domenica 24 dicembre 2006

Vigilia di natale da motociclista-talebano :-)

Vigilia di Natale 2006: finalmente la temperatura è quella giusta dei giorni invernali (per settimane sembrava che l'autunno non dovesse mai finire!).
Il tetto della tavernetta è bianco di brina, il cielo è azzurrissimo ed il sole sghiaccia già i rami del leccio che sta crescendo da oltre un decennio come re incontrastato del mio modesto giardino.

E' domenica, ma Claudia mi saluta e va a vendere telefoni, orologi ed altre chincaglierie similtecnologiche: è il triste compito di chi si guadagna da vivere lavorando in un tempio della nostra società: il Grande Centro Commerciale :(
Io non amo viaggiare in moto da solo, mi piace sentire la presenza di Claudia, di chiacchierare tramite interfono, essere invitato a fermarmi quando vede un bel soggetto per una foto, oppure sentire armeggiarla per scattare al volo o realizzare un filmato con la macchina digitale per immortalare le curve ed i tornanti. In quest'ultimo caso la qualità non sarà eccelsa, ma ogni tanto mi vado a rivedere i filmatini fatti sul Gavia, sullo Stelvio o sul Grossglockner...

Ma non divaghiamo: con un sole così non si può stare in casa.
E' domenica, e anche se il fatto di essere la vigilia di natale mi costringe a viaggiare da solo, voglio proprio andare vedere la galaverna in appennino.

Alle 10 parto: il termometro della Norge mi dice che ci sono 2 gradi e l'indicatore del pericolo ghiaccio mi ricorda di fare attenzione nelle curve all'ombra.

Mi dirigo verso il Passo della Colla e già dopo Brisighella occorre fare attenzione: l'asfalto, in ombra, è bianco come l'erba dei campi, i tetti delle case, i rami degli alberi. Solo dove è già arrivato il sole si sollevano nuvole di vapore e riappaiono i colori.
Occorre fare un po' di attenzione (- 1), ma anche in cima al Passo della Colla la strada è pulita.

Salendo al Passo della Colla
Scendo verso la Toscana e la temperatura si impenna. Anche l'asfalto è praticamente sempre pulito. 
Sembra di nuovo autunno, e tra Borgo S. Lorenzo e Vicchio il termometro di bordo registra anche 12 gradi.
A Dicomano comincio a salire verso il Passo del Muraglione per tornare in Romagna. Con il buon ritmo permesso dalla coppia della Norge e da una strada asciutta e pulita.

Solo in cima la strada comincia ad essere bianca o bagnata, mentre in cima al Passo c'è un mucchio di neve. 
Sì, nei giorni scorsi una spruzzata di neve è arrivata, ed ora rimane una striscia bianca ai margini della sede stradale... ma vicino al muro sommitale uno spazzaneve giocherellone ne ha accumulato un unico mucchietto che fa tanto Natale vicino al Bar di Giovanni ;-)
Passo del Muraglione
Una piadina, due chiacchiere con un po' di Motociclisti irriducibili e poi si torna a Ravenna, soddisfatto di non essere stato costretto a passare questo giorno di festa infilato in una scatoletta a quattro ruote in fila con altre migliaia di sardomobilisti.

Sì, una vigilia di natale da motociclista Talebano: niente auto, infatti, nonostante il freddo o le cose da trasportare (tanto ci sono berse e baule!) :anche nel pomeriggio, con Claudia finalmente libera, abbiamo usato solo la Guzzi: per andare a far due passi al mare, per procurarci il fritto misto per la cena da Irma&Pino a Marina di Ravenna, per portare un po' di regalini ai figli dei nostri amici che guardavano con occhi strabuzzati questi strani "quasi-zii" che, invece di starsene in auto con il riscaldamento acceso, vincevano il traffico viaggiando sul una Motocicletta.
Marina di Ravenna
Vigilia di natale 2006, incredibile, anche con queste piccole cose hai qualcosa da raccontare :-)

Lamps (ah, P.S.: a chi Crede, gli auguri svalutati di un ateo mangiapreti!) 

Gattostanco, 24 dicembre 2006

giovedì 21 dicembre 2006

In morte di Piergiorgio Welby

La sua lotta è finita, ma ha contribuito ad aprire un dibattito sui NOSTRI diritti

Io credo che ogni individuo debba essere libero di chiedere di non soffrire e di decidere di finire la mia vita con dignità, quando sarà ora, e senza che qualcuno gli imponga scelte arroganti dovute ad una fede religiosa.
Chi crede che la vita sia un dono di Dio e nessuno può porvi fine è giusto che sia assistito fino all'ultimo, ma per chi, come me, non crede in alcun dio, deve esserci solo la Legge di uno Stato Laico che tenga in considerazione la volontà di un suo cittadino.

Spero solo che il dibattito aperto dalla coraggiosa lotta di Piergiorgio Welby non si esaurisca, e che i laici italiani riescano a contrastare l'arroganza del clericalismo bigotto imperante in questa Nazione che ha la sfiga di avere il Vaticano in casa...

E soprattutto, dopo tanta sofferenza e fatica, buon riposo, Piergiorgio.

