lunedì 30 luglio 2018

Il fresco dell'Abetone

Solo due giorni liberi dagli impegni, ma tra settimana, quindi lontano dal traffico che nei w-e estivi rende poco piacevoli.
Giovedì 26 luglio. Partiamo con calma, affrontiamo la pianura fino a Casalfiumanese, poi salendo verso il Passo della Raticosa si comincia a godere del fatto che tra settimana il traffico è limitato e non ci sono molti smanettoni, quindi si prende il ritmo e si va gustandosi strada e paesaggi. 
Breve fermata al Sasso di San Zanobi, strana formazione rocciosa dalle incredibili striature verdastre e violacee, di origine magmatica e sottomarina, poi al Colle di Canda (che non è indicato da nessun cartello, peccato) prima di raggiungere lo Chalet della Raticosa, uno dei passi più famosi e trafficati dell'Appennino bolognese.
Il Passo della Raticosa, sulla statale della Futa, non ha bisogno di presentazioni. E' su una delle strade più belle ed amate dai motociclisti, e qui ci vengono i collaudatori Ducati per provare i modelli nuovi, quindi... ;-) 
Noi infatti svoltiamo proprio sulla statale della Futa in direzione Monghidoro, per poi lasciarla raggiungendo il Valico di Pian di Balestra.
Da qui, dopo aver scavalcato il Passo del Zanchetto,  raggiungiamo il Lago di Suviana, su stradine secondarie e abbastanza dissestate che stanno preparandosi ad ospitare un rally di auto storiche.
Abbiamo deciso di raggiungere l'Abetone da sud, e su stradine secondarie e poco conosciute... i paesi che attraversiamo non sono certamente delle metropoli: Monachino, Acquerino... raggiungiamo il Valico di Fontana a Taona (anche qui un cartello indicatore sarebbe stato apprezzato, da un collezionista di passi!) maledicendo i tagli ai bilanci delle provincie... l'asfalto non vede manutenzione da anni, e le voragini sono profonde e pericolose.
Eccoci al Passo della Collina (o Passo della Collina Vecchia, che ancora mancava alla mia Collezione - ndr), dove ci fermiamo per un meritato panino annaffiato da un buon bicchiere di rosso, e scendendo verso Spedaletto troviamo un altro tratto di strada che ci fa vergognare di essere italiani :-(
Per fortuna le strade tornano ad essere degne di un Paese occidentale tra Sammomè e Passo dell'Oppio, perchè prendiamo una 'bomba d'acqua' di prima grandezza.
Abbiamo avuto il tempo di indossare l'antipioggia ad un provvidenziale distributore, ma la furia degli elementi ci lascia un attimo intimoriti, con veri e propri torrenti di acqua e fango che sgorgano dai fianchi della montagna invadendo la strada.
La Multistrada (anche grazie alle Pirelli Scorpion Trail II) dà un grande senso di sicurezza, ma quando la pioggia comincia ad essere piena di grandine, decidiamo di ripararci cinque minuti...
Ripartiti (asciutti... ottimo voto anche all'antipioggia Ducati di produzione Revit) facciamo una sosta-caffè a San Marcello Pistoiese, dove incontriamo un Multistradista Lussemburghese che ci chiede preoccupato informazioni e previsioni meteo, e poi saliamo tranquilli fino in cima al Passo dell'Abetone, godendoci per quanto possibile la bella strada (pur in presenza di asfalto bagnato e sporco di foglie cadute a causa della violenta grandinata).
