia, è impossibile trovare un medico che non sia obiettore negli ospedali religiosi: succede al Cristo Re, al Fatebenefratelli, alle Figlie di San Camillo, al San Carlo, al San Pietro sulla Cassia e al Santo Spirito. Al policlinico Gemelli un infermiere allarga le braccia e consiglia alla coppia di consultare Internet: "Lì potete trovare informazioni e anche il numero di telefono di un medico che fa la prescrizione senza alcun problema".
Ma anche in due ospedali civili, il Cto Sant'Andrea e l'Aurelia Hospital il farmaco non viene prescritto. Nel primo mancano i moduli per il consenso informato; nel secondo pronto soccorso, i medici sono solo obiettori.
"L'esonero per i medici obiettori di coscienza è consentito solo per l'interruzione della gravidanza - sottolinea Iervolino - La pillola del giorno dopo, invece, è un farmaco per la contraccezione d'emergenza perciò non è possibile l'obiezione di coscienza. Se un medico la invoca deve indicare il rifiuto sul documento della prestazione".
All'ospedale San Giovanni, invece, il personale invita a presentarsi il giorno dopo al consultorio "tanto ci sono tre giorni di tempo per prendere il farmaco" rassicurano. Nelle altre strutture, comunque, ottenere la pillola non è facile e comunque bisogna sottoporsi a lunghe attese e spesso le notizie date dal personale sanitario sono imprecise.
Solo in tre strutture (Sandro Pertini, Grassi di Ostia e al Policlinico Umberto I) vengono fornite spiegazioni esaurienti.
"Il farmaco deve essere assunto tempestivamente. Ma negli ospedali non viene detto oltre ad essere posticipata la somministrazione a volte per ragioni burocratiche. Entro 12-24 ore dal rapporto sessuale la pillola riduce la possibilità di rimanere incinta fino al 90-95% - incalza Iervolino - Successivamente l'efficacia si riduce e se assunta tra le 48-72 ore il rischio di una gravidanza è maggiore di 6-8 volte".
La Repubblica, 10 settembre 2008

giovedì 4 settembre 2008

L'Italia: un paese senza libertà di coscienza a causa delle ingerenze vaticane

Le storie di Eluana Englaro, di Piergirgio Welby, di Luca Coscioni, di Giovanni Nuvoli sono battaglie culturali e politiche.
Battaglie in nome della libertà di coscienza.
E' per questo motivo (ben compreso dalle gerarchie del vaticano) che da parte della chiesa cattolica e delle sue organizzazioni bigotte c'è un tale fuoco di sbarramento.
Battaglie in nome della libertà di coscienza contro l'arroganza di chi, in nome della sua fede e grazie alla grettezza di larga parte della nostra classe politica, intende proseguire nell'imporre gli obblighi ed i dettami di una religione a tutti, anche ai non credenti (o ai diversamente credenti).
Spegnere una vita di nascosto, nell'ombra di un ospedale o di una struttura per lungodegenti è facile. Battaglia politica di civiltà è avere la forza di tener duro per anni, soffrendo ed investendo tutte le proprie forze morali ed intellettuali.
Grande rispetto a Peppino Englaro.
Come d'altronde a Welby, Coscioni, Nuvoli.
Solo così si vincono la grettezza e l'ipocrisia imperanti in questo triste paese.
Gattostanco, 4 settembre 2008

mercoledì 27 agosto 2008

Zugatlò

In romagnolo Zugatlò significa giocattolone.
E ieri pomeriggio ho avuto la possibilità di provare uno dei più divertenti giocattoloni per motociclisti...
Porto la Stelvio in concessionaria per il tagliando e la Griso 8v che mi volevano prestare come moto sostitutiva non è ancora rientrata. Beh, dico io, non è un problema, "basta che abbiate qualcosa a due ruote e con le marce per tornare a Ravenna..." :-)
Il qualcosa a due ruote è una Hypermotard (Moto Europa è concessionaria Guzzi e Ducati).
Un Motore (e che motore) con, appunto, due ruote, un cambio e basta...
Non c'è neppure lo spazio sottosella per i documenti, dei gancetti per una rete elastica (giusto per il giornale, all'edicola, la mattina...) manco l'ombra...
Però che motore.
E allora, visto che oggi pomeriggio io non lavoravo ma Claudia sì... giretto in collina con l'Hyper, no?
Parto alle tre e mezzo del pomeriggio: "Ciao Claudia, buon lavoro. Per le sette e mezza sono a casa che apparecchio io... vado a fare qualche curva... giusto fino alla Calla e torno indietro..."
In realtà mi dirigo al Muraglione. I tornanti della Calla, infatti, mi piacciono di più fatti salendo dalla parte toscana. E allora cosa c'è di meglio che scendere giù dal Muraglione, fare lo splendido Croce ai Mori e risalire, appunto, dal Passo della Calla in mezzo alle Foreste Casentinesi?

