Il PD sembra sempre di più un partito diviso tra l'apparato e la voglia di novità incarnata dal popolo delle primarie.
Logico: una volta ogni tre o quattro anni il voto d'opinione non fatica ad andare a votare sotto ad un gazebo o nell'atrio di un supermercato. E allora viene premiata l'innovazione, la freschezza, gli esponenti più vicini alla cosiddetta società civile.
Però poi, negli anni successivi e prima delle prossime primarie, la costruzione delle linee politiche, le scelte, le allanze, si fanno nelle sezioni, nei circoli, nelle circoscrizioni, nell'organizzazione delle manifestazioni, nella riscossione del tesseramento.
E allora è ovvio che l'apparato pesi anche nei confronti di chi, alle primarie, ha stravinto. Lo si vede nel PD ad ogni livello, dal continuo duello D'alema-Veltroni, alla rinascita delle correnti, ai piccoli e sporchi affari di qualche centro di potere (d'altronde il PD è un partito democratico, lì non c'è il monarca che ogni giorno battezza una soluzone, una promozione, una scelta, una direzione politica... magari contraria rispetto a quanto pontificato il giorno prima).
E' la politica ragazzi, troppo facile pretendere di far funzionare e vincere il centrosinistra italiano ricordandosi della politica solo prima delle elezioni...
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