lunedì 28 settembre 2009

Un saluto alle Alpi - giorno 2

Lunedì mattina. Ci alziamo come sempre abbastanza presto, e prima delle nove di mattina siamo in movimento... l'aria è frizzante e... il Passo Duran chiuso per lavori di asfaltatura fino alle sei di questa sera. Peccato... dovevamo passare di lì per poi scendere a Longarone... e invece ci tocca affrontare il traffico di Belluno e perdere più di mezz'ora. Sgrunt (sono le sfighe che capitano fuori stagione e tra settimana... ma almeno c'è poco traffico!).



Da Longarone saliamo (i primi tornanti sono spettacolari) verso la Valcellina seguendo il corso del torrente Vajont... e naturalmente la vista della frana che ha sepolto il lago e provocato la tragedia del 1963 è sempre scioccante.


Casso, Erto, il Passo di Sant'Osvaldo poi la Valcellina. Dimentichiamo la tragedia del Vajont e riprendiamo a guidare in scioltezza, assaporando quest'aria pulita di fine estate. Caffè sul Lago di Barcis, poi rotta verso la Carnia: passiamo da Andreis ed imbocchiamo la strada (molto bella, anche se altrettanto strettina) che sale alla Forcella di Pala Barzana e poi, dopo Frisanco ed aver tentato di perderci a Poffabro, ecco i chilometri di wilderness che ragala la Forcella di Monte Rest, l'anonima Forcella di Priuso vicino ad Ampezzo fino al passaggio sul Tagliamento.
Raggiungiamo Ovaro (per un panino) perchè l'obiettivo principale di oggi è un mito del ciclismo: la Sella di Monte Zoncolan. Bellissimo: 1000 metri di dislivello in dieci chilometri, carreggiata strettissima, tornanti secchi, duri, dei veri e propri scalini (uno tra gli ultimi richiede veramente attenzione), accompagnati dalle gigantografie dei grandi della bici.




La discesa è molto più facile e guidabile, ma meno romantica: troppe le stazioni sciistiche in questo versante, ma negli occhi abbiamo ancora il versante eroico dello Zoncolan!


Una volta a Sutrio, pensiamo sia più che giusto rientrare per la al Pesarina. Eccoci allora in direzione Ravascletto e Prato Carnico. Da qui al Cadore non ci sarà altro che natura; boschi, pascoli, alta montagna (se avete il serbatoio piccolo ricordate di non passare Comeglians con poca benzina..): è la Val Pesarina, con la Forcella Lavardet, la Sella Razzo e la Sella Ciampigotto

Poi si scende in Cadore, e a Pieve si va per il Passo Cibiana e per il Passo Duran, sì, perchè ormai le sei di sera sono scoccate, i lavori finiti e possiamo goderci i colori ed i profumi di questo passo senza traffico.



Rientriamo in albergo in tempo per una doccia prima di cena... e non mettiamo neppure in garage la Multi, tanto il paese è tranquillissimo!
L'itinerario di oggi:

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