Ho quattro ore di tempo. Impiegherò cinque minuti in più, ma per cena sono a Ravenna :)

Che dire dell'Hypermotard?
Sicuramente è una moto divertentissima. Leggera, agilissima. Il motore sale che è una meraviglia, senza incertezze, con poche vibrazioni. I sorpassi sono immediati, basta pensarci.
Anche i freni sono assolutamente efficaci, ma le pinze anteriori mordono parecchio: occorre sempre la giusta attenzione per non esagerare e produrre dei danni...
Però è anche una moto che richiede molta concentrazione: in curva basta un movimento per sentirla reagire. Ed i tornanti arrivano in un attimo se si dà gas. 
Difficile trovare un ritmo medio: o ci si diverte (ma appunto, concentrati sulla guida) oppure si va a spasso ... ma con una moto così ti senti quasi fuori luogo :)

Difetti?
Tanti, perchè una moto così è una moto da sparo, non da giri lunghi. E duecenticinquanta chilometri (inclusi tre passi appenninici) in quattro ore non sono il suo pane: nessuna protezione aerodianmica (ma questo è comune a molte naked), rigidissima (stamattina ho i polsi ed il collo indolenziti). Anche la sella è dura e il mio posteriore si è lamentato più ieri pomeriggio che quando, con la Stelvio, mi sono sciroppato 13 ore di guida quasi fino a parigi...

Però che gusto quel motore :)
Zugatlò 
Zugatlò 
Itinerario di prova :-)
Gattostanco, 27 agosto 2008

giovedì 21 agosto 2008

Limiti assurdi anzichè vera prevenzione

Così politici ed amministratori si salvano la coscienza, mentre chi può permetterselo paga le multe, continua a circolare e ha licenza di uccidere
In questi giorni moltissime strade della Provincia di Ravenna saranno limitate a 70
Il limite orario dei 90 all'ora è in vigore, sulle strade extraurbane, da quando gli impianti frenanti erano a tamburo, l'Abs non esisteva, le gomme erano i cinturati Pirelli non tubeless e le lampadine ad incandescenza erano fioche quanto i lampioni negli incroci.

Con le auto e le moto odierne, andare a 70 all'ora su una strada dritta e deserta, sembra di essere fermi.

Gli incidenti stradali non sono causati da chi va a 90 all'ora su strade dritte e quando sono poco trafficate: ma da chi le regole, anche quelle condivisibili, le infrange non avendo rispetto dalla sicurezza degli altri.

Spesso, infatti, ancor più della velocità, sono i comportamenti a provocare incidenti: le inversioni non segnalate, le precedenze non rispettate, i sorpassi in mancanza di visibilità.

E per questi comportamenti non ci sono autovelox: occorrono uomini sul territorio. 
Anche perchè, aumentando solo gli importi delle sanzioni scattate da strumenti automatici, chi può permettersi di pagare non avrà mai problemi alla patente, mentre per una famiglia normale essere "beccati" a 80 chilometri all'ora, significa veramente non arrivare alla quarta settimana di quel mese!

Mettendo regole incomprensibili, stupide e spesso inapplicabili, si va nella direzione opposta a quella corretta: si deresponsabilizzano gli utenti della strada e/o si creano solo dei polli da spennare dall'autovelox che però sempre di meno avranno rispetto per le regole e le leggi.

...ma così facendo i nostri politici ed amministratori, nonchè gli Enti proprietari delle strade (che spesso sono guidati dalle stesse persone) si salvano al coscienza.

E allora perchè non mettere ovunque il limite dei 10 all'ora? 
E obbligare anche pedoni e ciclisti a vestirsi come omini Michelin con tanto di caschetto?
Tanto al grottesco, in tema di grida di manzoniana memoria, sappiamo perfettamente che in Italia non c'è mai limite...

P.S.: forse è il caso di precisare che il sottoscritto ha la patente dal 1982 e che da allora, pur avendo percorso centinaia di migliaia di km in auto e in moto, non ha mai preso una multa per eccesso di velocità nè ha mai provocato incidenti. 
Ma, pur rispettando il buon senso e gli altri utenti della strada, è sempre più difficile in questo Paese, rispettare limiti assurdi e spesso senza senso.

Gattostanco, 21 agosto 2008