domenica 2 dicembre 2018

Con il Karoq al Mercatino di Levico e sulle strade ...della Multistrada ;-)

Passo Vezzena, la devastazione
della tempesta di vento
Week end dedicato al mercatino di natale di Levico Terme e ad una zona che mi piace moltissimo: gli Altopiani (e le strade) al confine tra Veneto e Trentino. Ovviamente non in moto, questa volta (visto che è dicembre e che occorre spazio per caricare gli acquisti, ma con il giochino nuovo, il Karoq...
Dopo la tempesta di vento ed acqua di un mese e mezzo fa, purtroppo i boschi della Val D'Assa e dell'Altopiano mostrano chiaramente i danni incassati. Se in alcune zone gli alberi caduti sono solo alcuni, in altre il vento ha fatto davvero tabula rasa. Tronchi spezzati, in qualche caso, ma più spesso sradicati da terra con radici e tutto... il territorio è davvero cambiato, pure il sottobosco ora è a 90 gradi, mentre a terra rimangono solo cicatrici dalle quali biancheggia la roccia. 
Alcuni tratti della Val d'Assa, la riva di fronte all'Osteria del Termine, la cima sul Passo di Vezzena proprio davanti all'Hotel Vezzena... lì gli alberi rimasti in piedi si contano sulle dita di una mano, mentre a terra sembra si stia giocando una partita a Shangai :-(
Cmq i veneti ed i trentini si stanno dando da fare. Le strade sono a posto, le piste e gli impianti di risalita pure, ed i cannoni stanno già producendo la prima neve.
Mercatino di natale di Levico Terme,
i fuochi 'artificio del sabato sera
Il Mercatino di Levico non è la solita sagra natalizia in piazza o sulle strade le paese. Le casette sono sparse lungo la passeggiata in mezzo ai meravigliosi alberi del Parco Secolare degli Asburgo. Purtroppo anche qui i danni ci sono stati, ma la porzione più vicina al centro e maggiormente interessata al mercatino è quasi salva. Gli acquisti, poi la cena al mercatino ed i fuochi d'artificio. L'ottima accoglienza dell'Hotel Villa Regina di Levico, hanno reso questo w-e davvero piacevole.
Il bagagliaio del Karoq mostra di essere adattissimo all'occasione: formaggi di Malga Fratte (ha la casetta al mercatino) bottiglie di amari, grappe, Karampampoli (della Distilleria Pisoni, che io preferisco di gran lunga al più famoso e diffuso Parampampoli), i regali per amici o parenti... non è mai pieno!!!
Il Karoq in Val d'Assa
Scherzi a parte, come va il nuovo giochino a quattro ruote?
A mio parere molto bene,
Questo è l'tinerario del w-e: Ravenna-Ferrara sull'Adriatica, Ferrara-Rovigo in A13, poi la superstrada finoa prendere la A31 per l'Altopiano di Asiago. Il Costo, il Mercatino di Asiago, poi la splendida (anche se martoriata dalla tempesta di vento del mese scorso) Val D'Assa, il Passo di Vezzena, Lavarone, il Passo della Fricca, pomeriggio e sera passati al mercatino di natale nel Parco Secolare degli Asburgo a Levico Terme. La domenica, rientro per l'incredibile Strada del Menador (la faccio sempre in moto, non avevo mai avuto il coraggio di farla in auto  ), poi di nuovo la Val d'Assa, Gallio, Foza, due passi per il bel centro di Enego (un balcone sulla Valsugana), e poi la discesa per Valstagna... e rientro per Bassano fino a riprendere l'itinerario già fatto il giorno prima.
CONSUMI
Ho fatto benzina sia in andata che al ritorno nello stesso distributore di Alfonsine, facendo il pieno sia il sabato mattina che la domenica sera al rientro: percorrenza 612 km, litri di benzina 40,2.
Consumo quindi di 15 chilometri abbondanti per litro.
Il Karoq sulla strada del Menador
il panorama è splendido,
la strada, bellissima ma più adatta
alla Multistrada ;-) 
COMFORT
Sono molto soddisfatto di questo incredibile 1.0 TSI: la macchina è silenziosissima (forse è per questo motivo che un po' del fruscio degli specchietti si nota... ma siamo davvero ai dettagli) e il motore è presente solo in accelerazione.
Viaggiare è molto confortevole, anche come sedute. Il bagagliaio non si finisce mai di riempirlo, e quando si va al mercatino di natale per fare scorta e comprare i regali per parenti e amici... 
ANNOTAZIONE
In pianura ci ho messo poco ad abituarmi al freno a mano automatico: comodissimo.
Parcheggiando il Karoq per le varie soste-foto sul Menador o Valstagna, con pendenze non da poco... ehm, sì, bisogna imparare a fidarsi, ma fa un po' impressione NON avere il comando da tirare forte-forte :-D
Qualche immagine nell'Album pubblicato su Google Foto: QUI

giovedì 8 novembre 2018

Avviso di servizio: possibili problemi con le foto...

Flickr, dopo tanti anni, a seguito dell'acquisizione da parte di SmugMug diventa a pagamento.
Gli iscritti con account gratuito con più di 1.000 foto o video caricati in Flickr avranno tempo fino a martedì 8 Gennaio 2019 per passare alla versione Pro o scaricare i contenuti che superano il limite. Dopo l’8 gennaio 2019 gli iscritti che hanno superato il limite non potranno più caricare nuove foto su Flickr. Dopo il 5 Febbraio 2019 gli account gratuiti con oltre 1.000 foto o video subiranno una riduzione automatica dei contenuti, verranno eliminati i file in modo meccanico procedendo dai più datati ai più recente fino a rientrare nel nuovo limite.
Siccome da anni appoggiavo su FLICKR gli album fotografici relativi ai viaggi e gli itinerari, ovvio che dovrò lavorare un po' per mantenere il funzionamento del BLOG, passando gli Album su Google Foto... se trovate link e collegamenti non funzionanti, siete pregati di segnalarmeli. 
Grazie,
Gattosanco