Gattostanco, 21 dicembre 2006

domenica 10 dicembre 2006

Tra Welby e Binetti

L'editoriale di Furio Colombo su L'Unità del 10 dicembre 2006

Le dichiarazioni - che in politica sono azioni e sventolano come bandiere su posizioni occupate - si susseguono. Insieme compongono un quadro che disegna i confini morali dell´Italia. Mercoledì Gianfranco Fini, il vice senza diritto di successione nella casa di Berlusconi ma pur sempre vassallo di grande potere, dichiara: «Staccare la spina di Welby è omicidio». Vuol dire che se Welby ci mette un anno a morire soffocando ogni minuto che noi siamo qui a discutere, sono fatti suoi. In altre parole è corso al letto dell´uomo caduto nella morsa del dolore per dire «Va bene così» e anzi minacciando chi avesse intenzione di intervenire.
Giovedì la Sen. Binetti, collega di Senato e di schieramento e di sentimenti umani e civili, dice al Corriere della Sera: «È stata una bellissima giornata». Vuol dire che è riuscita a impedire, con la sua esuberante irruzione nella cosiddetta cabina di regia della legge finanziaria, che i reietti di quel sottomondo detto "coppie di fatto" possano godere di benefici fiscali nel triste evento della successione e di ciò che resta al sopravvissuto. In altre parole è come se la Sen. Binetti fosse corsa da quella signora, vedova di uno degli italiani che hanno perso la vita nell´attentato di Nassiriya, per cacciarla un´altra volta dai palazzi dello Stato in cui non è mai stata ammessa, dalle chiese che l´hanno relegata da sola in fondo.

Come ricorderete la signora Adele Parrillo non era una vera vedova ma nient´altro che una convivente del caduto Stefano Rolla.
Cioè nessuno, clandestina alla funzione funebre in chiesa e poi messa cortesemente ma fermamente alla porta al Quirinale, quando lo Stato ha celebrato i morti di Nassiriya. Morto o non morto in guerra, un convivente resta un escluso e la sua compagna si può respingere tranquillamente alla porta senza scandalizzare nessuno.
Franca Rame ha coniato, a sue spese per Adele Parrillo, una medaglia d´oro che le è stata donata in una piccola cerimonia privata. Ma su certe violazioni, come il non sposarsi (meglio se in chiesa) in Italia non si scherza: niente Chiesa e niente Stato.
«Ma che si sposino!», esclama esasperata la Sen. Binetti (evidentemente senza rendersi conto di parodiare Maria Antonietta) per liquidare le civili obiezioni di chi la intervistava (Angela Frenda, Corriere della Sera, 8 dicembre) sulle coppie di fatto. Ma prima aveva parlato di "felicità": «La mia felicità, la sensazione di aver ottenuto un successo» per avere impedito uno sconto di tassa al convivente che veglia il feretro della persona amata. La multa sul feretro imposta gioiosamente dalla Binetti a chi ama e a chi piange - ma non secondo le regole della Binetti - non può che generare un grande imbarazzo.

Infatti come distinguere la "certezza della pena" di Fini, che evoca l´ergastolo per chi si accosta al letto di Welby, e la "felicità" di Binetti che ha imposto con un colpo di mano la sua visione teologica, dal fondamentalismo che intende ignorare ogni confine fra vita e fede e impone che la fede sia legge?

È l´indifferenza a fatti veri, vere sofferenze, veri problemi, solo perché la descrizione (che è poi la rilevazione realistica) di questi fatti non coincide con la pala d´altare della buona morte da un lato (dove i raggi della fede e la mano dell´angelo spuntano come un invito celeste dalle nuvole scure) e con la descrizione della casa tenuta in ordine dall´angelo del focolare debitamente sposata in chiesa e solo per questo affidabile sposa e madre amorosa, persino se abita a Cogne. 
Sabato parla il Papa. E purtroppo le sue parole sono un intervento pesante, diretto, mai prima accaduto, sul governo italiano, solo sul governo italiano che ha annunciato una legge che esiste dovunque nel mondo e si forma sul rispetto giuridico, ma anche umano, dei diritti dei cittadini. I confini dell´Italia, a cui in esclusiva viene dedicata questa immensa pressione, si fanno più stretti.

***

Possibile che sfugga del tutto la dimensione della carità che è stata, anche nei momenti più difficili, il grande canale di comunicazione fra credenti e non credenti, il messaggio di buona volontà con cui grandi cattolici e credenti anonimi hanno lasciato tracce di civiltà, di solidarietà, di comprensione e partecipazione attraverso confini che apparivano rigidi e impenetrabili, fra persone altrimenti condannate a sentirsi divise fra redenti e dannati? 
Che cosa è accaduto per indurre a calare mannaie così taglienti, per spezzare subito ogni legame con i miscredenti, dalla quantità della droga alla qualità dell´amore?
Non li imbarazza il fatto che ad ogni passo contro il diritto alla vita - dunque alla morte meno crudele - di Piergiorgio Welby, contro il rispetto che si deve a una vedova non sposata e che non è bello scacciare dalla chiesa, contro l´amore che esiste, che accade, anche se non è omologato, fra donne e fra uomini, verso cui è solitamente dedicato, a livelli incivili, sarcasmo e disprezzo, non li imbarazza il fatto che prontamente si schiera l´Italia peggiore, da Borghezio ai fascisti («meglio fascista che frocio») come si è visto nella "marcia di Roma" di Berlusconi?

***

Ci sono domande - in questa storia in cui circola aria gelida e nessuna fraternità - che restano senza risposta e che devono averla. 
Con che diritto io posso dire a qualcuno «ti devi sposare», a due persone che non si devono amare, a Piergiorgio Welby che deve soffrire come un cane fino a quando un teologo illuminato (ci sarà, ci sarà) descriverà la fine del dolore come una benedizione necessaria, l´amore come un dono di Dio e la violazione delle regole delle coppie poca cosa (se non un diritto) rispetto agli strazianti genocidi del mondo a cui si dedica la metà della metà della metà della nostra attenzione?

Sono sorpreso che i senatori-teologi che siedono in Parlamento e battono con furore sul banco il martello delle proibizioni, non abbiano notato l´accortezza del Papa, almeno in una situazione che non riguarda l´Italia. 
Eppure Benedetto XVI ha fatto capire bene che un conto è discutere di Islam in una Lectio magistralis a Ratisbona, e un conto è una visita di Stato all´Islam in Turchia, dove vince non l´intento ad avere ragione ad ogni costo ma quello, molto più grande, di capire, di essere capito e di costruire un passaggio ad ogni costo. È un peccato, una ragione di tristezza, che un simile criterio non sia stato adottato per l´Italia né dal Papa né dai senatori che lo rappresentano.

