sabato 13 luglio 2019

Matera... e ritorno

direzione Matera
Domenica 7 luglio, partiamo di mattina presto perchè sappiamo già che sarà una giornata molto calda. Inoltre vogliamo 'anticipare' quanto più possibile il traffico di chi è diretto verso le località marine. Imbocchiamo l'autostrada Rimini, e con calma spesso usando il regolatore di velocità proseguiamo verso sud a velocità codice. Il caldo in effetti si fa sentire, il display della Multistrada segna fino a 38 gradi, ma non essendoci traffico il viaggio è rilassante, ci fermiamo spesso per bere qualcosa e facciamo una pausa in uno degli ultimi Autogrill per mangiare un panino. 
Usciamo dall'autostrada a Canosa e in breve ci ritroviamo su una 4 corsie (ex statale, oggi provinciale) che non vede manutenzioni e sfalci della vegetazione ai bordi da molti anni... in alcuni punti lo spazio utile si riduce ad una corsia per senso di marcia. Questo, unito alla presenza di molti rifiuti abbandonati lungo i guardrail e negli svincoli, non è certo un bel biglietto da visita per il nostro Paese, soprattutto considerando il ruolo di Capitale Europea della Cultura affidato a Matera per il 2019.
Passiamo Minervino Murge e Gravina, dove facciamo una breve deviazione per vedere il Castello Svevo (chiuso) e, finalmente, vediamo i primi cartelli indicanti Matera (fino ad ora ci eravamo fidati della rotta fissata sul TomTom).
Matera
Abbiamo prenotato un ottimo albergo a 4 stelle solo per la posizione e la disponibilità del garage per la Multistrada, l’Hotel San Domenico al Piano: è un po' caro, ma è in pieno centro, e questo ci consentirà di lasciare la moto ferma e di girarci la città a piedi. Dopo una doccia, necessaria e rigenerante, a metà pomeriggio siamo già ‘in borghese’ in abiti più leggeri a zonzo per Matera.
Matera è al centro dell’attenzione in questi anni. Si vede che è stata rivitalizzata di recente, lo si percepisce. Non scriverò certamente io un trattato sulle cose da vedere in questa città: semplicemente credo vada visitata. Conoscere come si viveva ancora fino al 1960 nelle case-grotta dei Sassi, utilizzando l’acqua (razionatissima e preziosissima) raccolta nelle enormi cisterne (palombari) è un’esperienza che va assolutamente fatto.
Per altri aspetti Matera un po’ ci ha delusi: la pulizia non proprio all’altezza di una città turistica, il castello chiuso e abbandonato, l'unico sentiero che la unisce alla zona delle grotte chiuso dal febbraio 2017… insomma, credo che agli occhi di un turista mitteleuropeo sia l’ennesimo riproporsi di quell’italianità cialtrona di cui non dovremmo andare proprio fieri…
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Castelmezzano visto da Pietrapertosa
Martedì 9 luglio: dopo un giorno e mezzo a camminare e ad arrampicarci per le scalinate di Matera, finalmente si riparte in moto. Ho tracciato quattro rotte giornaliere tra i parchi ed i passi degli Appennini: l’idea è di rientrare a Ravenna venerdì sera. La Multistrada si accende in un attimo… sembra gradire l’idea di tornare a fare delle curve, ma forse è solo una mia impressione :-)
Usciamo dalla città facendo rotta per il grande Lago di San Giuliano. La vegetazione è bruciata dal sole, solo nei pressi del lago il verde degli alberi aiuta il riposo degli occhi. La strada è una provinciale un po’ disastrata: occorre procedere con cautela a causa del ghiaino e delle buche… noi trotterelliamo godendoci i panorami. Passiamo Grottole e poi Garaguso… da Oliveto Lucano entriamo nel bellissimo bosco del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane… la strada è anche bella, qui. Poi però troviamo almeno un paio di cantieri stradali contemporanei e ci incasiniamo… lottiamo con il TomTom (dopo 18 anni di Garmin ancora non riesco a destreggiami bene con questo navigatore, quando ci sono degli imprevisti che non ci consentono di seguire al rotta studiata e memorizzata a casa) ma in un modo o nell’altro arriviamo a Castelmezzano. Le Dolomiti Lucane sono davvero emozionanti. Peccato che la strada tra Castelmezzano e Pietrapertosa sia chiusa, e per raggiungere quest’ultima località occorra percorrere una provinciale stretta e semidistrutta lunga 15 chilometri… noi lo facciamo, però, visto che la Multistrada non ha paura di nulla. La vista dall’area di sosta all’uscita di Pietrapertosa merita i chilometri in più. Certo che se fossimo in Romagna, qui un chioschetto/ristorante ci sarebbe già da tempo, e darebbe lavoro a qualche famiglia… ma qui ho l’impressione che non abbiano ancora compreso le potenzialità di questi posti meravigliosi.