giovedì 18 ottobre 2018

Il popolo che crede alle bacchette magiche

Gli italiani.
Siamo uno dei Paesi più indebitati d'Europa (mi pare il secondo dopo la Grecia), abbiamo infrastrutture ridotte male perchè costruite male, abbiamo poco senso civico (basta osservare come la maggioranza degli italiani tratta i beni comuni) ed ancora meno morale (l'Italia è o non è, da secoli, il paese dove la furbizia conta più della competenza?) e numerose zone del Paese sono di fatto in mano alla criminalità organizzata, che quantomeno decide quanto riscuotere di pizzo, chi fare assumere, quali fornitori devono utilizzare le aziende (e poi ci chiediamo perchè non si investe al sud e non si riesce a ridurre la disoccupazione).
E questi mali sono atavici e sono tutti nostri. 
Non sono colpa dei tedeschi, dei francesi o della UE, sono dovuti alle scelte politiche degli italiani, della classe politica che gli italiani si votano e si scelgono in assoluta libertà.
Politici che sono eletti se promettono qualcosa: meno tasse, un posto di lavoro anche quando è inutile, una pensione più alta rispetto a quanto versato, oppure in anticipo. Un condono (fiscale, edilizio... anche se poi dopo al primo temporale si scopre che il condono non serve a non far esondare il torrente su cui si è costruito in spregio ad ogni norma... e la colpa torna ad essere dello Stato).
Siamo un popolo che ha avuto una buona classe politica solo nei primi anni del secondo dopoguerra
Come mai? Semplice: tutti i vertici delle Istituzioni, in quegli anni, venivano dalla lotta di Resistenza.
Ma la Resistenza è stata fatta da un'elìte, quindi chi era chiamato a governare o a reggere le neonate imprese di Stato (dalla Rai all'Eni, dall'IRI agli enti locali) veniva da quel ristretto numero di Italiani che aveva scelto coscientemente di combattere la dittatura.
Quando le masse (compreso quello sciagurato 46% che ancora aveva votato per la Monarchia nel 1946) hanno cominciato a far pesare le proprie scelte elettorali, ecco che la nostra classe politica è tornata ad essere mediamente pietosa.
Negli anni 70 e 80 abbiamo sciupato tutto l'abbrivio datoci dalla ricostruzione e dal Piano Marshall.E la politica ha cominciato a 'comprare' l'elettorato facendo debiti a lunga scadenza... migliaia di lavoratori e di enti inutili, pensioni erogate anche solo dopo 14 anni sei mesi e un giorno di lavoro, oppure calcolate non su quanto versato ma in base all'ultimo stipendio (magari aumentato il mese prima di andare in pensione)...
...e gli elettori (che vogliono sempre passare per incolpevoli, ma in realtà hanno la responsabilità del loro voto e delle loro scelte) hanno votato in massa per chi prometteva ed erogava favori, prebende, pensioni (e hanno rafforzato sindacati che chiedevano le stesse cose, non pensando mai al futuro)... non chi avvertiva che così facendo si indeboliva il Paese, perchè già se devi pagare degli interessi sul debito, poi hai dei costi in più e sei meno competitivo degli altri... poi sei più debole e ricattabile, visto che devi affidarti ai mercati finanziari per trovare prestiti.
Ecco la storia del perchè ci siamo ridotti così.
Ed ancora oggi la stragrande maggioranza degli italiani cerca favori, riduzioni di tasse o quantomeno trovare dei colpevoli, dentro (i 'ladri') o fuori (quei cattivoni della UE).
Ma senza i sacrifici fatti negli anni 90 per entrare nell'Euro, oggi saremmo già falliti. Chi avrebbe investito i propri denari nella svalutata ed inaffidabile liretta?
Siamo entrati nella crisi globale del 2007 come il vaso di coccio tra quelli di ferro... ed è già tanto se ne siamo usciti solo ammaccati e non affondati (grazie, appunto all'Euro e alla BCE di Draghi)... e ancora gli ignoranti sono qui che cercano dei colpevoli per i sacrifici... 
...siamo noi i colpevoli.
Lo siamo quando votiamo Berlusconi che getta via miliardi per salvare Alitalia (ed i bacino di voti che rappresenta) lo stesso che oggi voglione (ri)fare leghisti e grillini, o che promette l'abolizione dell'ICI (ma poi ovviamente da qualche altra parte i soldi li dovrà prendere, no?).
Lo siamo quando votiamo dei cialtroni che ogni giorno sparano sulla UE o sui mercati finanziari (ai quali dobbiamo il fatto di avere ancora un'economia funzionante), che vogliono spendere miliardi (che non ci sono) in prebende assurde ed incontrollabili come il reddito di cittadinanza (un regalo a milioni di lavoratori in nero, in regioni dove lo Stato non riuscirà a controllare nulla).
Via gli alibi. La responsabilità è nostra.
Ed ora dobbiamo mandare a casa questi cialtroni al governo, che rischiano di vanificare in pochi mesi i sacrifici fatti fin'ora, e di indebitare ancora di più le nuove generazioni, zavorrandone il futuro.

mercoledì 17 ottobre 2018

Datelo a noi, il vigile occhio-di-falco di Brisighella!

Centinaia di maleducati in ogni
tipo di sosta per la pausa-colazione
Nelle settimane scorse ha fatto 'notizia' la stupidità (perchè di stupidità si tratta) di un vigile urbano di Brisighella che si è appostato, ben nascosto, ed ha preso nota delle targhe di tutti gli invitati ad un matrimonio che hanno avuto l'ardire di suonare il clacson
Ha persino multato il pulmino vintage degli sposi, che era (orrore!) in divieto di sosta davanti al Comune (ma si è ben guardato di chiedere all'autista, rimasto nei pressi, di spostarlo, perchè probabilmente si vergognava, oppure non voleva bagnarsi, visto che pioveva)... le sanzioni infatti sono arrivate a casa un mese dopo, nonostante ovviamente non ci fossero grossi problemi di sicurezza ad elevarle immediatamente (ma forse sarebbe servito un po' di coraggio, vero?).
Beh, mi auguro che il buon Sindaco Davide Missiroli lo cacci via, visto che un tale comportamento è contrario a quanto espresso dal Primo Cittadino nel corso della cerimonia (riportare i giovani, anche i loro matrimoni, in una ospitale Brisighella).

Ma spero anche che questo solerte vigile venga trasferito a Ravenna, e possa girare per le nostre strade di mattina, quando per l'indispensabile farmaco-salva-vita-brioche-e-cappuccino, centinaia di ravennati dimenticano qualsiasi norma di civiltà e rispetto delle regole nei pressi di tutti i bar...

venerdì 28 settembre 2018

Inizio d'autunno sulle Alpi

La strada della Forra
Ultima settimana di settembre: cinque giorni a zonzo per le Alpi: Forra di Tremosine, Valvestino, Nivolet, Sempione e ottovolante Svizzero, Oberalppass e Julier, Bormio, Gavia e Tonale... e Monte Bondone... oltre 2.000 chilometri di gran gusto, in attesa che arrivi l'inverno e poi la nuova stagione.