Un po´ aridamente, quando si parla di coppie, i senatori-teologi evocano con fervore l´art. 29 della Costituzione italiana che dice: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». Giusto. Ma quell´articolo definisce un modo di stare insieme, non ne proibisce un altro. E non occorre essere giuristi per sapere che la libertà di stampa si estende a Internet, che non esisteva quando è stata scritta la Costituzione. E che, dunque, un tipo di unione non ne impedisce un altro. E poi basta il buon senso per capire che due persone che si amano non sono e non possono essere in alcun modo offesa, rischio o pericolo per la famiglia tradizionale. Dal punto di vista del fatto e del diritto, è una affermazione impossibile. Infine perché ignorare gli articoli 2 e 3 della Costituzione che sanciscono la parte grande e inviolabile dei diritti della persona?

***

Forse un modo esemplare di uscire da un confronto così poco generoso fra parlamentari che si sono nominati custodi dell´ortodossia e parlamentari e cittadini comuni (fatalmente l´aridità dei comportamenti incuranti e insensibili genera aridità di risposte che possono essere ingiustamente offensive) è assumersi subito la responsabilità del dolore di Piergiorgio Welby. Alcuni di noi, coloro che non possiedono il codice delle cose ammesse o vietate, quando si tratta della pena di un altro e sentono l´immensa ingiustizia, la intollerabile offesa, devono assumersi in questo momento il compito di porre fine a quell´immenso dolore. Lo faranno formando un comitato di emergenza deciso a non abbandonare Welby nella sua «prigione infame». Adesso, subito.

Furio Colombo, editoriale su L'Unità del 10 dicembre 2006

lunedì 4 dicembre 2006

Essere italiani e credere in uno Stato laico

Il Presidente della Repubblica, la Camera dei Deputati, il Senato, rappresentano anche quegli italiani che, come me, non riconoscono come propria guida spirituale il pontefice della Chiesa e a maggior ragione quelli che non ritengono di dover derivare da essa la definizione della propria identità.
Vorrei che le Istituzioni tenessero in considerazione anche chi, come me, non si sente rappresentato da chi afferma che l'elezione di un nuovo Papa "...è un momento di grande gioia per tutti gli italiani" o che quel "pontificato sarà importante per tutti noi che abbiamo bisogno di una guida morale, spirituale e di una nostra identità". Grazie, ma il sottoscritto ha sempre fatto volentieri a meno della guida spirituale di qualsiasi religione, chiesa, setta o santone :-)
E allora, già che ci siamo, vediamo un po' perchè mi piace definirmi anticlericale e quali sono le motivazioni che mi spingono a sperare in una riduzione forte del peso politico della Chiesa cattolica ...tranquilli, evito di andare troppo indietro nel tempo, non c'è bisogno di andare all'inquisizione o a Galileo Galilei... :-)
Eutanasia e rifiuto dell'accanimento terapeutico.
Io credo che la vita sia mia. Vorrei decidere se e quando valga ancora la pena di essere vissuta.
Nei paesi più evoluti se ne comincia a discutere (in qualche caso finalmente la libertà dei cittadini è già legge).
La Chiesa sta bloccando questa discussione con tutte le sue forze.
Ma se veramente la sua azione riguardasse solo i credenti... non dovrebbe impegnarsi così nel contrasto delle leggi dello Stato, no?
Aborto. Voler impedire una libera scelta alle donne mi pare vergognoso.
Così come vergognoso l'atteggiamento sempre più violento dei fanatici contro i centri di interruzione della gravidanza e contro i medici abortisti. Il Popolo italiano si è pronunciato con un referendum, ma ogni giorno questo diritto civile va difeso contro le pressioni della Chiesa cattolica. Ma se veramente la sua azione riguardasse solo i credenti... non dovrebbe impegnarsi così nel contrasto delle leggi dello Stato, no?
Divorzio. Idem come sopra. C'è voluto un voto popolare per difendere la legge dal referendum abrogativo voluto dalla Chiesa cattolica.
Ma se veramente la sua azione riguardasse solo i credenti... non dovrebbe impegnarsi così nel contrasto delle leggi dello Stato, no?
Vogliamo parlare della lotta alla contraccezione? Del vergognoso contrasto attuato dal Vaticano contro ogni politica di controllo delle nascite in Africa?
La vergogna degli insegnanti di religione scelti dalla Curia e pagati dallo Stato italiano, anche dai non credenti. D'altronde il concordato fu una vergogna per lo Stato italiano, una ignobile commistione (che faceva comodo al Duce) tra interessi dello Stato e della Chiesa. Uno sdoganamento dei manganellatori e del fascismo direi.
E oggi non credo sia un fatto positivo neppure per i cattolici avere uno Stato così clericale: se un giorno i musulmani saranno numerosi, non sarebbe meglio dimostrargli la forza morale di una Stato che non fa differenza tra credi ma che afferma la libertà e l'uguaglianza di tutti i cittadini e di tutte le sue leggi?
L'assurdità di una Chiesa che accetta con gratitudine, nella nuova America neoconservatrice, le assurde, antistoriche, deficienti tesi negazioniste dell'evoluzionismo... non ne vogliamo parlare?
Le sconce ricchezze sulle quali prosperano le curie e le organizzazioni clericali in ogni città.
Lo IOR. I milioni di euro incassati con l'8%. I soldi drenati dalla scuola pubblica a favore di quella privata (quasi tutta in mano agli enti religiosi). Solo C.L. riesce a controllare tra l’altro circa 250 istituti scolastici ed è affiancata dalla Compagnia delle opere, braccio imprenditoriale cioè una holding che gestisce circa 15 mila imprese...
No, io non ho niente "di personale" contro la Chiesa cattolica. Certo, sono sposato con rito civile e non entro in Chiesa da anni, ma mi fanno ribrezzo i fanatismi e le ingerenze clericali nella vita della nostra società civile.
Vorrei essere libero di chiedere di non soffrire e di decidere di finire la mia vita con dignità, quando sarà ora. Senza che qualcuno mi venga a dire "la vita è un dono di Dio e nessuno può porvi fine...". Ma va a caghèr. E' la mia. Nel tuo dio io non ci credo.
Vorrei che ci fossero le chiese dove chi crede possa pregare in pace, ma che le leggi dello Stato fossero per tutti.
Perchè, vedete, chi è ateo e rispettoso delle libertà altrui (anche se è molto geloso della propria e quindi anche un po' brontolone) non ha un confessore che possa pulirgli la coscienza e non ha bisogno di leggi divine che gli indichino la strada per vivere in onestà.
Poi mi piacerebbe vedere un popolo più amante della propria coscienza civile e politica che teso a "sbacioccare la corona di qualche chiesa". Ma questa è un mio sogno che non ha molte speranze di divenire realtà.
Gattostanco, 4 dicembre 2006

