venerdì 31 agosto 2012

Un Paese sempre meno gradevole

Domenica scorsa, sulla statale del Muraglione, il Corpo Forestale dello Stato ha proceduto a ritirare ben 38 patenti. Io non ho mai difeso chi scambia la strada con la pista mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti gli altri utenti della strada, anzi... ma da qualche racconto ho avuto la sensazione che la Forestale non abbi a'beccato' solo i cosiddetti smanettoni...
E allora ho scritto questa e-mail all'URP del C.F.S. di Roma, e all'ASAPS. Chissà se qualcuno si degnerà di leggerla...
Buongiorno, chi vi scrive è un cittadino in moto. Nel senso che ho 48 anni, percorro annualmente circa 15.000 km in moto ed altrettanti in auto.
Negli ultimi 25 anni NON ho mai preso una multa e, un po' per prudenza, un po' anche per fortuna, non sono mai stato coinvolto in incidenti. Impegnato nel Coordinamento Italiano Motociclisti, inoltre, non manco di esprimere forti critiche rispetto alla mancanza di cultura motociclistica di chi scambia la strada per una pista, mettendo a repentaglio anche l'incolumità degli altri utenti della strada.
Credo di potermi esprimere quindi con una certa franchezza rispetto a quanto ho potuto leggere ed apprendere da fonti dirette sui metodi della 'Forestradale' di Arezzo, che solo domenica scorsa, sulla statale del Muraglione, ha elevato moltissime sanzioni e ritirate 38 patenti.
Che al Muraglione, come su altri Passi, ci siano dei cretini che scambiano la strada per la pista, non ci piove.
Ma siamo sicuri che la famosa 'strategia' della Forestale di Arezzo colpisca solo questi delinquenti?
Intanto i limiti di velocità, in molti tratti, sono assurdamenti bassi. 60 all'ora. Addirittura sulla strada della Calla, anche in zone rettilinee, ci sono i 40. E spessissimo vige il divieto di sorpasso, anche nei rettilinei in salita.
Che senso hanno? Solo quello di disabituare automobilisti e motociclisti a rispettarli.

Sono a tutti gli effetti controproducenti, riducendo la percezione positiva, da parte degli utenti, nel confronto del rispetto delle regole.
C'è poi il comportamento della Forestale di Arezzo.
Pare che domenica scorsa la loro auto civetta, con la telecamera a bordo, viaggiasse molto lenta, praticamente inducendo i motociclisti a sorpassarla pur in presenza di divieto di sorpasso.
Poi, una volta arrivati in cima, ecco il 'pattuglione' a notificare i provvedimenti.
Se questa ricostruzione dei fatti, così come raccontata da uno dei 'sanzionati', è vera, mi sembra il minimo chiedere l'immediata cessazione di questa 'strategia'.
Si tratta quasi di un'incitazione a delinquere, un atteggiamento che lede il senso di rispetto delle Istituzioni da parte dei cittadini, uno 'sparare nel mucchio' che non colpisce solo i più pericolosi, ma 'a random' chiunque di noi si possa trovare casualmente davanti il trabocchetto.
L'Italia ha bisogno di altro. Ci vogliono divieti, prescrizioni e limiti seri, rapportati alle reali possibilità delle strade e dei mezzi moderni. Prescrizioni e limiti che possano essere compresi come 'seri' ed accettabili dagli utenti della strada.
E poi ci vuole la capacità di colpire i comportamenti criminali e pericolosi di chi li mette in atto.
Porre limiti assurdi, piazzarsi in mezzo alla strada a 50 all'ora e sanzionare chi, in sicurezza ed in pochi secondi, sorpassa, è un 'tiro al piccione indegno' del rispetto che si deve avere per un Corpo dello Stato. Ma anche del rispetto che un Corpo dello Stato deve ai cittadini.
Viaggio spesso in Austria, in Svizzera, recentemente in Islanda, dove le Forze dell'Ordine sono giustamente considerate molto severe: bene, passare le ferie in moto in quei Paesi è molto più divertente che in Italia. Là se c'è un limite ridotto o un divieto di sorpasso, se ne comprende immediatamente il motivo. E poi la strada torna a limiti e prescrizioni 'normali'.
Questo ci rende un Paese sempre meno gradevole, danneggiando anche il comparto turistico e quello enogastronomico, bruciando inoltre posti di lavoro e opportunità importanti.
Mi piacerebbe che queste mie poche righe potessero far sì che si aprisse un dibattito su come incentivare un comportamento responsabile sulle strade senza ricorrere a questi metodi deleteri, facendo in modo che motociclisti, ciclisti, automobilisti e utenti professionali siano parificati in rispetto e responsabilità.
Grazie dell'attenzione e distinti saluti