Domenica 23 settembre
Partiamo convinti che alla fine di settembre si possa andare a vedere la strada della Forra di Tremosine. Calcolo errato: quando arriviamo sul Lago di Garda troviamo fila ovunque... anche motociclisti e ciclisti spesso devono fermarsi perchè non si riesce neppure a sopravanzare le file ferme.
E quando saliamo per Tremosine, ovviamente, anche la strada della Forra è strapiena di moto e di auto.
Bella è bella, ma sapendo quanto traffico abbiamo alle calcagna, non c'è neppure la possibilità di fermarsi per qualche foto in santa pace,,, torneremo, magari tra settimana.
La strada di Valvestino
E' invece molto bella, e poco trafficata, la strada provinciale 58 di Valvestino... pochi paesi, tanto verde e tanti tornanti... raggiungiamo quindi il Lago di Idro per poi arrivare a prendere l'autostrada: l'idea infatti è quella di procedere con un veloce trasferimento autostradale fino ad Ivrea e da qui raggiungere Ceresole Reale per poi affrontare il Colle di Nivolet.
Anche in questo caso abbiamo sbagliato i calcoli: nonostante sia fine settembre ed il pomeriggio appena iniziato, attorno a Milano il 'veloce trasferimento' diventa un penoso incedere tra le file ferme o rallentatissime. Tra l'altro le previsioni meteo assicuravano non più di 25 gradi... noi ne vediamo 30... e con le giacche in Cordura e GoreTex si soffre.
Per fortuna riusciamo a passare questo inferno e lanciamo la Multistrada verso il Piemonte. Durante una sosta diamo un'occhiata sul web agli alberghi di Ceresole Reale e prenotiamo una stanza telefonicamente... almeno se arriveremo tardi non dovremo perdere tempo a cercare qualcosa di aperto.
Scelta comunque azzeccata: l'Albergo Sport è davvero carino ed economico. E a 200 metri c'è lo Chalet del Lago, dove la cena si rivela davvero gradevole.
Spioviggina e si alza il vento. Le previsioni avevano dato per certo un abbassamento della temperatura... ma noi siamo preparati, quindi: buonanotte!

Dal Colle di Nivolet
Lunedì 24 settembre
Il sole ci regala una bella vista, dal terrazzo, del Lago di Ceresole. Affrontiamo una bella colazione e ci lanciamo sul Colle del Nivolet. D'estate è spesso interdetto al traffico privato motorizzato. Un paio d'anni fa eravamo arrivati da queste parti trovando la strada chiusa per lavori... quest'anno l'unico intoppo è di 5 minuti: gli addetti alla manutenzione della strada, imbragati, sono sulla parete a controllare i sassi che potrebbero staccarsi a causa del vento. Ma in pochi minuti ci danno il via.
La strada è bellissima, ed i panorami non sono da meno.
Troviamo alcuni appassionati naturalisti con cui chiacchieriamo un po' di Alpi, di rispetto e di educazione (i maleducati non sono solo tra gli automobilisti o i motociclisti, ma anche ciclisti o camminatori hanno tra di loro gli ignoranti che lasciano rifiuti o non rispettano la natura). Ci permettiamo pure una piccola passeggiata fino ai Laghi Losere, poi riprendiamo la Multistrada.
Sulla Panoramica Zegna
Rifacciamo tutta la valle e poi, per strade secondarie, raggiungiamo Quincinetto, Settimo Vittone, Nomaglio... non ci evitiamo neppure un bel tratto della provinciale sterrata che passa da Zubino. Raggiungiamo Campiglia Cervo per affrontare la bellissima Panoramica Zegna.  Diamo un'occhiata all'orologio: al Sempione non ci arriveremo mai, in giornata... troppo bello il Nivolet, ci ha rapiti per quasi l'intera mattinata... decidiamo allora di arrivare ad Alagna Valsesia. C'eravamo stati una ventina di anni fa, siamo curiosi di rivederla. Arriviamo sul tardo pomeriggio e ci preoccupiamo: tutti gli alberghi sembrano chiusi, ed anche l'ufficio informazioni turistiche.
Mentre siamo fermi in piazza a smanettare con lo smartphone a caccia di un albergo, una ragazza carina si avvicina e 'Scusate, non vorrei essere invadente, ma non è che cercate una stanza? Perchè io avrei un B&B, e visto che oggi quasi tutti sono chiusi...'
Laura è di una gentilezza di altri tempi.
Mette un cartello 'torno subito' nel negozio all'angolo (da dove aveva notato la nostra ricerca disperata di un alloggio) e ci precede al suo B&B L'Aria di Casa (che è davvero un gioiellino).
Anche la Multistrada è contenta di starsene al calduccio, in garage.
Due passi per la bella Alagna, una cenetta al ristorante (un po' caro, ma dove mangiamo un'ottima crema fritta con crema Chantilly e scopriamo un amaro a noi sconosciuto, il Lyscamm), ed è ora di riposare.

Il B&B L'Aria di Casa
Martedì 25 settembre
Ripartiamo da Alagna dopo una colazione davvero gradevole. Laura e Loris sono di una gentilezza e di una dolcezza davvero squisita. 
Spioviggina. La scelta di partire con i completi in GoreTex si rivela azzeccata, non dovendo prevedere fermate per mettere-o-togliere l'antipioggia. Anche la strada del Passo della Colma è bagnata, ed è un peccato, perchè il tracciato con poco traffico e le belle curve in mezzo al bosco sarebbero state un bel po' più divertenti. Bella comunque la discesa panoramica fino al Lago D'Orta!
Passo del Sempione
Un po' noiosa invece la salita fino al Sempione... per il traffico di Domodossola, ma anche per i numerosissimi cantieri che prevedono asfalto rimosso, tratti a senso unico alternato, fermate etc.
Sul Passo del Sempione la temperatura è molto fredda. Ci scaldiamo con un cappuccino ed uno strudel, poi si 'scende' a Briga e verso il Grimsel. Lassù è davvero freddo. La Multistrada, nonostante il sole, segna 4 gradi, ed il cartello, del barettino sul passo, che annuncia il 50% di sconto sui gelati, scatena una risata.
Grimselpass
Il Grimselpass è meraviglioso. I laghetti, di un verde smeraldo e incastonati da bianchissime cascate, sono un paesaggio unico nelle Alpi. Le curve si sussuegono, e poi si affronta il lungo e più selvaggio Susten Pass.
Sono già le cinque passate quando siamo in vista di Andermatt.
Ritroviamo la Gasthaus Tell, in pieno centro, che ci mette a disposizione anche il garage per la Multi. La doccia bollente ci rigenera, e prima di cena facciamo due passi per far riprendere la circolazione alle nostre articolazioni.
I Rostì del Tell sono fantastici, calorici, bollenti... ma quando usciamo dopo cena, la temperatura è davvero invernale. Andiamo a nanna presto, quindi ;-)