Arriviamo all'Abetone che già altre nuvole nere incombono minacciose per un secondo round.
Decidiamo in fretta per l'Albergo Regina: il tempo di scaricare le valige e di ingrassare un po' la catena, ed il temporale torna a farsi sentire.
Noi però siamo già sotto la doccia, poi usciamo muniti di ombrelli per dare un'occhiata ai negozi e, alla fine, comprare marmellate di mirtilli (qui sono famosi).
Il sole torna ad ora di cena.
L'albergo Regina
www.albergoregina.com
La voglia di goderci il freschino, sapendo che a Ravenna ci sono 35 gradi ed un'afa pazzesca, ci porta a scegliere di mangiare fuori, ed è una scelta azzeccata, così come lo è stata la scelta dell'albergo.
La tagliata è notevole, il dolce tradizionale dell'Albergo, lo 'spumone' è fantastico, il Trebbiano va giù che è un piacere, il Mirto chiude bene la serata, ed al mattino troveremo pure che il tutto ha un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Un albergo davvero consigliato!
Venerdì 27 luglio: dopo un riposo splendido (finalmente un po' di fresco!) ed un'abbondante ed appetitosa colazione, lasciamo l'Abetone.
Andiamo in esplorazione prendendo la stradina che, partendo proprio di fianco all'Albergo Regina, porta ad Uccelliera e poi a Fiumalbo.
A Fiumalbo la sosta-caffè si prolunga un po', perchè è un paesino molto caratteristico e piacevole per una passeggiata tra vicoli e passaggi di carattere medioevale.
La voglia di guidare ci porta ad 'allungarci' fino al Passo delle Radici (asfalto un po' rovinato... ma ci stanno lavorando!) poi una stradina 'alta' e secondaria in direzione di Roccapelago, dalla cui rocca si gode una vista notevole.
Passiamo Sestola, e poi compriamo i panini per il pranzo di mezzogiorno, che decidiamo di gustarci a Rocca Cornetta! La vista che offre questo stretto sperone di roccia è strabiliante...
Facciamo benzina e ci godiamo le bellissime strada provinciale di Madolma (sp 57) prima di 'infilarci' nei boschi fittissimi di Granaglione.
Una sosta-caffè in questo paesino in mezzo alla fittissima vegetazione è d'obbligo, poi a Boschi ci fermiamo solo per una foto... questa deviazione che poi ci porterà a Molino del Pallone è davvero divertente e piacevole, sia per il gusto di guida che per il verde ed i panorami offerti.
Eccoci a Pavana, patria del GRANDE GUCCINI (da me amatissimo sia come cantastorie sia di scrittore), poi Sambuca Pistoiese, il Lago di Suviana e quello del Brasimone, con il suo reattore atomico dell'ENEA a dimostrare che non tutto il nucleare è 'cattivo'.
Dopo Castiglione dei Pepoli la salita a Baragazza e poi a Roncobilaccio è divertentissima, poi raggiungiamo il Passo della Futa.
Lasciamo l'enorme cimitero tedesco della Futa (oltre 30.000 caduti riposano lì dopo aver scontato con la vita l'assurdità della guerra nazista) e ci dirigiamo a Firenzuola.
Ci aspetta l'ultimo passo, il poco conosciuto ma bellissimo Paretaio, che ci porterà quasi fino alla pianura... poi è solo caldo e afa, ma ancora una volta la nostra Multistrada ci ha regalato emozioni e divertimento.
Alla prossima!
N.B.: qualche altra foto e le mappe dell'itinerario (circa 500 chilometri complessivi da Ravenna) sono in questo album pubblicato su Google Foto