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E' giusto postare qui la risposta (dal tono molto cortese, ma che nel contenuto mostra di non conoscere il comportamento del Comando di Arezzo) giunta dall'URP del Comando nazionale del Corpo Forestale dello Stato:

Gentile Sig Giancarlo Gattelli,
la ringrazio per la Sua mail e Le illustro, in maniera molto sintetica, i controlli effettuati dai colleghi in provincia di Arezzo sulle strade di montagna.
Il progetto "Defend life", curato dal Corpo forestale dello Stato per la sicurezza stradale, in Provincia di Arezzo, è ormai giunto al quarto anno di vita. Avviato ufficialmente nel 2008, con l´istituzione di un apposito Nucleo operativo speciale,  ad oggi rappresenta un modello innovativo  destinato ad essere esteso anche ad altre realtà territoriali.
Il tema della sicurezza stradale sembra lontano dai compiti istituzionali riferiti normalmente al Corpo, ma chi muove una simile obiezione non conosce, in realtà, né i Codici, né l´evoluzione storica del comparto delle Forze dell´ordine che ha portato ad  una sempre maggiore interazione e collaborazione su tutti i temi che attengono alla sicurezza della cittadinanza. Esistono, quindi, settori che rimangono prerogativa esclusiva di alcuni particolari soggetti (si pensi, ad esempio, ai reati in materia fiscale sanzionati dalla Guardia di Finanza o le attività di Polizia militare svolte dall´Arma dei Carabinieri) ed altri che, invece, vedono il concorso di tutto il comparto. Cooperazione ed azioni interforze sono, inoltre, un importante motore per migliorare la professionalità degli operatori ed accrescere le risposte operative. Da questi presupposti è, dunque, partito il progetto "Defend life" destinato al monitoraggio di alcuni tratti viari, con particolari caratteristiche, della provincia di Arezzo: la SP 208 nel tratto che va da Pieve Santo Stefano a Chiusi della Verna;  la SR 258 tra Ponte Presale e Badia Prataglia; la SP 556 nel tratto compreso tra Stia, Valluccioli ed il Passo di Croce ai Mori ed, infine, la SP 310 da Stia al Passo della Calla.
Strade di montagna di grande bellezza, che si snodano in un paesaggio ricco di boschi e di tradizioni storiche importanti. Ma anche caratterizzate da un percorso tortuoso, con curve e dislivelli, da un fondo stradale spesso pericoloso e da guidatori  piuttosto indisciplinati. 
Su tali starde si sono registrati numerosi incidenti con morti e feriti e si sono svolte spesso vere e proprie competizioni non autorizzate tra motociclisti. Senza trascurare poi, le modifiche apportate ai mezzi, vietate per legge, e i livleli di inquionamento sonoro causati dai mega raduni di motociclisti.
Nell'allegato opuscolo, redatto in collaborazione con l' Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, troverà spiegate le tecniche che vengono utilizzate per effettuare i controlli su strada. Prevedono tipologie e situazioni diverse e l'impiego di supporti particolari per rilevare le comuni infrazioni.
La prego di darne la massima diffusione nell'ambito del Coordinamento Italiano Motociclisti.
Lei si dichiara guidatore prudente e rispettoso della cultura motociclistica. Sono lieto di informarLa che il tipo di sistema di controlli messi in atto dal Corpo forestale dello Stato è finalizzato proprio a favore di chi rispetta il codice della strada e non vive la passaggiata motociclistica, specie in aree protette o di particolare bellezza paesaggistica, come mero "esercizio sportivo". 
I limiti assurdi di cui Lei parla non sono certamente fissati dal CFS, ma tengono conto anche e soprattutto delle condizioni stradali e dei potenziali rischi: attraversamento di animali, presenza di pedoni, tipologia del traffico e del manto stradale.
Le riporto, infine, un breve passaggio comparso in questi giorni sulla stampa locale:
"...il Cfs sta svolgendo, con grande professionalità e apprezzamento dell'Ente Parco delle Foreste casentinesi, un'operazione di sicurezza stradale voluta dalle Prefetture sulle strade del Parco Nazionale, che sono state teatro di gravissimi incidenti motociclistici, alcuni mortali, causati dal mancato rispetto delle basilari regole del Codice della Strada, ma anche di quelle del vivere civile.
E qui ci sembra giusto sottolineare la differenza fa i motociclisti veri (cioè quelli che si godono profumi e paesaggi passeggiando "al minimo" per le nostre splendide valli e paesi; questi sono assolutamente i benvenuti nel Parco) e i "delinquenti su 2 ruote" (che pensano alla vita propria e a quella degli altri come a un valore "zero"; di questi facciamo volentieri a meno).