Mercoledì 26 settembre
Il mare di nubi sotto il Nufenen
Quando scosto la tenda, la prima auto che passa sotto la nostra stanza è nera, ma ha il tetto bianchissimo: è ghiaccio. Ripartiamo infatti da una Andermatt ammantata di galaverna, e non invidiamo la coppia che ha dormito in una tenda montata accanto al proprio GS. 
Noi saliamo verso il San Gottardo godendoci il vecchio tracciato in porfido della Tremola. Sul display della Multi si accende il simbolo del pericolo ghiaccio, e la temperatura indicata è di due gradi.
Oberalppass
Dopo Airolo entriamo in un banco di nubi, e ne usciamo solo quasi in cima al Nufenenpass... qui la vista è incredibile: il cielo è di un blu intensissimo, e sotto c'è un lago immenso di nubi...
Sono splendidi i tornanti del Furkapass, poi affrontiamo l'Oberalppass, dove il pranzo è rappresentato dall'ovvio cappuccino e apfelstrudel con salsa di vaniglia. Le strade svizzere non sono noiose neppure nel trasferimento verso lo JulierPass (davvero molto bello) e, a metà pomeriggio, siamo già sul Bernina. Ancora la Forcola di Livigno, il Passo d'Eira ed il Foscagno (dopo aver riempito fino all'orlo il serbatoio a Trepalle) ed arriviamo a Bormio, dove troviamo una splendida stanza all'Hotel San Lorenzo (ed il garage per la Multi).
Ci facciamo la doccia in fretta perché vogliamo spendere un po' di soldi alla bottega della Braulio, ma alle sei e tre quarti è gia chiusa... sgrunt.
Ci rimaniamo male, ma poi ci rifacciamo per cena alla steak house lì a fianco... pizziccheri, costata di cervo con polenta e mirtilli splendidi... e un bel Braulio caldo per finire in bellezza. Bormio è davvero piacevole.

Giovedì 27 settembre
Uno dei laghetti nei pressi del Gavia
Ripartiamo da Bormio dopo aver riempito tutti gli spazi rimasti nel bauletto: Il Salumaio è una bottega di tutto rispetto!!!
Freddo è freddo, ma affrontare i tornanti del Passo Gavia di giovedì a fine settembre, è semplicemente meraviglioso. Arriviamo in cima incrociando al massimo un paio di auto e moto... e pochissimi ciclisti infreddoliti.
Purtroppo l'asfalto è ridotto ad uno stato indecente. Recentemente c'è stato l'annuncio che il Giro d'Italia 2019 passerà anche di lì, ma qualche dubbio mi rimane... tra pochi giorni inizierà l'inverno, e a maggio lassù solitamente c'è ancora la neve: come e quando potranno sistemare il fondo stradale? Oppure faranno correre la tappa in mountain bike?
I panorami del Monte Bondone
La giornata è freschina, ma il sole è splendido.
Un po' di smanettoni ci sverniciano sul Tonale, poi arriviamo dalle parti di Trento per salire al Monte Bondone: quel tracciato (noto anche per la famosa corsa in salita) è davvero un circuito, e da lassù il panorama è meraviglioso.
Pranziamo con un ottimo piatto di Spatzle, poi scendiamo verso sud ed in pochi chilometri siamo a Rovereto, dove facciamo benzina e ci infiliamo in autostrada.
L'estate 2018 è finita. Si torna in pianura ed al lavoro. Appuntamento con le Alpi, che presto saranno ammantate di neve e non più a portata di giro in moto per noi romagnoli, a marzo/aprile 2019! 
L'album con 110 foto e le mappe è pubblicato su Google Foto

giovedì 13 settembre 2018

Un ministro che mi fa schifo

Questo sarà uno dei post più brevi di questo blog, ed è dedicato ad un ministro che mi fa schifo e ribrezzo. Spero che chi (magari in buona fede, lo ha votato o ha votato il suo partito, la Lega) si faccia sentire.
Perchè al di là del fatto che questo ministro faccia schifo e ribrezzo a me (è un mio giudizio, morale e politico), trovo che politici e idee del genere siano un pericolo per la nostra democrazia e la nostra libertà. E che tutte le persone intelligenti, dovrebbero darsi da fare affinchè se ne vadano a casa al più presto possibile, e non abbiano più potere in questo Paese. Simone Pillon (Lega) per primo.

lunedì 27 agosto 2018

Demanio delle Opere Idrauliche della Regione Emilia Romagna. Una vergogna per Ravenna


Questo è l'argine dei Fiumi Uniti, che da Ravenna porta a Lido Adriano, proprio sul mare.

Un itinerario classico, per i ravennati. A piedi, camminando o correndo, oppure in bici, con la mountain bike o con le infradito e lo zainetto per andare al mare.
Lontano dai pericoli del traffico, godendo di un ambiente naturale molto bello a pochi passi dalla città.
Un itinerario che era adatto a tutti, anche ai bambini, visto che era largo un paio di metri con un manto stradale di stabilizzato di buona qualità.
Da anno scorso gli sfalci si sono fatti sempre più radi. La competenza su questo argine è del Demanio delle Opere Idrauliche della Regione Emilia Romagna.
Oggi pedalare o correre è pericoloso (quando si incontra qualcuno ci si deve buttare tra rovi, canne, spini degli acaci... e pure sgradevole, immagino ad esempio per una ragazza sola in mezzo a questa vegetazione fitta ed alta, che può nascondere chiunque).
Oltretutto le erbacce ed i rovi stanno prendendo possesso anche della sede di stabilizzato, ormai ridotta in alcuni punti ad un single track... distruggendo quindi il lavoro fatto anni fa.
L'unico tratto decente e ben tenuto è dove ci sono i capanni da pesca... segno che evidentemente le possibilità d'intervento ci sono. Allora viene da pensar male: privilegio per qualche capannista vip o antipatia per runners e bikers?
La Regione che dice?
E il Comune, che vuole promuovere l'uso dei percorsi ciclabili, proprio non riesce ad intervenire su questo ente regionale?
Questo itinerario si trova, online, tra i percorsi ciclabili consigliati per i cicloturisti... che figura ci facciamo?
Gattostanco

