Due settimane in moto tra paesaggi di sogno e memorie di guerra.
Ecco un breve report scritto per non dimenticare, col tempo, dettagli che non meritano di esserlo. E per fornire qualche idea a chi vorrà andare a godere dei profumi e dei colori dell'Oceano... ed una piccola scelta di fotografie... tra le oltre 1500 scattate.
Verso il G. S. Bernardo |
Domenica 22 giugno 2008:
l'appuntamento con Cristina e Stefano è alle 6 di mattina. Si prevede una giornata calda ed anche un po' di traffico. Niente di meglio che partire presto, per poter attraversare il collo di bottiglia dell'A14 di Bologna con il fresco e con la tranquillità di una città che ancora sonnecchia. Non ho bisogno della sveglia... sono due anni che Claudia ed io sogniamo di tornare in moto sulla costa dell'Oceano. E di vedere per la prima volta la Normandia e la Bretagna.
A velocità 'codice" (per non dover prestare troppa attenzione ai velox) siamo in poche ore in Val d'Aosta. Usciamo dall'autostrada ed affrontiamo la salita che porta al Passo del Gran San Bernardo... dopo quelle centinaia di chilometri noiosi e sempre uguali, la salita al passo, nonostante un asfalto ancora in manutenzione dopo i danni dell'inverno, è una boccata d'ossigeno. Prima di mezzogiorno siamo ad ammirare il ghiaccio che ancora si scioglie nel laghetto...
Scendiamo verso la Svizzera e pranziamo in un chioschetto di prodotti del territorio poco prima di Martigny. Il caffè lo prendiamo al Col de la Forclaz. Poi, dopo il Col des Montets, in Francia torniamo a prendere l'autostrada.
Avallon |
Verso le 18, in occasione di una sosta-benzina in un'area di servizio, consultiamo la guida dei Logis de France che Stefano ha portato con sè... ce ne sono un paio nel vicino paesino di Avallon. Usciamo ed andiamo lì. Abbiamo fortuna: l'albergo Les Capucins è accogliente e con una discreta cucina.
Mappa del primo giorno: circa 1.000 chilometri da Ravenna a Avallon. In tredici ore, a velocità codice e nonostante i chilometri percorsi sulle Alpi nell'affrontare tre Passi, abbiamo percorso 1010 chilometri senza particolare fatica: sia la Stelvio che il GS (di quest'ultima non si poteva certo dubitarne) si stanno dimostrando ottime macinachilometri... certo che l'autonomia della Stelvio è più limitata, e ogni 200 abbiamo fissato la sosta-rifornimento, per evitare l'accensione di quella spia angosciante...
La parte finale dell'itinerario di oggi... |
Nessun commento:
Posta un commento