I controlli non hanno alcuno scopo di "fare cassa", come viene demagogicamente sostenuto, poiché i proventi delle contravvenzioni vanno nelle casse dello Stato, certo non in quelle del Parco Nazionale. Il Corpo Forestale si chiama "dello Stato" perché vigila sul rispetto di tutte le norme dello Stato italiano (stradali e non) a tutela della intera collettività; cioè i diritti di tutti, contro gli abusi di qualcuno!
C'è "volontà vessatoria" nel far rispettare le più semplici ed elementari regole del vivere civile? O forse è preferibile che i privilegi, gli abusi e gli interessi privatistici di qualcuno prevarichino i diritti di tutta la collettività?

I Parchi Nazionali tutelano un bene pubblico - quale è l'Ambiente - prima di tutto per i nostri figli, ovvero il nostro presente e il nostro futuro. Bene pubblico significa "bene di tutti!" e tutti hanno il diritto di goderne e beneficiarne in ugual modo, per questo il mancato rispetto delle regole viene sanzionato: semplice e normale convivenza civile, propria di una comunità evoluta".
Certo del suo apprezzamento e sostegno alle finalità sopra descritte Le porgo distinti saluti.
...mi è sembrato opportuno omettere la pubblicazione della firma (nota di Gattostanco)

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E questa, invece, è la mia replica:
Gent.mo Dr. Xxxxxxx,
la ringrazio per la sollecitudine della Risposta, ma purtroppo il nocciolo dle problema rimane irrisolto.
Ho la certezza che l'auto della Forestale di Arezzo procedesse molto piano, persino al di sotto dei limiti (che già ritengo assurdi nel 2012) di 60 all'ora.
Quell'auto lenta, in un punto non particolarmente pericoloso, l'avremmo sorpassata, in moto, sia io che lei, per quanto rispettosi del buon senso e delle regole...
Quindi, utilizzata in quel modo ed in quel punto, quell'auto dava la certezza alla Forestale di Arezzo di sanzionare la quasi totalità dei motociclisti, non solo quelli che scambiano la strada per la pista.
Già, i limiti.
Viaggio spesso in Austria, Svizzera. Ho avuto la fortuna di viaggiare in Irlanda e Islanda, dove ci sono probabilmente più boschi ed animali che nel nostro Appennino. Mai visti limiti così assurdi.
I limiti sappiamo perfettamente, Lei ed io, che vengono posti dagli Enti propietari della strada. Ma sta nella capacità interpretativa delle FF.OO. di decidere dove posizionare un autovelox o... un'auto civetta dotata di telecamera.
Se il Comando di Arezzo continuerà così, probabilmente riuscirà a rarefare di molto la presenza dei motociclisti, ma soprattutto di quelli 'normali', che probabilmente non riescono a rispettare completamente i limiti assurdi, e che portano solo valore aggiunto e lavoro a località che ne hanno un gran bisogno.
Mi auguro che il Comando del C.F.S. possa intervenire su Arezzo affinchè si ritrovi una giusta 'via di mezzo' tra il compiere il proprio dovere e lo scatenare assurde ed inaccettabili crociate.
Con cordialità,
Giancarlo Gattelli