Ops... nel tratto (solo in quello) dove ci sono i capanni da pesca, la manutenzione è perfetta...
Si raggiunge l'Adriatico a sud di Lido Adriano


giovedì 23 agosto 2018

Gli abbattimenti mai eseguiti dei daini in soprannumero: pericolo mortale

Per fortuna questo turista tedesco guidava una BMW a quattro ruote e non una moto... in caso contrario, forse, oltre all'animale conteremmo anche vittime umane.
E questo perchè qualche decina di animalisti-deficienti hanno di fatto impedito l'abbattimento, deciso qualche tempo fa dalla Provincia di Ravenna, di questi animali in soprannumero ed incontrollabili, che spesso attraversano una delle strade più trafficate della Romagna, la statale Adriatica tra Ravenna e Cervia.
Personalmente, da motociclista, propenderei per l'abbattimento anche degli animalisti-talebani, ma pare che ci sia una legge che ancora li protegge :-D 
Scherzi a parte: prima che ci siano dei morti, gli Enti Locali DEVONO provvedere a ridurre il numero di questi animali dannosi e non certamente a rischio di estinzione, oppure i pubblici amministratori ne saranno responsabili. 
E se gli ambientalisti continueranno ad avere comportamenti anche contro la legge, pur di impedirlo, questi andranno perseguiti e messi in condizione di non nuocere, perchè la legalità e l'interesse comune non possono essere schiacciati dalla scemenza esagitata di frange minoritarie.
(articolo del Corriere Romagna di oggi)

giovedì 16 agosto 2018

Un governo di cialtropopulisti

Un governo di cialtropopulisti ha bisogno di dare in pasto alle sue masse citrulle un capro espiatorio immediato... il problema va oltre il ponte crollato e la Società Autostrade. 
Una democrazia si basa sul Diritto, sulla certezza delle regole. Se si dimostrerà che Società Autostrade sapeva e non ha fatto, dovrà pagare, ma cosa succederebbe se, mettiamo tra due anni, le perizie dimostrassero che si è trattato di un errore di un'azienda a cui era stata affidata (e pagata) la manutenzione? E/o di qualche stimatissimo e pagatissimo tecnico che aveva rassicurato Società Autostrade sul fatto che c'era tempo per fare una normale manutenzione?
Se ci esplode la caldaia di casa, la colpa è nostra se non abbiamo fatto la manutenzione o abbiamo sottovalutato eventuali segnali di allarme, ma se è esplosa per un errore dei tecnici a cui l'abbiamo affidata? 
Un Governo serio NON può scavalcare la Magistratura, le indagini. Non può oggi colpire Società Autostrade per farsi bello davanti alle masse che vogliono il colpevole subito, e domani qualcun altro... 
Così facendo si torna al far West... ...ma forse è quello che vogliono questi cialtroni al governo, perchè se gli italiani tornano a pensare e a ragionare, questi dilettanti populisti e sfascisti mica li votano più...