Dirigiamo a nord, passiamo Potenza cercando di evitare il centro (mooolto caldo) e ci arrampichiamo verso il Valico di Montrocchio e quello di Monte Romito. Qui la strada è davvero ben tenuta, e le pale eoliche rendono hightech il panorama. Raggiungiamo Muro Lucano, dove prendiamo qualche goccia di acqua. La strada è ancora davvero bella e nel verde, raggiungiamo Castelgrande dove un cantiere stradale ci fa sbagliare strada… ma siccome l’asfalto, le curve ed il panorama ‘meritano’ proseguiamo qualche chilometro fino al Valico di Monte Capuozzo.
Tra Calabritto e Acerno
Poi, però, vista l’ora e le nuvole minacciose, torniamo a Castelgrande per riprendere il nostro itinerario fissato sul TomTom, dirigendoci per Laviano e Calabritto. Da qui ad Acerno la strada provinciale sembra realmente abbandonata e senza manutenzione da anni. Peccato, perché è inserita in un contesto naturale (bosco, monti) davvero bello. 
Da Acerno scendiamo a Giffoni. Il fatto che si tratti di una località nota grazie ad un festival internazionale del cinema ci ha portato a pensare che vi sia presenza di strutture ricettive turistiche. In realtà c’è ben poco. Saliamo al castello (da dove la vista è molto bella): le due locande sono chiuse e non rispondono al telefono (anzi: in un caso rispondono e buttano giù il telefono...). Mah… verrebbe da chiedersi a cosa serva spendere milioni per l’organizzazione del festival, se poi non ci sono ricadute turistiche ed occupazionali nelle altre 50 settimane dell’anno.
Consultiamo il web e troviamo, a pochi chilometri di distanza, Acasamia Wine Resort a San Cipriano Picentino, una struttura tenuta con grande passione che ci ospita con grande gentilezza e cortesia immersa tra noccioleti a perdita d'occhio.
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La chicca; il Passo del Prete Morto ;-)
Mercoledì 10 luglio: la provinciale che da Giffoni passa per Curticelle e arriva a Serino (Google maps la indica come SP25c) è stata costruita davvero bene: sede stradale larga, le pareti della montagna ben fermate con muri di cemento, le curve ampie. Estesi boschi ed in alcuni tratti un panorama sul Salento davvero bello. Peccato che sia senza manutenzione da anni. C’è anche un cartello di divieto d’accesso, ma noi che ormai siamo arrivati fin lì chiediamo ad un abitante in zona che ci chiarisce molto bene, con il suo ‘E vabbehh…’ che lì un cartello di divieto significa che basta fare un po’ di attenzione… più alle mucche che ai sassi, in effetti.
Ecco, anche in questo caso, quando arriviamo in cima al passo (senza nome) dove troviamo un ampio piazzale perfettamente asfaltato, ci chiediamo perché queste infrastrutture non siano manutenzionate e riportate in uso: qui turisti, camminatori, ciclisti e motociclisti potrebbero tranquillamente fare ‘campare’ più famiglie, con un bar ristorante in vetta.