mercoledì 22 agosto 2012

Islanda 2012 - conclusioni

Concludendo... la mattina di mercoledì 22 agosto il Flybus ci ha caricati direttamente dall'albergo di Reykjavik e ci ha portato all'Aereoporto internazionale di Keflavik. E' stato un viaggio di ritorno durante il quale non abbiamo potuto fare a meno di ricordare, insieme a Cristina e Stefano, tutti i momenti e le cose splendide che abbiamo visto. Forse, abitare in Islanda tutto l'anno non dove essere facile, ma si tratta di una Terra che affascina. Un viaggio che è assolutamente valsa la pena fare, assolutamente!
Voglio ringraziare Alessandro Tamburini (Alex) di Exodus. E' vero, quello del tour operator è il suo mestiere ed ovviamente sul nostro viaggio ne ha ricavato un utile imprenditoriale, però Alex era qui con la sua moto, a guidare per le piste interne quelli che, con l'enduro tassellato e senza passeggero, hanno cercato l'avventura dell'Islanda senza asfalto e senza ponti, con i guadi da passare... ecco: Alex mi ha dato l'impressione di essere, oltre che un imprenditore, anche un vero Motociclista. Quindi: grazie per l'idea del trasporto della moto in camion, che ha dato la possibilità di arrivare fin qui a chi non aveva sufficienti giorni di ferie. Ah: i siti di Alex sono: www.lislandadialex.it e www.islandainmoto.it
Grazie anche a Claudia (moglie e complice di tanti viaggi e mai stanca di chilometri in moto, per fortuna), Cristina e Stefano per la sopportazione. Quando si sta insieme per tanti giorni, non sempre umori e sensazioni coincidono, ma poi se si è abituati a stare insieme, poi se ne ride e ci si passa sopra sempre ;-)
Note: la Stelvio si è comportata splendidamente. Avevo montato un treno di Pirelli Scorpion Rally e nei tratti sterrati e ghiaiati, credo mi abbiano dato un po' più di sicurezza, ma questo itinerario francamente si sarebbe ugualmente fatto anche con una moto puramente stradale.
In Islanda NON ho mai usato contante: solo carta di credito o bancomat. Anche per comprare solo un caffè o una cartolina. Là è normale e comunemente accettato, Credo che sarebbe un ottimo sistema, anche nel nostro Paese, per ridurre decisamente l'evasione fiscale ed i pericoli dovuti a furti e rapine... basterebbe che Governo e Parlamento si decidessero ad obbligare banche e società delle carte di credito a rivedere, nel nostro Paese, quelle che sono condizioni da terzo mondo.
Ah: la benzina costava meno che in Italia. Quasi ovunque si fa solo con carta di credito (alla stazione di servizio si paga il caffè o la zuppa, non la benzina). Bisogna digitare prima l'importo massimo richiesto (volendo fare il pieno basta inserire un importo molto alto), poi si paga solo la quantità erogata. Naturalmente occorre conoscere il PIN.
Il vino era molto costoso. Spesso cileno, australiano, argentino. Una bottiglia dalle 4.000 alle 6.000 corone. L'acqua, invece, è sempre gratis, fresca, buona. 
Zuppa e caffè sono quasi ovunque self service: quando pagate alla cassa vi danno il piatto per la zuppa e/o la tazzina per il caffè. Dopo di che vi servirete da soli nel pentolone della zuppa o al thermos del caffè, tutte le volte che vorrete. Ovviamente questo non vale per il cappuccino che, tra l'altro, abbiamo spesso trovato ottimo!
Cibo: a parte la curiosità di assaggiare il Puffin, devo dire che ci siamo sempre alimentati ad agnello o pesce. I ristoranti sono abbastanza costosi, ma non c'è poi questa gran differenza con il nostro Paese. Un semplice pranzo a base di zuppa e piatto del giorno in una stazione di servizio (aperta fino alle 22, e spesso anche alimentari/ristorantino/pizzeria costa abbastanza poco). 
Gattostanco, agosto 2012