lunedì 30 luglio 2018

Il fresco dell'Abetone

Solo due giorni liberi dagli impegni, ma tra settimana, quindi lontano dal traffico che nei w-e estivi rende poco piacevoli.
Giovedì 26 luglio. Partiamo con calma, affrontiamo la pianura fino a Casalfiumanese, poi salendo verso il Passo della Raticosa si comincia a godere del fatto che tra settimana il traffico è limitato e non ci sono molti smanettoni, quindi si prende il ritmo e si va gustandosi strada e paesaggi. 
Breve fermata al Sasso di San Zanobi, strana formazione rocciosa dalle incredibili striature verdastre e violacee, di origine magmatica e sottomarina, poi al Colle di Canda (che non è indicato da nessun cartello, peccato) prima di raggiungere lo Chalet della Raticosa, uno dei passi più famosi e trafficati dell'Appennino bolognese.
Il Passo della Raticosa, sulla statale della Futa, non ha bisogno di presentazioni. E' su una delle strade più belle ed amate dai motociclisti, e qui ci vengono i collaudatori Ducati per provare i modelli nuovi, quindi... ;-) 
Noi infatti svoltiamo proprio sulla statale della Futa in direzione Monghidoro, per poi lasciarla raggiungendo il Valico di Pian di Balestra.
Da qui, dopo aver scavalcato il Passo del Zanchetto,  raggiungiamo il Lago di Suviana, su stradine secondarie e abbastanza dissestate che stanno preparandosi ad ospitare un rally di auto storiche.
Abbiamo deciso di raggiungere l'Abetone da sud, e su stradine secondarie e poco conosciute... i paesi che attraversiamo non sono certamente delle metropoli: Monachino, Acquerino... raggiungiamo il Valico di Fontana a Taona (anche qui un cartello indicatore sarebbe stato apprezzato, da un collezionista di passi!) maledicendo i tagli ai bilanci delle provincie... l'asfalto non vede manutenzione da anni, e le voragini sono profonde e pericolose.
Eccoci al Passo della Collina (o Passo della Collina Vecchia, che ancora mancava alla mia Collezione - ndr), dove ci fermiamo per un meritato panino annaffiato da un buon bicchiere di rosso, e scendendo verso Spedaletto troviamo un altro tratto di strada che ci fa vergognare di essere italiani :-(
Per fortuna le strade tornano ad essere degne di un Paese occidentale tra Sammomè e Passo dell'Oppio, perchè prendiamo una 'bomba d'acqua' di prima grandezza.
Abbiamo avuto il tempo di indossare l'antipioggia ad un provvidenziale distributore, ma la furia degli elementi ci lascia un attimo intimoriti, con veri e propri torrenti di acqua e fango che sgorgano dai fianchi della montagna invadendo la strada.
La Multistrada (anche grazie alle Pirelli Scorpion Trail II) dà un grande senso di sicurezza, ma quando la pioggia comincia ad essere piena di grandine, decidiamo di ripararci cinque minuti...
Ripartiti (asciutti... ottimo voto anche all'antipioggia Ducati di produzione Revit) facciamo una sosta-caffè a San Marcello Pistoiese, dove incontriamo un Multistradista Lussemburghese che ci chiede preoccupato informazioni e previsioni meteo, e poi saliamo tranquilli fino in cima al Passo dell'Abetone, godendoci per quanto possibile la bella strada (pur in presenza di asfalto bagnato e sporco di foglie cadute a causa della violenta grandinata).
Arriviamo all'Abetone che già altre nuvole nere incombono minacciose per un secondo round.
Decidiamo in fretta per l'Albergo Regina: il tempo di scaricare le valige e di ingrassare un po' la catena, ed il temporale torna a farsi sentire.
Noi però siamo già sotto la doccia, poi usciamo muniti di ombrelli per dare un'occhiata ai negozi e, alla fine, comprare marmellate di mirtilli (qui sono famosi).
Il sole torna ad ora di cena.
L'albergo Regina
www.albergoregina.com
La voglia di goderci il freschino, sapendo che a Ravenna ci sono 35 gradi ed un'afa pazzesca, ci porta a scegliere di mangiare fuori, ed è una scelta azzeccata, così come lo è stata la scelta dell'albergo.
La tagliata è notevole, il dolce tradizionale dell'Albergo, lo 'spumone' è fantastico, il Trebbiano va giù che è un piacere, il Mirto chiude bene la serata, ed al mattino troveremo pure che il tutto ha un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Un albergo davvero consigliato!
Venerdì 27 luglio: dopo un riposo splendido (finalmente un po' di fresco!) ed un'abbondante ed appetitosa colazione, lasciamo l'Abetone.
Andiamo in esplorazione prendendo la stradina che, partendo proprio di fianco all'Albergo Regina, porta ad Uccelliera e poi a Fiumalbo.
A Fiumalbo la sosta-caffè si prolunga un po', perchè è un paesino molto caratteristico e piacevole per una passeggiata tra vicoli e passaggi di carattere medioevale.
La voglia di guidare ci porta ad 'allungarci' fino al Passo delle Radici (asfalto un po' rovinato... ma ci stanno lavorando!) poi una stradina 'alta' e secondaria in direzione di Roccapelago, dalla cui rocca si gode una vista notevole.
Passiamo Sestola, e poi compriamo i panini per il pranzo di mezzogiorno, che decidiamo di gustarci a Rocca Cornetta! La vista che offre questo stretto sperone di roccia è strabiliante...
Facciamo benzina e ci godiamo le bellissime strada provinciale di Madolma (sp 57) prima di 'infilarci' nei boschi fittissimi di Granaglione.
Una sosta-caffè in questo paesino in mezzo alla fittissima vegetazione è d'obbligo, poi a Boschi ci fermiamo solo per una foto... questa deviazione che poi ci porterà a Molino del Pallone è davvero divertente e piacevole, sia per il gusto di guida che per il verde ed i panorami offerti.
Eccoci a Pavana, patria del GRANDE GUCCINI (da me amatissimo sia come cantastorie sia di scrittore), poi Sambuca Pistoiese, il Lago di Suviana e quello del Brasimone, con il suo reattore atomico dell'ENEA a dimostrare che non tutto il nucleare è 'cattivo'.
Dopo Castiglione dei Pepoli la salita a Baragazza e poi a Roncobilaccio è divertentissima, poi raggiungiamo il Passo della Futa.
Lasciamo l'enorme cimitero tedesco della Futa (oltre 30.000 caduti riposano lì dopo aver scontato con la vita l'assurdità della guerra nazista) e ci dirigiamo a Firenzuola.
Ci aspetta l'ultimo passo, il poco conosciuto ma bellissimo Paretaio, che ci porterà quasi fino alla pianura... poi è solo caldo e afa, ma ancora una volta la nostra Multistrada ci ha regalato emozioni e divertimento.
Alla prossima!
N.B.: qualche altra foto e le mappe dell'itinerario (circa 500 chilometri complessivi da Ravenna) sono in questo album pubblicato su Google Foto