domenica 3 dicembre 2006

Esclusiva mondiale: la comparativa più gustosa per i motociclisti appenninici

Comparativa tra le naked, comparativa tra le sport touring, confronto tra supersportive ed iperpolleggiate, tra sputer con le marce e moto con il cambio automatico... che balle!!!
E allora ecco qui una nuova comparativa, in esclusiva per i visitatori del sito di Gattostanco.
Una comparativa fra alcune delle migliori schiacciate dell'appennino toscoromagnolo :-)

E' dicembre, ma la temperatura è ancora molto mite. 
Partiamo da Ravenna in direzione Forlì. Prendiamo la statale che ci porterà, in direzione Firenze, verso Campigna ed il Passo della Calla.

Prima fermata a Civitella di Romagna.
Sulla destra, all'altezza della piazzetta dove c'è il solito, affolalto mercatino, c'è il Forno Mambelli.
La pizza salata di Mambelli è una certezza. E' una focaccia friabile, saporita. Avvolta in un bel sacchetto di carta... viene immediatamente chiusa con una ulteriore sportina di plastica... se no per pulire la borsa laterale... poi mi ci vuole Svelto :-)

Cominciamo a salire in quota. Niente ghiaccio e neppure troppe foglie appiccicate all'asfalto. Occorre solo fare attenzione alle zone in ombra. L'Alpen Bar di Campigna, fresco rifugio di tanti giorni afosi in pianura, è chiuso per l'inverno. In cima al Passo della Calla ci staziona una nuvola fitta e fredda... insomma, l'inverno comincia a farsi vedere.
Dopo Stia seguiamo le indicazioni per Firenze e poi per il Passo della Consuma: proprio all'incrocio con la Statale della Consuma, sulla destra in posizione un po' rialzata c'è il Bar Scarpaccia. Un po' bar, un po' alimentari, un po' bottega di paese. Ha qualche tavolino e merita sicuramente una sosta

Entrare affamati significa un serio rischio di svenimento: appesi alle pareti salumi di ogni tipo: salame, prosciutto, coppa, guancia, salsicce anche di cinghiale, finocchiona. Decidiamo che i salumi ed i formaggi di Scarpaccia saranno il condimento di tutte le schiacciate in gioco, e quindi, nella borsa della Norge finiscono sei o sette cartocci profumati e, ovviamente, la Schiacciata. La seconda concorrente di questa comparativa.

Qualche chilometro di bellissime curve (anche se oggi non proprio perfette come grip) e siamo in cima al Passo della Consuma, all'ormai mitico Chalet del Valico. E' ora di pranzo e "ci tocca" sbafare una schiacciata ai funghi porcini (i funghi trifolati, bollenti, profumati... mica si possono portare fino a casa), poi compriamo ovviamente anche la sola schiacciata per la comparativa della sera ;-)

Rientriamo (allungando un po' il tragitto perchè avevamo ancora voglia di chilometri... ma al Giogo NON hanno schiacciata!) con le borse piene di golosità. La giuria è composta da Stafano&Cristina (nostri "soci" di viaggi in moto attualmente fermi a causa di una Yaris che ha pensato bene di centrare Stefano che andava a lavorare in moto), Claudia, il sottoscritto e nostro figlio (ormai rassegnato alle nostre stranezze di motociclanti.
Ebbene. Incredibile ma il giudizio è unanime.

3^ classificata: la schiacciata del Bar Scarpaccia. E' la più soffice, ma anche la più "normale". E' ottima ma non indimenticabile. Il Bar Scarpaccia, però, guadagna una Menzione Speciale della Giuria per gli affettati (finocchiona in primis) e per i formaggi. Voto: 8

2^ classificata: la schiacciata del Forno Mambelli. Meno unta delle altre è forse la più delicata. E' più una focaccia salata che una schiacciata toscana. Voto 9: viva la Romagna!

1^ classificata: la schiacciata del Passo della Consuma. Unta, pesante. Eppure alla faccia del fegato, la vera schiacciata che non si fa più dimenticare. Fermatevi sempre in cima al Passo... mangiatela con i funghi sgocciolanti finchè siete lì, e portatene a casa un po' per farcirla. Voto: 10 e lode!

Civitella: il Forno Mambelli 
Il Bar Scarpaccia 
Passo della Consuma, lo Chalet Il Valico

La comparativa 
La mappa dell'itinerario

Gattostanco, 3 dicembre 2006

lunedì 20 novembre 2006

Una Finanziaria di sinistra?