domenica 15 luglio 2018

L'alternativa più divertente alla spiaggia

L'itinerario... a/r da Ravenna circa 350 km
Domenica 15 luglio. Ieri, in spiaggia, il sole scottava davvero, e stamattina Claudia ed io abbiamo scelto di non rischiare la spellatura con un'altra arrostita sul lettina... dovendo decidere quindi come passare la giornata, abbiamo pensato di fare una cosa utile: togliere la cera dalla coppia di Scorpion Trail II montata due giorni fa sulla Multistrada... ;-)
'Itinerario tranquillo e conosciuto' - ci siamo detti - 'magari con una fermata alla Consuma per una schiacciata'... in realtà con Claudia non sai mai se l'itinerario sarà 'tranquillo e conosciuto', perchè se vede una mulattiera ghiaiosa e ripida che sale in cima ad un cucuzzolo tende sempre a voler andare a vedere 'dove porta'.
Conoscendola da un bel pezzo ho montato il TomTom... non si sa mai :-)
Vallombrosa. Motofotografa
in azione sul Sasso del Diavolo
Partiamo presto per anticipare l'afa e l'alta temperatura di questo w-e di metà luglio... dopo un caffè nel solito barettino di Rovere, la pianura lascia spazio alle prime curve e le prime salite... con tranquillità togliamo la cera dalle gomme sulle curve che portano al Passo del Muraglione.
E' una giornata con poco traffico. Anche sul Muraglione non incrociamo nè veniamo sverniciati da motoimbecilli (quelli che lasciano a casa il cervello e attirano l'odio della pubblica opinione sui motociclisti)... scendiamo quindi verso Dicomano e poi fino a Scopeti, dove ci arrampichiamo verso Rimaggio e gli splendidi vigneti di Pomino.
Una volta raggiunto Borselli ci inseriamo sulla statale della Consuma, ma troviamo davvero molto traffico: evidentemente anche da Firenze e zone limitrofe in molti hanno avuto voglia di salire verso le colline alla ricerca del fresco.
Il fresco, allora, lo andiamo a cercare in Vallombrosa (svoltando a destra un po' prima di raggiungere Consuma).
Il display della Multistrada si converte in modalità 'notturno'... Vallombrosa è davvero ...ombrosa :-)
L'asfalto però è davvero messo male, e questo impedisce anche di guardarsi bene attorno. Una foto dal Sasso del Diavolo, una fuga veloce dal troppo affollamento di Vallombrosa-paese e, anzichè tornare indietro verso Consuma, notiamo un waypoint che avevo inserito sul TomTom.... trattasi del Valico della Croce Vecchia.
Valico della Croce Vecchia, Vallombrosa,
nuovo passo per la Collezione
Da quella parte non siamo mai andati, credo che poi, verso sud, ci siano altri passi ed anche dei tratti sterrati che non abbiamo mai percorso, ma visto che non è tardi, non abbiamo nè fretta nè impegni, ovvio che Claudia dica 'andiamo a vedere'.
Raggiunto il Valico della Croce Vecchia, quindi optiamo per scendere a sud verso Sella Secchieta. Qui la strada sale oltre il limite del bosco e, tra ripetitori e pale eoliche, il panorama diventa interessante... e l'asfalto finisce.
Abbiamo le gomme nuove, passiamo le sospensioni e l'erogazione del motore della Multi in mappatura 'enduro' e proseguiamo verso il Valico di Croce Cardeto ed il Varco di Reggello... polvere tanta, qualche sconnessione e un bel po' di ghiaia, ma si tratta di una strada panoramica fattibile con qualsiasi moto. La Multi non si scompone, anche se in effetti, sapendo di essere in due, cerco di guidare in maniera 'felpata'.
Poco prima di Bagno di Cetica (un paio di case ed un albergo-ristorante) si torna all'asfalto, anche se la strada è stretta e sembra di stare in mezzo al nulla...
La strada panoramica nei pressi
del Varco di Reggello
Troviamo comunque la rotta per ritrovare la strada statale della Consuma dalle parti di Borgo alla Collina poi, visto il tanto traffico, scegliamo di risalire subito verso il Passo della Calla e Campigna, accantonando la voglia di schiacciata per il prossimo giro da queste parti.
Tra le splendide curve della Bidentina, che da Stia sale al Passo della Calla, puliamo le gomme dalla polvere. Non c'è traffico, non ci sono trappole della Forestale (anzi: dei Carabinieri Forestali del Comando di Arezzo)... noi andiamo sostanzialmente tranquilli, ma ammetto che due o tre auto estremamente lente le ho sorpassate pur in presenza di linea continua... è una vergogna che la Provincia di Arezzo abbia deciso di mettere il divieto di sorpasso senza soluzione di continuità per tutti i 17 km di quella strada, anche nei punti nei quali c'è un po' di rettilineo ed una buona visibilità, rendendo il superamento dei veicoli-lumaca (ed in montagna ogni tanto ce ne sono) un comportamento illegittimo (seppur di buon senso). 
Le tagliatelle all'Alpen Bar di Campigna
sono sempre ottime ;-)
I pubblici amministratori italiani si dovrebbero vergognare, quando viaggiano per le strade dove hanno deciso limiti e divieti assurdi e senza senso, perchè in questo modo inducono anche le persone più educate e di buon senso ad infrangere le regole. E così facendo, poi, tolgono anche un bel po' di divertimento, perchè anzichè guardare la strada ed i panorami, si è sempre in allerta alla ricerca di autovelox o auto-civetta alla pratica del mototurismo... e, così facendo, le autorità danneggiano fortemente le poche attività economiche dell'appennino. I motoimbecilli (ma ogni tanto si incontrano anche autoimbecilli che guidano come pazzi scatenati, oppure che vanno a zig-zag perchè leggono e/o scrivono messaggi sullo smartphone) si combattono con il controllo del territorio e dei comportamenti, non con limiti stupidi e trabocchetti a 30 all'ora.
Cmq le tagliatelle dell'Alpen Bar di Campigna sono sempre meravigliose. E così la piadina formaggio-e-prosciutto. Quando, in tv, vediamo che le gomme delle Desmosedici cominciano a far rallentare Lorenzo, Petrucci ed il Dovi, noi ne approfittiamo per scendere verso la Romagna anticipando il traffico delle altre 'due ruote'. 
Una Coca-Cola al Passo del Carnaio, per fare le ultime curve in quota, e poi si torna all'afa della pianura. E adesso si va ad aggiornare la Collezione... quattro passi nuovi in una mattina... mica male :-)
Come sempre la Multistrada ci ha garantito una domenica di puro divertimento. Gran moto questa Ducatone rossa!
Qualche foto in più in questo piccolo ALBUM su Google Foto

lunedì 2 luglio 2018

Ho letto su Motociclismo che di moto non ci capisco proprio nulla...