domenica 15 luglio 2018

L'alternativa più divertente alla spiaggia

L'itinerario... a/r da Ravenna circa 350 km
Domenica 15 luglio. Ieri, in spiaggia, il sole scottava davvero, e stamattina Claudia ed io abbiamo scelto di non rischiare la spellatura con un'altra arrostita sul lettina... dovendo decidere quindi come passare la giornata, abbiamo pensato di fare una cosa utile: togliere la cera dalla coppia di Scorpion Trail II montata due giorni fa sulla Multistrada... ;-)
'Itinerario tranquillo e conosciuto' - ci siamo detti - 'magari con una fermata alla Consuma per una schiacciata'... in realtà con Claudia non sai mai se l'itinerario sarà 'tranquillo e conosciuto', perchè se vede una mulattiera ghiaiosa e ripida che sale in cima ad un cucuzzolo tende sempre a voler andare a vedere 'dove porta'.
Conoscendola da un bel pezzo ho montato il TomTom... non si sa mai :-)
Vallombrosa. Motofotografa
in azione sul Sasso del Diavolo
Partiamo presto per anticipare l'afa e l'alta temperatura di questo w-e di metà luglio... dopo un caffè nel solito barettino di Rovere, la pianura lascia spazio alle prime curve e le prime salite... con tranquillità togliamo la cera dalle gomme sulle curve che portano al Passo del Muraglione.
E' una giornata con poco traffico. Anche sul Muraglione non incrociamo nè veniamo sverniciati da motoimbecilli (quelli che lasciano a casa il cervello e attirano l'odio della pubblica opinione sui motociclisti)... scendiamo quindi verso Dicomano e poi fino a Scopeti, dove ci arrampichiamo verso Rimaggio e gli splendidi vigneti di Pomino.
Una volta raggiunto Borselli ci inseriamo sulla statale della Consuma, ma troviamo davvero molto traffico: evidentemente anche da Firenze e zone limitrofe in molti hanno avuto voglia di salire verso le colline alla ricerca del fresco.
Il fresco, allora, lo andiamo a cercare in Vallombrosa (svoltando a destra un po' prima di raggiungere Consuma).
Il display della Multistrada si converte in modalità 'notturno'... Vallombrosa è davvero ...ombrosa :-)
L'asfalto però è davvero messo male, e questo impedisce anche di guardarsi bene attorno. Una foto dal Sasso del Diavolo, una fuga veloce dal troppo affollamento di Vallombrosa-paese e, anzichè tornare indietro verso Consuma, notiamo un waypoint che avevo inserito sul TomTom.... trattasi del Valico della Croce Vecchia.
Valico della Croce Vecchia, Vallombrosa,
nuovo passo per la Collezione
Da quella parte non siamo mai andati, credo che poi, verso sud, ci siano altri passi ed anche dei tratti sterrati che non abbiamo mai percorso, ma visto che non è tardi, non abbiamo nè fretta nè impegni, ovvio che Claudia dica 'andiamo a vedere'.
Raggiunto il Valico della Croce Vecchia, quindi optiamo per scendere a sud verso Sella Secchieta. Qui la strada sale oltre il limite del bosco e, tra ripetitori e pale eoliche, il panorama diventa interessante... e l'asfalto finisce.
Abbiamo le gomme nuove, passiamo le sospensioni e l'erogazione del motore della Multi in mappatura 'enduro' e proseguiamo verso il Valico di Croce Cardeto ed il Varco di Reggello... polvere tanta, qualche sconnessione e un bel po' di ghiaia, ma si tratta di una strada panoramica fattibile con qualsiasi moto. La Multi non si scompone, anche se in effetti, sapendo di essere in due, cerco di guidare in maniera 'felpata'.
Poco prima di Bagno di Cetica (un paio di case ed un albergo-ristorante) si torna all'asfalto, anche se la strada è stretta e sembra di stare in mezzo al nulla...
La strada panoramica nei pressi
del Varco di Reggello
Troviamo comunque la rotta per ritrovare la strada statale della Consuma dalle parti di Borgo alla Collina poi, visto il tanto traffico, scegliamo di risalire subito verso il Passo della Calla e Campigna, accantonando la voglia di schiacciata per il prossimo giro da queste parti.
Tra le splendide curve della Bidentina, che da Stia sale al Passo della Calla, puliamo le gomme dalla polvere. Non c'è traffico, non ci sono trappole della Forestale (anzi: dei Carabinieri Forestali del Comando di Arezzo)... noi andiamo sostanzialmente tranquilli, ma ammetto che due o tre auto estremamente lente le ho sorpassate pur in presenza di linea continua... è una vergogna che la Provincia di Arezzo abbia deciso di mettere il divieto di sorpasso senza soluzione di continuità per tutti i 17 km di quella strada, anche nei punti nei quali c'è un po' di rettilineo ed una buona visibilità, rendendo il superamento dei veicoli-lumaca (ed in montagna ogni tanto ce ne sono) un comportamento illegittimo (seppur di buon senso). 
Le tagliatelle all'Alpen Bar di Campigna
sono sempre ottime ;-)
I pubblici amministratori italiani si dovrebbero vergognare, quando viaggiano per le strade dove hanno deciso limiti e divieti assurdi e senza senso, perchè in questo modo inducono anche le persone più educate e di buon senso ad infrangere le regole. E così facendo, poi, tolgono anche un bel po' di divertimento, perchè anzichè guardare la strada ed i panorami, si è sempre in allerta alla ricerca di autovelox o auto-civetta alla pratica del mototurismo... e, così facendo, le autorità danneggiano fortemente le poche attività economiche dell'appennino. I motoimbecilli (ma ogni tanto si incontrano anche autoimbecilli che guidano come pazzi scatenati, oppure che vanno a zig-zag perchè leggono e/o scrivono messaggi sullo smartphone) si combattono con il controllo del territorio e dei comportamenti, non con limiti stupidi e trabocchetti a 30 all'ora.
Cmq le tagliatelle dell'Alpen Bar di Campigna sono sempre meravigliose. E così la piadina formaggio-e-prosciutto. Quando, in tv, vediamo che le gomme delle Desmosedici cominciano a far rallentare Lorenzo, Petrucci ed il Dovi, noi ne approfittiamo per scendere verso la Romagna anticipando il traffico delle altre 'due ruote'. 
Una Coca-Cola al Passo del Carnaio, per fare le ultime curve in quota, e poi si torna all'afa della pianura. E adesso si va ad aggiornare la Collezione... quattro passi nuovi in una mattina... mica male :-)
Come sempre la Multistrada ci ha garantito una domenica di puro divertimento. Gran moto questa Ducatone rossa!
Qualche foto in più in questo piccolo ALBUM su Google Foto

lunedì 2 luglio 2018

Ho letto su Motociclismo che di moto non ci capisco proprio nulla...

La Multicesso su Motociclismo
di luglio 2018
Dal 2015 a tutto giugno 2018, la Multistrada 1200 (poi, oggi, la 1260) è sempre risultata una delle moto migliori sul mercato, non solo per le migliaia di appassionati che l'hanno provata, acquistata, ed ogni giorno se la godono, ma anche per le testate giornalistiche di tutto il mondo.
Fino all'avvento della 1260 c'erano solo due punti giudicati 'deboli', il buco di coppia (ai medi) che alcuni avvertono e trovano fastidioso, ed una ciclistica molto agile che può lasciare innescare qualche ondeggiamento alle altissime velocità (a dire la verità, a pieno carico, le mie due Multi 1200 sono sempre state più che stabili fino ai 200 all'ora... come sempre provato sulle autobahn tedesche ;-) ).
Poi, a luglio 2018, esce una comparativa su Motociclismo, a firma di Fabio Meloni che, con altri sei 'tester', è andato fino in Australia per scoprire che la Multistrada 1260 è una schifezza.
La posizione di guida è pessima (scopre finalmente il prode Meloni), infossata, le gambe troppo piegate (magari, forse, posizionare la sella in posizione alta, come la tengo io da tre anni, avrebbe aiutato, pensa il povero multistradista abbonato nel leggere questa perla di scienza applicata all'ergonomia motociclistica, visto che in foto la Multistrada ce l'ha in quella bassa), il motore in basso vibra che fa pena (cazzo hanno speso tutti quei soldi nel DVT... tanto valeva tenersi il cammellante Desmo a tre valvole della ST3, no?), andando per le bellissime strade australiane non si riesce neppure a godersi il panorama, perchè la ciclistica e le sospensioni ti fanno rischiare di finire fuori strada ad ogni curva o ad ogni avvallamento (porca miseria: in questi anni, anche su Motociclismo, tutti-ma-proprio-tutti hanno sempre magnificato la ciclistica e le sospensioni Skyhook... ma questo Meloni e questi sei tester che Motociclismo ha fortunatamente inviato nella terra dei canguri sono degli eroi, dei geni che hanno riscritto la Storia del motociclismo moderno!!!). 
E pensare che io ero convinto che la mia Multi 1200s fosse la migliore moto mai avuta, proprio per come mi sto trovando per ciclistica e sospensioni attive. Ora devo andare in terapia... oppure girare per concessionarie della concorrenza a provare GS, V-Strom, Supertenerè e TRK502 per comprendere davvero come dev'essere una buona moto... magari potrei cercare su internet il mio vecchio TDM850... ricordo che nel 2002, quando lo vendetti, non mi pareva la moto migliore del mondo, però il panorama, tra le curve, mi permetteva di gustarmelo!!!
WOW. Se fossi il direttore di Motociclismo, ora però procederei immediatamente a licenziare (prima che Giggino Di Maio abolisca il Job Act) tutti i redattori ed i tester che, negli ultimi quattro anni hanno provato e scritto della Multistrada... 
E poi scriverei un bell'editoriale con un appello rivolto a tutti quelli che, da anni, fanno chilometri con queste 'bare volanti' made in Borgo Panigale: 'se fino ad oggi siete riusciti a divertirvi sulle strade dolomitiche, sulle Alpenstrasse austriache, tra le gole del Verdon, guardando pure il panorama e sopravvivendo a questa avventura ai limiti dell'impossibile, siete dei Fenomeni. Vi aspettiamo come tester di Motociclismo. Tutti. Firmato: Marco Riccardi, direttore di Motociclismo'.
Purtroppo, caro Direttore, non ho tempo per fare il tester, anche se mi piacerebbe fare un bel viaggetto tutto-spesato in Australia, quindi io rinuncio. Ma mi sarebbe piaciuto provare finalmente una moto decente, quindi attendo fremente la prova della nuova versione giallo/marrone/rally-specia-moon-edition del GS1200. Sbrigatevi, però, perchè il mio abbonamento scade tra qualche mese, e dopo vent'anni ho deciso che per leggere simili cazzate è inutile spendere dei soldi per una rivista, basta andare sui social.
Le testate giornalistiche devono essere credibili ed autorevoli, per meritarsi i soldi dei lettori. 
E a mio parere Motociclismo oggi non lo è più.
Gattostanco