Salvare i SUV e colpire la Vespa... Nanni Moretti avrebbe qualcosa da ridire. E anch'io

Il comportamento del Governo in tema di Finanziaria è francamente deludente...
Provvedimenti annunciati con dichiarazioni roboanti poi abbandonati in fretta e furia, dubbi, incertezze.
Sembra tutto approssimato. 
In questo modo mi pare che la coalizione si prepari a consegnare il Paese alla destra.
Non si tratta del fatto che scontentando tutti sia segno che si sta realizzando una Finanziaria equa... qui occorrerebbe spiegare agli Italiani l'importanza di affrontare, una volta per tutti, il problema dei conti pubblici, che sono una vera e propria zavorra sulla competitività presente e futura, di questo paese.
Ma bisogna farlo con metodo, con serietà e... dando buoni esempi di giusta redistribuzione dei sacrifici! Certo che non tassare i SUV e rompere le scatole ai chi ha una vecchia Vespa Euro zero... per dirla alla Nanni Moretti... non mi sembra molto di sinistra.

sabato 18 novembre 2006

I colori dell'autunno con la nuova Norge

Che autunno mite, quest'anno!
Abbiamo già oltrepassato la metà di novembre e in cima ai passi tra Romagna e Toscana ci sono ancora quasi 18 gradi. Eppure per precauzione abbiamo indossato i guanti invernali. E pure il classico completo in cordura dei climi invernali.
E' il primo giretto con la mia seconda Moto Guzzi.
Appena l'ho portata a casa mi sono accorto che la Norge toccava un po' troppo presto con il cavalletto centrale. Allora, seguendo le istruzioni del libretto di uso e manutenzione per la guida in coppia, ho chiuso tutto il precarico e stretto l'estensione del mono.
Seguendo poi i consigli di chi la Norge se la sta già godendo da un po', ho ridotto lo spessore del gommino che tiene scostato il cavalletto centrale dalla marmitta.
E subito mi accorgo che le modifiche sono state più che utili: adesso per toccare occorre piegare un bel po'. Oppure prendere degli avvallamenti molto pronunciati mentre si percorre la curva... vabbè, la Norge è talmente confortevole che ho deciso di potermi permettere di irrigidire un po' anche l'anteriore. Abituato alle sport touring o alla Griso, non credo che mi mancherà il confort, anche con una moto molto rigida ;-)

 Ma non riesco a concentrarmi solo sulla guida!
Oggi i colori della natura sono fantastici.
Non è ancora stato molto freddo, non sono ancora arrivate forti piogge o le prime nevicate, e i boschi delle Foreste Casentinesi sono colorati di pennellate sgargianti. Molte foglie svolazzano ai bordi di questi nastri d'asfalto che ospitano le ruote della Moto Guzzi, ma molte altre sono ancora lì, a vivere gli ultimi giorni della loro effimera ma meravigliosa esistenza. Hanno regalato ombra, ossigeno, fremiti nelle giornate ventose. Ora la terra le aspetta, per creare nuova energia. Ma prima di cadere, risplendono di giallo, di rosso, di arancione.

Viaggiare in moto è essere dentro la natura.
Oggi assaporo tutto questo: l'aria pulita, i colori del bosco, le nuvole che si rincorrono e ci minacciano da lassù. Non cè la nebbia della pianura quassù!


La strada del Passo dei Mandrioli è un nastro d'asfalto grigio fitto di curve e tornanti steso su una tavolozza di un pittore. Dopo il classico caffè a Badia Prataglia, scendiamo fino a Poppi e poi a Stia, dove anzichè imboccare la statale per il Passo della Calla, andiamo verso il Valico di Croce ai Mori, 25 chilometri di strada bella e selvaggia, senza paesi o capannoni che deturpino il paesaggio.
Sembra impossibile essere così vicini alla pianura abitata e industrializzata... il Croce ai Mori ti permette di sognare spazi alpini e foreste selvagge. Ma tutto ha un termine, e scesi a Londa svoltiamo a destra per raggiungere Dicomano. 
E' qui che comincia la salita del Muraglione.

E' qui che le curve serrate della parte toscana, asciutte e pulite, mi permettono di testare la ciclistica sana, agile e divertente di questa Tourer che sembra pesare molto meno di quel che dice la bilancia.

Sì amici miei, con moto come la Griso o come questa Norge, la Moto Guzzi sta dimostrando di essere tornata a produrre moto belle, divertenti, affidabili.
Mica poco ;-)

Lamps!

Gattostanco, 18 novembre 2006

domenica 29 ottobre 2006

Consuma Take-away

Salendo al Muraglione
Che strano questo autunno. 
L'ultima domenica di ottobre ci svegliamo con l'ora solare ed una giornata che ci regala ancora la luce di settembre. 
Claudia lavora in un Ipermercato già aperto la domenica perchè Natale si avvicina... pare impossibile. Eppure alle tre del pomeriggio dovrà essere in negozio. Bisogna sbrigarsi :-)
Abbiamo voglia di una schiacciata con i funghi, ma non una schiacciata normale, la Schiacciata del Passo della Consuma. Allora via.
La Griso si stiracchia i pistoni in fretta, questa mattina.

Trotterelliamo verso il Muraglione per un caffè.
Ci fermiamo anche per qualche foto: l'autunno ha caricato le foglie di colori accesi, gialli, rossi. Bellissimo.
Al Muraglione facciamo due chiacchiere con un amico incontrato per caso e con qualche Guzzista fermo lì in cima e che non si fa sfuggire un'occhiata alla Griso gialla :-)

Scendiamo fino a Pontassieve.
C'è anche un bell'attraversamento su stradine secondarie (Scopeti - Pomino - Borselli), ma ho voglia di fare tutte le curve della Strada Statale della Consuma. 
Occhio agli autovelox, però ;-)

A Consuma riempiamo il mini-bauletto con tre schiacciate ben farcite ed un bel sacchettone di biscotti fragranti. Anche per oggi non moriremo di fame.

Ora però occorre "darsi una mossa": la MotoGP parte alle 14, e un'ora dopo Claudia dovrà essere al lavoro!

