giovedì 24 aprile 2025

80 volte: GRAZIE!

Si chiamavano Emilio Lussu, Ferruccio Parri, Riccardo Bauer, Duccio Galimberti, Silvio Trentin, Leone Ginzburg, Giorgio Bocca, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Nuto Revelli, Vittorio Foa, Luigi Meneghello, Ugo La Malfa, Ada Gobetti, Alessandro Galante Garrone, Oriana Fallaci, Dante Livio Bianco, Enzo Biagi, Carlo Azeglio Ciampi, Bruno Visentini, Carlo Ludovico Ragghianti, Benedetto Dalmastro, Ettore Rosa, Alberto Bianco, Giulio Bolaffi, Renato Boeri, Mario Montanari, Aurelio Gulminelli, Ezio Castelli, Vittorio Barbieri, Antonio Giuriolo, Bruno Segre...

Furono circa 35.000 i combattenti di Giustizia & Libertà, le brigate partigiane che presero il testimone del movimento antifascista fondato nel 1936 da Nello e Carlo Rosselli, e che, vicine agli ideali del Partito d'Azione, decisero di combattere la guerra partigiana per la liberazione dell'Italia dall'oppressione fascista e dall'invasione nazista. Di questi, oltre 4.500 morirono in combattimento, oppure fatti prigionieri e arrestati, spesso torturati, in carcere o fucilati o impiccati.

Giovani e meno giovani, intellettuali o contadini, operai o studenti. Fu l'Italia migliore, incarnò quella minoranza di italiani che decise di rischiare tutto per un'ideale di Libertà, per un futuro di democrazia.

Rifiutarono la tirannia fascista e le sirene del comunismo. Scelsero di lottare.

Ridettero, con il loro impegno ed il loro sacrificio, un dignità al nostro Paese. Quella di un Paese che non attese imbelle i liberatori, ma si mobilitò in armi per avvicinare la fine dei nazifascisti e sedersi nuovamente nel novero della Nazioni civili, democratiche.

La pace non è resa.

I patrioti di Giustizia & Libertà uccidevano fascisti e nazisti.

L'Italia doveva diventare, dopo un ventennio infame ed un'alleanza ancora peggiore con il nazismo, una repubblica democratica.

Non c'era spazio per le mediazioni, per i Patrioti di Giustizia e Libertà: non poteva essere restaurata la monarchia complice di Mussolini, non poteva esserci spazio per la dittatura del proletariato perorata dai comunisti. No, la lotta era dura e pura e la scelta una sola: Libertà.

Il valore ed il sacrificio di quei 35.000 giellisti, il martirio di quei 4.500 di loro, uniti a quelli di tanti altri partigiani italiani di altre formazioni, ci hanno donato 80 di Repubblica.

Non solo: quella minoranza di italiani che ha scelto di lottare contro il nazifascismo sotto le insegne di G&L e Partito d'Azione ha regalato alla Repubblica Italiana una classe dirigente di un livello altissimo e che per cinquant'anni è stata in grado di riportarci nell'esclusivo gruppo dei Paesi più avanzati.

Oggi rischiamo di dimenticarci il valore del lascito di questi sacrifici e questo impegno.

La democrazia e la libertà non sono qualcosa di eterno. Sono state una conquista. Ora andrebbero difese, e su questo non vedo, purtroppo, la giusta consapevolezza da parte non solo degli italiani, ma da parte di tante, troppe, opinioni pubbliche molto sedute su agi e comodità.

Agi e comodità alle quali rinunciarono i Patrioti di 80 anni fa.

80 volte GRAZIE a loro, quindi.

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