lunedì 11 giugno 2018

La tregedia del Vajont, ma anche la bellezza di Erto e Casso

La diga del Vajont e la frana
che ha riempito l'invaso
Lo scorso w-e lo abbiamo passato nei pressi del Vajont. Non solo per (ri)vedere i luoghi di quella tragedia, ma anche per godere di un'ospitalità gradevole tra montagne splendide ma tuttora solo lambite da un turismo ancora rarefatto e leggero.
Casso è un pugno di case arroccate sopra il bacino del Vajont, proprio di fronte alla 'M' della cicatrice sul Monte Toc... Consiglio di parcheggiare e poi, con una facilissima passeggiata in costa di dieci minuti, partendo dal piccolo cimitero, raggiungere il punto panoramico posto proprio sopra la diga. Da lì, potrete comprendere davvero quanto piccolo sia quell'ardito e robusto manufatto dell'uomo, rispetto a quella montagna di 250 milioni di metri cubi di terra e roccia che ha riempito il lago e lanciato i suoi 150 milioni di metri cubi di acqua sopra la diga, comprimendola nel canyon che poi l'ha fatta esplodere come una bomba spazzando via Longarone (N.B. il nostro Lago di Ridracoli, tanto per dare un'idea delle dimensioni dell'avvenimento, contiene al massimo 33 milioni di metri cubi d'acqua!!!).
Al Bar K2 di Casso: i prezzi
sono inversamente proporzionali
all'ottima qualità 
Non solo. Casso merita anche una breve visita tra le case, molte delle quali abbandonate dal 1963 (gli abitanti di Erto e Casso furono obbligati ad andarsene e gli fu impedito di tornare per anni). E poi ci sono due chicche dedicate a chi ama un turismo lento, tranquillo e non di massa:
- il Bar K2, che sembra essere fermo agli anni '70 come arredi e struttura. Però è pulito, ordinato, tenuto benissimo e con grande attenzione. Con pochi Euro, e solo un po' di pazienza (la fretta va lasciata in pianura) potrete assaggiare salumi e formaggi del posto seduti in uno dei quattro o cinque tavolini mentre osserverete i dettagli della cicatrice sul Monte Toc. Il telefono dovrebbe essere: 333.2038810
. poi c'è il Mercatino di Teresa, in mezzo alle case del paese. Noi ogni volta che passiamo di qui ci fermiamo a lasciare il nostro piccolo contributo a chi, più per amore e passione che per profitto, tiene aperto da queste parti. I formaggi di primissima qualità, alcuni biscotti 'fatti in casa' squisiti... libri... confetture... due chiacchiere e qualche ricordo. Ah, è anche possibile mangiare qui: c'è un tavolo dentro al negozio ed un tavolino fuori ;-) Non perdetelo (il telefono dovrebbe essere il 348 899 7884).
Erto
Erto è l'altro paese che fu solo lambito dall'ondata dovuta alla frana, ma fu evacuato ed obbligatoriamente abbandonato (almeno per quanto riguarda la parte storica... dagli anni 70 fu costruita, ad una quota più alta, Erto Nuova... brutta ed impersonale, anche se c'è il laboratorio di scultura lignea di Mauro Corona, quindi una breve visita la merita).
Il centro antico da qualche anno, però, vede finalmente la ristrutturazione di alcune case, il ritorno di alcuni abitanti e la riapertura anche di due (ottime) osterie-ristoranti, il Gallo Cedrone e l'Osteria da Corona.
L'Hotel Erto
C'è poi l'Hotel Erto: 320.6630738, proprio nel piazzale del Museo del Vajont, subito sotto la strada principale ed in posizione comodissima per lasciare auto e moto e scendere a piedi a visitare Erto vecchia. 70 euro una stanza doppia molto confortevole e con un'ottima colazione, una sosta all'Hotel Erto è assolutamente consigliabile
Certo: questi montanari avrebbero bisogno di un corso di formazione da parte degli imprenditori turistici romagnoli (mancano spesso insegne, siti internet aggiornati, materiale promozionale) :-) ma se li si riesce a trovare, ti lasciano ricordi che sanno di buono e ti viene subito voglia di tornare.
E poi non c'è solo la tragedia del Vajont: abbiamo scoperto molti sentieri per scarpinare, tra casere e rifugi meno affollati di quelli delle Dolomiti fassane, ma con scorci e vedute che ti fanno passare la stanchezza della salita... ad esempio, raggiunta in auto un piazzale sotto Casera Mela, in un paio d'ore abbiamo guadagnato il Rifugio Maniago (però, se tirava il sentiero ;-) ).
Mettete in agenda un w-e a Erto e Casso. Lo meritano!
Qualche FOTO in più in questo ALBUM su Google Foto.
Gattostanco, 11 giugno 2018
Il Rifugio Maniago è raggiunto dopo due ore di salita :-)