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martedì 21 agosto 2012

Islanda 2012 - day 11

Martedì 21 agosto: il momento del rientro si avvicina. E si sente. Con la nostra macchina a noleggio andiamo a vedere un paio di villaggi di pescatori sulla costa, Eyrarbakki e Stokkseyri... in realtà da vedere non c'è granchè... qualche casa colorata, un paio di statue... decidiamo di rientrare presto a Reykjavik, e ci piazziamo due o tre ore in centro, a gustarci l'aria colorata di abitanti e turisti. Scordatevi le capitali con i palazzi monumentali: qui ci sono casette di legno o caseggiati bassi e modesti. Ma ci sono anche migliaia di caffè e ristorantini aperti ad ogni ora, giovani e meno giovani sempre a zonzo, la zona 'altrnativa', il laghetto dove dar da mangiare a oche e gabbiani... tranquillità e libertà di essere sè stessi, senza costrizioni: questa è la sensazione che mi è parso di sentire a Reykjavik...
Riconsegnamo la macchina e torniamo a cenare da Askur per l'ultima volta... domattina, alle cinque, il Flybus si fermerà davanti al nostro albergo. Questo viaggio è decisamente terminato. Che bello, però!!! 

le immense distese di colate laviche, le più vecchie ricoperte di morbidissimo muschio 
Eyrarbakki

Stokkseyri

Brughiera, attività termica e spazi sconfinati...

I colori di Reykjavik

I colori di Reykjavik

I colori di Reykjavik

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lunedì 20 agosto 2012

Islanda 2012 - day 10

Lunedì 20 agosto: chiediamo alla reception dell'Artic Hotel di cercarci una macchina a noleggio. Con qualche telefonata, gentilissimi, ci procurano una prenotazione per una Swift all'Europcar poco distante. In dieci minuti sbrighiamo le pratiche burocratiche e ci trasformiamo in automobilisti... piove... non è neppure troppo triste starsene asciutti dentro all'abitacolo. Stefano sostituisce i GPS (non abbiamo tenuto con noi i cavetti di alimentazione, ma tanto in auto si può consultare la piantina). Ci spariamo un bel giretto: il faro (e la foca) a Gardskagi, il ponte sulla spaccatura che vede allontanarsi di un paio di centimetri all'anno la faglia europea da quella americana... la fighetta 'Blue Lagoon', dove si paga fior di quattrini per immergersi nell'acqua termale (ma al di là di tutto un posto da vedere, incastonato così com'è in un enorme deserto di lava),la costa disabitata e 'povera' fino a Grindavik.
Troviamo l'area geotermica di Seltùn (che gareggia con Namafjall per bellezza dei colori e intensità delle emissioni gassose e di fango... qui c'è tutta la collina che 'fuma').
Un po' di strada sterrata ci tocca anche con la Swift... è il tratto che costeggia il bel laghetto di Kleifarvatn... peccato che si stia svuotando, da quando, pochi anni fa, l'ennesimo terremoto ha evidentemente danneggiato lo strato di roccia sottostante...
Prima di rientrare a Reykjavik troviamo poi un enorme sito di essicazione di merluzzo... qui i pesci sono già stati sfilettati, e ora lische e teste sono lasciate in balìa dei gabbiani fino alla prossima stagione di pesca.
La comparativa tra moto e auto, comunque, vede decisamente vittoriosa la moto, anche lasciando da parte il nostro 'essere tifosi' delle due ruote: se è vero che l'auto è più protettiva, da dentro l'abitacolo si colgono molto meno particolari... si è dentro ad una scatola, non si è fuori, in mezzo alla natura. La visione è ristretta da tetto, montanti, dalla seduta più bassa... insomma: parere unanime di tutti e quattro: decisamente meglio la moto, per un giro in Islanda!!!!!
Serata in centro a Reykjavik, alla Hereford Stikhus: menù a base di Puffin. I pulcinella di mare si dimostrano ottimi come antipasto (affumicati), ma con una carne un po' troppo selvatica e salmastra coime arrosto. Per quanto mi riguarda ora i Puffin possono dormire tranquilli... non credo che mi discosterò più, anche dovessi tornare nella meravigliosa Islanda, da agnello o merluzzo :-) 