Nulla di meglio che il Passo della Calla per il rientro.
Le foglie sono a mucchi accanto alle "traiettorie" pulite da auto e moto.
L'asfalto è praticamente sempre asciutto, il traffico scarso.
Condizioni ideali per godersi l'elasticità del bicilindrico di Mandello: la Griso non va strapazzata, ma se la lasci correre pennellando le traiettorie più regolari e rotonde ti regala sensazioni fantastiche!

Da Forlì a Ravenna la pianura si fa come al solito noiosa.
Il tachimetro lancia avvertimenti del tipo "a queste velocità ci mettono un attimo a ritirarti la patente"... ma in fondo a quest'ora sono tutti con "i piedi sotto alla tavola"... non c'è nessuno in giro :-)

Quando, parcheggiata la Griso e svestito l'abbigliamento in pelle, siamo anche noi a tavola e mangiamo voraci davanti alla splendida vittoria di Bayliss, nostro figlio ci guarda neppure troppo sorpreso: "dov'è che siete andati a comprare questa schiacciata?"

Dài, Muraglione, Cunsuma e Passo della Calla sono solo 260 chilometri... di curve e tornanti...
Non ne vale forse la pena, in una mattina ...e per una schiacciata così????

venerdì 29 settembre 2006

Ripassino di settembre (Alpi, Grossglockner e...)

Sei giorni di ferie a fine stagione... per portare la Griso sulle strade più belle delle Alpi
(23-28 settembre 2006)
Ultima settimana di settembre. Il periodo (scelta obbligata a causa del lavoro mio e di Claudia), come meteo, è a rischio, ma se si ha la fortuna di trovare tempo bello è una delle stagioni più belle.
Sì, perchè le strade più belle delle Alpi da metà giugno a metà settembre sono piene di vacanzieri a quattro ruote, e guidare tranquilli tra pullman e camper non è poi così divertente e sicuro.
Siamo partiti di domenica mattina da Ravenna: il meteo austriaco dava tempo brutto per l'indomani, quindi abbiamo scelto di fare il Grossglockner in giornata: la statale Romea è deserta e la velocità di crociera è alta. Anche il passaggio a Mestre non ci rallenta più di tanto. Le soste per il caffè sulla A27 e per la benzina a Pieve di Cadore, ci fanno riprendere l'uso delle gambe: unico difetto della Griso, infatti, è la distanza abbastanza limitata tra sella e pedane. Quando si guida normalmente non ci sono problemi, ma quando si sta per ore e ore nella stessa posizione, le ginocchia tendono ad indolenzirsi. In compenso il pur minimale cupolino protegge abbastanza, permettendo (con un buon casco) una velocità di crociera fino ai 140 kmh
In quattro ore siamo al confine con l'Austria. Un panino e via: Sillian, Lienz, Dollach!
Da Frau Gertrude!
Ci fermiamo a Dollach alla Pension Kahn per fermare la stanza per la notte: Frau Gertrude ci accoglie sorridente come sempre. Ci offre un caffè ed una torta (alla quale rinunciamo per salire in fretta sull'Alpenstrasse), e ci consegna i vaucher per entrare gratis nella Alpensrasse (sì, gli albergatori della zona hanno la possibilità di regalare l'accesso alla strada ai motociclisti loro ospiti).
Lasciamo i bagagli più pesanti in albergo e alle 15 siamo già sul mitico asfalto della strada alpina più bella delle Alpi, mentre la gentilissima Frau Kahn ci prenota la cena all'Hotel Post.
Che dire: il Grossglockner è solo il Grossglockner. Paesaggi infiniti ed asfalto da pista. Coccole riservate ai motociclisti e merchandising diverente. Ogni anno un 'salto' al Grossglockner è ormai una mia sana abitudine!
Una sosta al Franz-Josef Hohe per osservare da vicino il Ghiacciaio del Pasterze, in cima all'Edelweisspitze per ammirare a 360 gradi le cime lì attorno, poi guidare fino alla stazione di ingresso nord e poi tornare indietro. Poco traffico e una giornata soleggiata: il Grossglockner oggi è una vera e propria Disneyland per i Motociclanti!
Rientriamo per la stretta stradina panoramica che, evitando Heiligenblut porta direttamente nel centro abitato di Dollach, regalando le ultime emozioni fatte di panorami mozzafiato, profumi di bosco e di fieno.
Rientrati in pensione annusiamo uno splendido profumo: Frau Gertrude sta cucinando la torta per la colazione dell'indomani mattina, mentre noi affronteremo le solite prelibatezze del Ristorante del Post (vedi in fondo il paragrafo 'consigli di viaggio').




Lunedì mattina: la colazione di Frau Kahn supera ogni precedente previsione: Claudia, Cristina ed io arriveremo a sera con solo un cappuccino al Passo delle Erbe. Stefano, il solito stomaco vorace, dovrà aggiungere a mezzogiorno uno strudel: è un record assoluto!
Le previsioni meteo in Austria sono pessime. Facciamo rotta quindi verso sud, passando dallo strettissimo Passo Stalle, sul quale arriviamo a prendere il verde per tre minuti (il nastro d'asfalto dello Stalle è talmente stretto che si attraversa a direzione alternata.
Scendiamo per la verdissima Valle di Anterselva ed affrontiamo in serie il Passo Furcia, il Passo delle Erbe ed il Passo Eores. Si tratta di un percorso secondario ma splendido tra boschi e pascoli, con solo qualche attraversamento di piccoli paesi come S. Vigilio o Antermoia.
A Ponte Gardena imbocchiamo la strada per Barbiano che ci porterà sul verdissimo Altopiano del Renon, che ci permetterà di raggiungere la Val Sarentino senza entrare a Bolzano.
Saliamo poi con la strada elicoidale verso San Genesio, per poi proseguire per Moltina e Avelengo, in modo da raggiungere Merano senza sorbirci il traffico della strada statale di fondo valle: nel pomeriggio abbiamo promesso a Cristina di dedicarci allo Shopping tra i portici... incredibilmente non abbiamo dovuto mettere neppure l'antipioggia!
La Griso in montagna è divertentissima!