La strada poi scende tra splendidi castagneti fino a Serino. Da qui, grazie all’itinerario deciso già a casa e fissato sul TomTom, evitiamo il centro di Avellino passando poi da Villapastorina, Montesarchio. Da Vitulano poi parte una strada che con dei gran bei tornanti (e bei panorami) sale in quota, e sulla cima è davvero un peccato non ci sia un cartello indicatore del passo. Dopo Solopaca e Cerreto Sannita entriamo nel Parco Regionale del Matese. Qui cominciamo ad apprezzare un ambiente e delle strade decisamente tenute meglio. Il cielo si rannuvola ed in un’area di sosta ci fermiamo ad indossare le antipioggia (così io scopro di aver caricato una sacca sbagliata, dove trovo solo una vecchia giacca antiacqua… sob, temo che arriverò molto bagnato dal pisello in giù :-( ).
Lago del Matese
Bocca della Selva (1393 metri), Sella del Perrone (1257 metri), PASSO DEL PRETE MORTO ;-) (1102 metri) siamo in mezzo alle montagne, questo Parco del Matese è davvero bello, così come lo è il Lago del Matese… oltretutto le nuvole ci graziano e per ora siamo ancora asciutti…
Il prossimo obiettivo è il Parco Nazionale di Abruzzo, ma nel tragitto tra Gallo Matese, Colli a Volturno e Alfedena il cielo comincia a buttar giù acqua a catinelle. La Multistrada protegge bene finchè è in movimento, ma di fronte ad una sosta per un semaforo di un cantiere, chi è senza pantaloni antipioggia inizia ad infradiciarsi, opera che poi si conclude grazie a veri e propri ruscelli d’acqua presenti sulla strada a causa di un vero e proprio fortunale… prima di arrivare a Civitella Alfedena il display della Multi segna anche solo 12 gradi. Le manopole riscaldate mi hanno dato un po’ sollievo, ma non vedo l’ora di poter vuotare gli stivali che si sono riempiti di acqua entrata dall’alto ;-)
Lupi a Civitella Alfedena
Dopo i tre giorni precedenti, dominati dal caldo, 20 gradi in meno sono però un sollievo. Troviamo splendida ospitalità all'Albergo Vecchio Borgo La Torre di Civitella Alfedena, una struttura che consigliamo davvero, perché offre un rapporto qualità/prezzo semplicemente eccezionale... stanza non spaziosissima ma curata e pulitissima, spazio in giardino per la moto (volendo con i lettini per rilassarsi prendendo il sole), cena e colazione di ottimo livello e prezzo esageratamente basso.
Il cielo si è placato. Passeggiamo per la bella, pulita ed ordinata Civitella e andiamo a cercare i lupi. Poi aperitivo e splendida cena in albergo. Phon a palla per asciugare qualcosa :-) Buonanotte!
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La Strada delle Vigne
Giovedì 11 luglio: da Civitella ci godiamo i meravigliosi boschi che abbracciano l’ottimo asfalto della strada che ci porta a Opi, poi a Pescasseroli. Valichiamo il Passo del Diavolo ed il Valico di Gioia Vecchio (1400 metri) che finiranno anch’essi in Collezione. Usciamo dal Parco Nazionale d’Abruzzo, passiamo da Pescina e Collarmele godendoci poi parecchio lo splendido tracciato di Forca Caruso (1107 metri). Una mattinata davvero divertente!
Raggiungiamo Acciano e svoltiamo per San Benedetto in Perillis su strade davvero secondarie.
Tra Navelli ed Ofena si svolta a sinistra e si sale per la Strada delle Vigne, una sorta di piccolo Stelvio che sale a tornanti in direzione di Calascio. Una strada molto bella, emozionante, divertente, che ci fa entrare nello splendido territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Passiamo Castel del Monte, il Valico di Capo La Serra e raggiungiamo, in perfetta ora di pranzo, il Ristoro Mucciante, dove i bracieri sono sempre accesi e Claudia cuoce un po’ di arrosticini. Una sosta davvero divertente, questa, in un contesto naturale incredibilmente affascinante: chilometri e chilometri di altopiano con ripide montagne attorno. WOW!
Claudia cuoca al Mucciante ;-)
Dopo pranzo saliamo a Campo Imperatore, dove fa male vedere chiuso ed abbandonato il Rifugio che vide la prigionìa del Crapùn.