il faro di Gardskagi

Foca a Gardskagi

Il 'ponte' sulla spaccatura provocata dall'allontanamento (2 cm all'anno) delle faglie americana ed europea...

Attorno a Blue Lagoon, infinite distese di colate laviche e di brughiera

Blue Lagoon 
Seltùn

Seltùn

Prima di rientrare a Reykjavik troviamo poi un enorme sito di essicazione di merluzzo... qui i pesci sono già stati sfilettati, e ora lische e teste sono lasciate in balìa dei gabbiani fino alla prossima stagione di pesca.

Reykjavik  
Reykjavik, Hereford Stikhus: menù a base di Puffin

L'itinerario della giornata

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domenica 19 agosto 2012

Islanda 2012 - day 9

Domenica 19 agosto: abbiamo promesso ad Alex ed Eddie di riconsare le nostre moto, affinchè possano ricaricarle sul camion, nel primissimo pomeriggio. E poi non c'è solo da lasciare la moto: c'è da risistemare tutti i bagagli: riporre caschi, giacche, pantaloni da moto (e i tanti souvenir accumulati) nei borsoni... insomma: rimarremo solo un po' di bagaglio a mano per rientrare in aereo con gli zainetti in spalla... quindi facciamo rotta direttamente su Reykjavik, dopo esserci naturalmente fermati a fotografare l'enorme Troll ed il cartello con le distanze (qui Verne ambientò Viaggio al centro della Terra!!!) di Arnastapi.
Ma anche in questi 200 chilometri di trasferimento tranquillo e rilassato, la penisola di Snaefellsne si rivela semplicemente stupenda: le fattorie sono pochissime (e ancor meno numerosi i paesini), ma non mancano le meraviglie naturali: cascate, colate di lava, di età diverse, che hanno abbracciato e circondato le colline giungendo fino al mare, isolette di ogni foggia, crateri e vulcani di ogni grandezza. Il verde dei pascoli si alterna al grigio/nero delle distese di lava, al giallo/verde del morbido muschio che ricopre la lava... e gli occhi godono di questo spettacolo chilometro dopo chilometro, anche perchè qui l'asfalto è perfetto, e non si deve fare troppa attenzione ai galleggiamenti del manubrio sulla ghiaia. E non sono molte neppure le probabilità di sbagliare strada... ad un certo punto 'butto l'occhio' al GPS: l'indicazione è "fra 98 chilometri, alla rotonda, girare a destra" :-) 
All'Arctic Hotel di Reykjavik riconsegnamo moto e bagagli... abbiamo appena il tempo di passare un paio d'ore in centro e poi si va a cena, ovviamente da Askur, con tutti i motociclanti che hanno riconsegnato la moto qui. Con alcuni di loro, in questi otto giorni, ci siamo incorciati qualche volta, qualche volta abbiamo condiviso la stessa Farm per una notte, ma altri non li avevamo neppure ancora incontrati. Domani molti di loro ripartiranno in aereo per l'Italia. Alcuni, invece, si faranno altri due giorni di moto e riconsegneranno il mezzo ad Egillstadir. 
Noi abbiamo pensato di rimanere a vedere Reykjavik ed i suoi dintorni, per cui, visto che il camion riparte oggi, noleggeremo una utilitaria e ci trasformeremo, per 36/48 ore, in 'turisti normali'..