Il martedì lasciamo Merano poco soddisfatti della topaia (a due stelle... mah) trovata in pieno centro.
L'idea è di superare il Passo del Rombo e arrivare allo Stelvio passando dalla Svizzera.
Sul Rombo, invece, il tempo è pessimo, e la ragione ci spinge a tornare indietro. Arriveremo allo Stelvio salendo i 48 tornanti dalla parte altoatesina.
Siamo sul passo ad ora di Wurstel... ed il paninazzo sullo Stelvio è sempre una delle prelibatezze più simpatiche delle Alpi!
Decidiamo poi di fuggire davanti alle nuvole e facciamo rotta su Livigno. Passati il Foscagno e la Dogana, troviamo un ottimo Garnì ed un'altrettanto ottima cena (vedi qui sotto i 'consigli di viaggio').





Mercoledì mattina: lasciamo a Livigno senza aver fatto spese e senza neppure essere fermati in Dogana. Ripassiamo il Foscagno in mezzo ad una nuvola fittissima.
Scendiamo a Bormio poi a Santa Caterina Valfurva per poi affrontare il 'mitico' Passo Gavia.
Qui le montagne sono bellissime ed i ghiacciai luccicano al sole. Il Gran Zebrù spicca per la sua bellezza. Il Gavia è un'avventura: stretto, tortuoso, disabitato... eppure è sempre bello ritornarci...
Il Tonale è ben diverso: lo scempio edilizio ha snaturato un ambiente naturale che forse una volta era ben diverso... e così si apprezza anche meno la pur divertente strada misto veloce.
Prima di Vermiglio una mucca un po' nervosa e fuggita alle cure del pastore mette alla prova la frenata di emergenza della Griso: anche questa volta ci è andata bene!
La Val di Sole è un po' noiosa, ma sopra Cles saliamo sull'Altopiano di Fondo, per prendere poi il Passo della Mendola. E' un passo a mio parere bellissimo: tornanti veloci lasciano spazio ad un percorso esposto sui panorami della zona del Lago di Caldaro.
Proprio a Caldaro attraversiamo la statale per prendere una piccola provinciale alla sinistra del lago e salire poi in Val di Fiemme.
Anche oggi giochiamo a rimpiattino con le nuvole: abbandoniamo l'idea di passare sul Lavazè e poi sul Costalunga e ci dirigiamo direttamente per la Val di Fassa. Prima di cercare una stanza a Canazei, però, utilizziamo le ultime ore di luce per salire al Fedaia, dove l'orario e la stagione ci permettono di guidare senza stare in fila dietro a troppi camper... godendomi moltissimo la diverente ciclistica di questa strana e bellissima bicilindrica italiana.
La Marmolada e le Dolomiti al tramonto ci tramortiscono di tanta bellezza, ma poi è ora di scendere e di trovare un ottimo B&B a Canazei.






La vista dal Passo della Mendola


E' già giovedì. Il tempo di far colazione e Stefano e la sua CBF 1000 partono a razzo sul Sella, nonostante il freddo del mattino.
Io lascio più tempo alla Grisona di scaldarsi: fotografiamo i meravigliosi colori delle Dolomiti al mattino.
Che bello guidare senza dover essere sempre in fila tra auto e camper. Ecco il Passo Gardena, poi il Passo Campolongo.
Il Passo Pordoi è il mio preferito: con la Griso prendo il ritmo e faccio il passo. Ripassiamo il Fadaia e ci fermiamo in cima al Passo Valles per pranzo, un pranzetto leggero e con un ottimo rapporto qualità prezzo. Bravi!
C'è poi il Passo Rolle ed anche un deserto Brocon, da Castello Tesino una splendida provinciale che ci fa scendere sul paesino di Grigno, a pochi chilometri dalla salita per Enego: sì, perchè l'ultima tappa del nostro giretto settembrino sarà proprio l'Altopiano di Asiago.
Nel paesino di Foza conosciamo già l'ottima accoglienza che ci riserverà l'Hotel Alpi: quest'anno la sua cucina ci delizierà ancor più del solito, perchè faticheremo a dimenticare l'ottima 'tosella scottata alla brace con i porcini'!

E' già ora di rientrare: sei giorni sono volati.
Impieghiamo la mattina per visitare, ad Asiago, il Sacrario Militare della prima guerra mondiale ed il piccolo museo ospitatovi a piano terra.
Ripresa la moto scendiamo al piccolo Santuario della Madonna del Buso scendendo, grazie alla scarsità d'acqua del momento, fino a dentro il buso scavato dal'acqua nei millenni.
Ci torna la voglia di guidare e ce la togliamo sulla statale della Val d'Assa, una delle mie strade preferite. Dal Passo di Vezzena percorriamo anche i tondi tornanti della provinciale per Luserna. Scendiamo poi a Lavarone per vedere Forte Belvedere.
Di nuovo i tornanti della Val d'Assa per raggiungere l'Osteria del Termine (per il pranzo) e la Malga in cima al passo per comprare un po' di formaggio che troverà spazio in una borsa laterale della Grisona...
Il resto è banale: discesa per il Costo (stando attenti agli autovelox) e poi noiosissima autostrada...
Tra i boschi dell'Altopiano le foglie stavano cadendo sull'asfalto. Molti alberghi erano chiusi per ferie.
Sì, la stagione 2006 dei viaggi in moto sta finendo: le prime perturbazioni porteranno la neve sullo Stelvio, sul Gavia o sull'Altopiano.
A noi motociclisti amanti delle Alpi rimarranno molte foto, alcuni filmati, tanti ricordi ... e le carte geografiche per studiare gli itinerari 2007!