Da Campo Imperatore, la Strada Provinciale di Vasto assicura grande gusto di guida fino a Fonte Cerreto, poi a Campotosto… sono chilometri e chilometri nel nulla. Anche nel nulla per il serbatoio, visto che a Campotosto (tra l’altro qui si cominciano a vedere i danni del terremoto del 2016) ha chiuso il distributore.
E quando scendiamo ad Amatrice scopriamo che occorre fare altri 9 chilometri in direzione Roma per trovare, sulla Salaria, un taciturno ed immusonito distributorista che ci riempie il serbatoio e fa spegnere la spia della riserva alla nostra Mulistrada.
L'Area Food di Amatrice
Torniamo ad Amatrice per la notte.
Non vedrete né qui sul blog, né sull’album di Google Foto, immagini della distruzione di Amatrice.
Non ci siamo fermati qui per fare turismo macabro o sciacallaggio mediatico. Ci siamo fermati ad Amatrice per lasciare un piccolo contributo agli operatori economici che provano a resistere in mezzo ad una distruzione che toglie il fiato e fa venire le lacrime agli occhi.
E’ un contributo piccolo, lo sappiamo, però una stanza per la notte, una cena rigorosamente a base di Amatriciana (buonissima!!!) alla Lanterna, uno dei ristoranti riaperti nella splendida Area Food, una spesa di prodotti tipici da riempire il bauletto… beh, se ci fossero 200 turisti ogni giorno, si salverebbe qualche posto di lavoro in più. E' un suggerimento...
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La vetta del Monte Subasio
Venerdì 12 luglio. Ripassiamo per l’irriconoscibile centro di Amatrice, ma poi vediamo altra distruzione vicino al nostro percorso, come ad esempio Accumoli. Volevamo percorrere la strada di Forca Canapine che porta a Norcia, ma se c’è il modo di imboccarla, noi non l’abbiamo trovato. Come neppure siamo riusciti ad imboccare quella di Forca di Presta. Abbiamo proseguito, con un po’ di groppo in gola per ciò che vedevamo, per la strada statale 4 fin dopo Arquata del Tronto, dove abbiamo svoltato in direzione nord per Roccafluvione, Comunanza, Amandola, Sarnano, Caldarola… poi tramite il Valico di Colfiorito ci siamo portati fino a Spello.
Ultime curve dell'appennino
prima di casa
Qui parte la strada (che poi diventa sterrata) che porta fino alla vetta di Monte Subasio, e che garantisce una splendida vista a 360° su… tutto, comprese le sottostanti Spello ed Assisi.
Scendendo ad Assisi ci facciamo un panino, poi chiediamo al TomTom di portarci in rotta per Ravenna. A Perugia imbocchiamo la E45… e siccome è ancora presto e non ci è passata la voglia di curve, tra Bagno di Romagna e Cesena percorriamo una nostra ‘vecchia’ conoscenza: la Tiberina, ovvero la strada che ha sempre portato dalla Romagna a Roma prima della costruzione della E45.
Un aperitivo a Quarto, ad un’ora da casa, ha posto fine a questi sei giorni di ferie.
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L’Italia è davvero varia e bella. Al sud potrebbero avere prospettive enormi, se solo sapessero organizzarsi per sfruttare un territorio ineguagliabile, eppure un’organizzazione accettabile sembra cominciare ad esserci solo dal Matese o dall’Abruzzo in su.
Colpa dei singoli? Delle istituzioni? Di una cultura dell’attesa? Non lo so. Forse è fin troppo facile criticare quando si nasce in una terra, come la Romagna, dove la società è già sviluppata, organizzata e gli Enti Locali, le Parti Sociali e le Istituzioni funzionano solitamente bene. Però… però un po’ di amarezza resta, quando si pensa ai dati dell’occupazione e alle opportunità non colte in certe aree del nostro Paese.
Ah, la Multistrada è una moto davvero eccezionale. Anche a pieno carico è sempre confortevole, sicura, potente, facile e divertente in ogni situazione. Arrivi a sera dopo ore e ore di curve e tornanti, salite e discese e non vedi l'ora di ripartire all'indomani. E se non corri, la media è ampiamente sopra ai 20 chilometri al litro. Cosa chiedere di più?
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