Partenza da Hellnar con, sullo sfondo, il ghiacciaio dello Snaefellsjokull

Arnastapi

Arnastapi

Arnastapi

penisola di Snaefellsne

penisola di Snaefellsne

penisola di Snaefellsne

Di ritorno a Reykjavik

...ci sono i bagagli da sistemare per rispedirli a casa con la moto

Ecco fatto...

Eddie carica le moto per il viaggio di ritorno

Reykjavik


Reykjavik, cena da Askur
L'itinerario della giornata


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sabato 18 agosto 2012

Islanda 2012 - day 8

Sabato 18 agosto: oggi è in programma la tappa più lunga. Da Akureyri ad Hellnar sono ben 430 chilometri. Alla Guesthouse di Leifsstadir accettano di prepararci la colazione per le 7 e mezza, e noi ne approfittiamo: alle 8 siamo già per strada!
Dopo aver beccato alcuni banchi di nebbia che abbassano la temperatura anche sotto gli 8 gradi, facciamo una breve sosta alla Fattoria Glambauer, un un esempio di fattoria realizzata tra il 18° ed il 19° secolo, costruita con pareti di terra pressata, che utilizza erba e muschio come isolante per difendersi dal freddo.
In questa zona dell'Islanda, quando ci si allontana dal mare sembra di essere in Svizzera: evidentemente la Corrente del Golfo garantisce temperature più miti rispetto che al sud. E allora, oltre a qualche montagna rocciosa e scoscesa: ecco alberi, campi, fattorie e allevamenti anche di mucche, e non solo le immancabili pecore ;-)
Purtroppo la nebbia diventa molto persistente e fastidiosa nell'avvicinarsi alla costa. Quando ci fermiamo ad Hvammstangi, il centro islandese della foca, non si vede granchè. E fa un gran freddo. 
Poco a poco però il sole riesce ad avere la meglio sulle nuvole più compatte, e la Penisola di Snaefellsnes comincia a regalarci le emozioni di una bellezza unica: fiordi rigogliosi, migliaia di piccole isolette... ma ci sono da considerare anche molte decine di chilometri di strada non asfaltata... ed in alcuni casi ricoperta di uno strato di parecchi centimetri di ghiaia... lì, una moto pesante ed a pieno carico come la Stelvio, soffre di un manubrio che diventa mooooolto leggero, e allora bisogna stare moooolto accuorti :-D
Per fortuna va tutto bene, e raggiungiamo Olasvik tutti interi.
A Rif ci fermiamo al Gamla Rif Kaffihús, dove le mogli dei pescatori fanno ottimi cappuccini e torte ancora migliori, e non perdono occasione per dare qualche consiglio sulle località da non perdere.
E infatti non ci perdiamo la spiaggia con la sabbia dorata di Skardsvik... i granelli brillano davvero al sole!
Raggiungiamo Hellnar, visto che abbiamo la stanza prenotata all'Hotel omonimo, trovando una località splendida, con scogliere e faraglioni a picco sull'Oceano e la vista del vicino ed incombente ghiacciaio dello Snaefellsjokull
Cena davvero ottima, quella dell'Hotel Hellnar, appuntiamo nel taccuino di viaggio. Il caffè invece lo andiamo a prendere nel barettino abbarbicato sulle scogliere... il posto è semplicemente fantastico, e fa dimenticare uno dei caffè più imbevibili del Pianeta Terra ;-) 

I banchi di nebbia improvvisi che abbassano la temperatura anche sotto gli 8 gradi in poche centinaia di metri... brrrrr  :-) 
Fattoria Glambauer

Sono più numerosi gli abitanti di pietra di quelli in carne ed ossa :-)

Hvammstangi

Penisola di Snaefellsnes... occhio alla ghiaia!

Penisola di Snaefellsnes

Penisola di Snaefellsnes

Olafsvik

Olafsvik

Gamla Rif Kaffihús

 la spiaggia con la sabbia dorata di Skardsvik

Hellnar

L'itinerario della giornata


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