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Alcune considerazioni sulla Griso:
1) la Griso è meno 'Off Topic', per un mototurista, di quanto pensassi: il (pur minimale) cupolino permette, con un buon casco, una velocità di crociera autostradale di 130/140 kmh. Più che sufficienti.
2) in montagna la Guzzona è godibilissima anche a pieno carico. Sulle salite più dure un po' di cavalli in più non guasterebbero, ma la guidabilità ed il divertimento tra i tornanti sono di livello eccelso: arrivavo a sera, dopo più di 300 km di passi alpini, e non avevo mai voglia di fermarmi (e anche Claudia sta giudicando più che degna la sistemazione di passeggera).
3) i consumi sono ottimi. Il serbatoio non è immenso, ma la spia della riserva si accendeva dopo 210/220 km (reali!) e la 'sete' di benzina si placava con anche meno di 15 euro. Non male!
4) bisognerebbe licenziare chi ha progettato la chiusura delle borse laterali, posizionandola all'interno delle stesse. Già sono piccole (niente da ridire, in fondo la Griso è una naked) ma quando si arriva in albergo, per staccarle dalla moto bisogna praticamente svuotarle. Se non piove va bene, ma se sei sotto l'acqua puoi scordarti di riuscire ad avere ancora quacosa di asciutto... indecenti!
5) ottima soluzione, invece, la borsona impermeabile (non Guzzi) da 48 litri sul portapacchi: ci sono stati tutti gli indmenti indispensabili per una settimana in montagna: dalle scarpe da ginnastica ai jeans e alle felpe per la sera. Legata con tre cinghe da pochi euro, è veloce da legare e liberare una volta a destinazione.
Una naked bella e assolutamente divertente, in grado anche di affrontare qualche viaggio. Forse bisognerebbe provare a dotarla di borse e baule rigidi come quelli della tedesca Hepco&Becker... 

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Consigli di viaggio:

DOLLACH (penultimo paese a sud della Grossglockner Alpenstrasse):
Fruhstuckpension Haus Kahn - Dollach 73 - Tel/Fax: +43(4825)230
La pensione Kahn è gestita dalla gentilissima Frau Gertrude.
Pulita, ordinata e con una splendida vista sui verdi prati della valle, è veramente una sosta alla quale non si può rinunciare. Sono anni che torniamo lì ogni volta che passiamo per il Grossglockner, e non ce ne siamo mai pentiti.
La colazione della mattina è ormai diventata una leggenda, e quest'anno Frau Kahn si è superata cucinando per noi una fantastica torta alle nocciole. Ma la quantità di affettati, formaggi, dolci, joghurt, pani di vari sapori è quasi impossibile da raccontare. Per le moto c'è sempre a disposizione il garage.
Prezzi settembre 2006: pernotto + (splendida) colazione: 45 euro in due!

Sempre a DOLLACH la cena:
Ristorante Hotel Post - Dollach 83 - Tel. +43(4825) 205 19
Il locale è ospitato in una delle costruzioni più antiche di Dollach. La sala è molto accogliente, raccolta e arredata con gusto. Il servizio è cortese e veloce. Prezzi 2006: quattro piatti unici (da commuoversi!) di capriolo e cervo in umido con canederli di pane con porcini, fagiolini avvoli nel lardo con un incredibile contorno di uva e marmellata di mirtilli oppure di arrosto di cervo con contorni vari, quattro apfelstrudel affogati nella salsa di vaniglia bollente, una bottiglia di rot wein del posto, un po' d'acqua per salvare le apparenze ed il conto totale è di 84 euro (per quattro persone).

LIVIGNO:
Abbiamo trovato un buon Garnì nell'Hotel Baita della Luna (pernott. e colazione 30 euro a testa)
Non ha il garage, ma una tettoia protegge abbastanza bene le moto, ed è a 50 metri dalla zona pedonale del centro.
Via Pontiglia, 287 - Livigno - Tel. 0342.996645 - www.baitadellaluna.it

Sempre a LIVIGNO la cena:
Per caso siamo capitati al Ristorante dell'Hotel La Baita.
Quattro ottimi piatti di pizzoccheri, quattro secondi di cervo&polenta, un'ottima bottiglia di Kaltere See Auslese del 2001, due dolci e tre caffè per 80 euro. E un ottimo servizio. Voto buono!
Via Bondi 98/102 - Livigno - Tel. 0342.9970707 - www.labaitalivigno.it

FOZA (Altopiano di Asiago): Hotel Alpi, Via Roma 14, Foza - Tel. 0424.698098 - www.hotelalpifoza.com
Un due stelle gestito con grande sensibilità ed attenzione. Ci si sta veramente bene.
Prezzi settembre 2006: la camera doppia con colazione a soli 55 euro.
Cena: il cuoco si è veramente superato: la zuppa di porcini era ottima, ma la tosella scottata alla piastra con contorno di porcini era veramente indimenticabile.
Abbiamo poi voluto festeggiare la cucina dell'Hotel Alpi facendoci portare una porzione di fantastica tagliata da dividere tra tutti e quattro (con n po' di contorni). Aggiungiamo un litro e mezzo di vino, due fette di torta appena sfornata e tre caffè per un totale di circa 100 euro per quattro persone. Beh, anche in piccoli paesi come Foza c'è qualcuno che sa fare il suo mestiere di albergatore/ristoratore, ed è giusto che si sappia.
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LINKS UTILI:

www.grossglockner.at il sito (anche con pagine in italiano sulla più mitica delle alte strade alpine, costruita all'inizio degli anni '30 grazie all'intuizione testarda dell'ingegnere carinziano Franz Wallack.
Per quanto riguarda il Passo del Rombo, invece, il link è: www.timmelsjoch-hochalpenstrasse.at
Il sito più bello dedicato allo Stelvio è quello della Banca Popolare di Sondrio, con molte web cam attive anche nei lunghi e nevosi mesi invernali: webcam.popso.it/stelvio.php