La Multicesso su Motociclismo
di luglio 2018
Dal 2015 a tutto giugno 2018, la Multistrada 1200 (poi, oggi, la 1260) è sempre risultata una delle moto migliori sul mercato, non solo per le migliaia di appassionati che l'hanno provata, acquistata, ed ogni giorno se la godono, ma anche per le testate giornalistiche di tutto il mondo.
Fino all'avvento della 1260 c'erano solo due punti giudicati 'deboli', il buco di coppia (ai medi) che alcuni avvertono e trovano fastidioso, ed una ciclistica molto agile che può lasciare innescare qualche ondeggiamento alle altissime velocità (a dire la verità, a pieno carico, le mie due Multi 1200 sono sempre state più che stabili fino ai 200 all'ora... come sempre provato sulle autobahn tedesche ;-) ).
Poi, a luglio 2018, esce una comparativa su Motociclismo, a firma di Fabio Meloni che, con altri sei 'tester', è andato fino in Australia per scoprire che la Multistrada 1260 è una schifezza.
La posizione di guida è pessima (scopre finalmente il prode Meloni), infossata, le gambe troppo piegate (magari, forse, posizionare la sella in posizione alta, come la tengo io da tre anni, avrebbe aiutato, pensa il povero multistradista abbonato nel leggere questa perla di scienza applicata all'ergonomia motociclistica, visto che in foto la Multistrada ce l'ha in quella bassa), il motore in basso vibra che fa pena (cazzo hanno speso tutti quei soldi nel DVT... tanto valeva tenersi il cammellante Desmo a tre valvole della ST3, no?), andando per le bellissime strade australiane non si riesce neppure a godersi il panorama, perchè la ciclistica e le sospensioni ti fanno rischiare di finire fuori strada ad ogni curva o ad ogni avvallamento (porca miseria: in questi anni, anche su Motociclismo, tutti-ma-proprio-tutti hanno sempre magnificato la ciclistica e le sospensioni Skyhook... ma questo Meloni e questi sei tester che Motociclismo ha fortunatamente inviato nella terra dei canguri sono degli eroi, dei geni che hanno riscritto la Storia del motociclismo moderno!!!). 
E pensare che io ero convinto che la mia Multi 1200s fosse la migliore moto mai avuta, proprio per come mi sto trovando per ciclistica e sospensioni attive. Ora devo andare in terapia... oppure girare per concessionarie della concorrenza a provare GS, V-Strom, Supertenerè e TRK502 per comprendere davvero come dev'essere una buona moto... magari potrei cercare su internet il mio vecchio TDM850... ricordo che nel 2002, quando lo vendetti, non mi pareva la moto migliore del mondo, però il panorama, tra le curve, mi permetteva di gustarmelo!!!
WOW. Se fossi il direttore di Motociclismo, ora però procederei immediatamente a licenziare (prima che Giggino Di Maio abolisca il Job Act) tutti i redattori ed i tester che, negli ultimi quattro anni hanno provato e scritto della Multistrada... 
E poi scriverei un bell'editoriale con un appello rivolto a tutti quelli che, da anni, fanno chilometri con queste 'bare volanti' made in Borgo Panigale: 'se fino ad oggi siete riusciti a divertirvi sulle strade dolomitiche, sulle Alpenstrasse austriache, tra le gole del Verdon, guardando pure il panorama e sopravvivendo a questa avventura ai limiti dell'impossibile, siete dei Fenomeni. Vi aspettiamo come tester di Motociclismo. Tutti. Firmato: Marco Riccardi, direttore di Motociclismo'.
Purtroppo, caro Direttore, non ho tempo per fare il tester, anche se mi piacerebbe fare un bel viaggetto tutto-spesato in Australia, quindi io rinuncio. Ma mi sarebbe piaciuto provare finalmente una moto decente, quindi attendo fremente la prova della nuova versione giallo/marrone/rally-specia-moon-edition del GS1200. Sbrigatevi, però, perchè il mio abbonamento scade tra qualche mese, e dopo vent'anni ho deciso che per leggere simili cazzate è inutile spendere dei soldi per una rivista, basta andare sui social.
Le testate giornalistiche devono essere credibili ed autorevoli, per meritarsi i soldi dei lettori. 
E a mio parere Motociclismo oggi non lo è più.
Gattostanco