venerdì 3 agosto 2007

L'aquila vola sull'Appennino

L'aquila di Mandello, ovviamente: con la Norge non è difficile stare in sella per 12 ore e divertirsi fino all'ultimo chilometro. Piccolo report di un lunedì di fine luglio
Lunedì di ferie, l'ultimo lunedì di luglio... che bello evitare il solito traffico della domenica! 
Alle 8 siamo in moto: ho caricato sul GPS un bell'itinerario che dovrebbe consentire a Claudia e me di girare attorno al massiccio dell'Abetone. Nulla di particolare se da Ravenna si prende l'Autostrada e in un'ora si arriva a Modena... un po' più faticoso ma divertente se l'intenzione è quella di arrivarci (e di ritornare in serata) solo ed esclusivamente per strade secondarie e... STORTE (è così che le ho scelte e fissate con dei bei Waypoints al GPS)! 
Contiamo sul confort della Norge, nonchè sulle sue ottime qualità di guida, che fanno divertire tanto ma stancare molto poco :)
Ravenna, Russi, Brisighella, Marradi... 
La campagna diventa collina, il traffico è scarso, la temperatura accettabile... ma quand'è che cominciano le curve? 
Molto presto, perchè a Marradi si prende la provinciale del Passo del Carnevale che porta a Palazzuolo sul Senio. 
Bella strada, qualche tratto sconnesso, ma in sostanza molto guidabile.
Passo del Carnevale 
Da Palazzuolo si diparte la provinciale del Passo del Paretaio, che si congiunge, più a nord, alla statale 610 che porta a Firenzuola. 
Fino ad anno scorso la strettissima provinciale del Paretaio l'avrei sconsigliata perchè in condizioni disastrose: ora è tutta riasfaltata, anche se in certi tratti stretta come il Manghen od il Gavia!
Valico del Paretaio
Dopo un caffè a S. Pellegrino, da Firenzuola prendiamo la conosciutissima strada che porta al Passo della Futa scendiamo verso Baragazza e passiamo sotto la A1 per poi dirigerci verso il bacino artificiale del Brasimone (famoso per aver ospitato il Centro di ricerche nucleari dell'Enea). 

Dal Brasimone, attraverso il Passo Zanchetto, ci portiamo sul ben più grande Lago di Suviana (anche questo famoso, ma per il raduno bikers che si tiene all'inizio dell'estate, mi pare).
Direzione Ponte della Venturina, attraversiamo la Porrettana ed imbocchiamo la splendida SS632 che ci porterà fino a Pracchia. 
Poco dopo questo paese, infatti (ma è facile: ci sono già le indicazioni per l'Abetone) svoltiamo a destra per Bardalone e San Marcello Pistoiese. 
Quante curve! E che belli i boschi di conifere che attraversiamo per raggiungere la vetta ed il Passo dell'Abetone... 

...meno bello il paese che è stato costruito (come tanti, troppi altri, purtroppo) pensando solo allo sci :(

E allora scendiamo subito in direzione Fiumalbo, paesino ben più bello e da dove parte una stradina secondaria che porta prima al Centro Visite del Parco del Frignano, poi ad una ricostruzione di una capanna celtica, poi... a perdersi tra i pascoli che vanno verso il Cimone. 
ricostruzione di una capanna celtica 

Pranziamo con due panini comprati in un economicissimo minimarket di Fiumalbo nel tavolino di sasso accanto alla capanna celtica, ammirando paesaggi di rara bellezza e godendo una tranquillità non di poco valore.
 La Norge, però, chiama: qui vicino (una quindicina di chilometri, più o meno) c'è il Passo delle Radici
Passo delle Radici
Benzina e via, il caffè lo prenderemo lì, dopo aver gustato l'aroma niente male di quelle splendide curve in mezzo ai boschi :)

Ritorniamo sui nostri passi ripassando da S.Anna Pelago, poi anidamo in direzione Sestola passando per Pievepelago (mi ricordano qualcosa di gucciniano... possibile?), Riolunato e Montecreto. 
Bello questo appennino reggiano. Profuma di 'vera' montagna. 
Ci sono boschi, pascoli e tante curve. I paesi non hanno ancora fagocitato tutto lo spazio, e la strada è spesso libera.
Sestola, Fanano, Vidiciatico, Lizzano in Belvedere. 
Siamo arrivati in zona Corno alle Scale: quando passai di qua, qualche anno fa, cartelli e striscioni inneggiavano alle vittorie di Alberto Tomba (che su queste piste ha imparato a sciare). Oggi invece la preoccupazione di questi paesi appenninici che hanno puntato troppo sullo sci invernale, è che l'aumento della temperatura e la riduzione delle nevicate, li metta fuori gioco. 
Anche perchè, purtroppo, gli investimenti per lo sci sono stati troppo spesso invasivi e dannosi per l'ambiente, allontanando invece il turismo estivo fatto di camminatori, amanti della MTB o anche solo dei bei panorami e dei piccoli paesi rimasti fedeli alle proprie tradizioni ed alle proprie architetture.

Attraversiamo Porretta Terme in direzione Castel di Casio e saliamo ancora su stradine secondarie tra i prati verso Camugnano. 
L'asfalto qui non è gran chè... troppo ghiaino si stacca dal bitume. Ma il traffico è inesistente, ed i panorami niente male. 
Fermiamo spesso la Norge per una foto: sotto di noi anche il Lago di Suviana.

Dopo Camugnano, ad un incrocio, tiriamo dritto e troviamo, nel bosco, una piccola fonte di freschissima acqua posta in una simpatica area attrezzata anche di camino e griglia (fonte dello Spino)... peccato che nel bauletto non ci siano due braciole ed una bottiglia di Sangiovese.

Incrociamo la Statale 325 e voltiamo a sinistra per Rioveggio, ma qui la abbandoniamo subito per nuove stradine provinciali (e curvose) seguendo per Monzuno, Loiano e Sabbioni. 
Prima di giungere a Pianoro, sulla destra, troviamo le indicazioni per il santuario del Monte delle Formiche. 

Il santuario non ci interessa, ma la strada, tutta tornanti e divertimento, sì! 
Arriviamo così alla Statale della Futa e ci dirigiamo verso Bologna, raggiungendo Idice e poi la strada statale San Vitale che ci porterà fino a Ravenna.
Statale della Futa
Arrivo a casa, spengo la Norge e mi tolgo il casco. L'orologio segna le 20. E' ora di cena.

La Guzzona mi ha regalato dodici ore bellissime fatte di strade divertenti, di tornanti. 
480 chilometri non sono moltissimi come numero, ma considerando che non abbiamo percorso nè autostrade nè arterie a scorrimento veloce... sono un bel bottino per un tranquillo lunedì di fine luglio :)