Furono circa 35.000 i combattenti di Giustizia & Libertà, le brigate partigiane che presero il testimone del movimento antifascista fondato nel 1936 da Nello e Carlo Rosselli, e che, vicine agli ideali del Partito d'Azione, decisero di combattere la guerra partigiana per la liberazione dell'Italia dall'oppressione fascista e dall'invasione nazista. Di questi, oltre 4.500 morirono in combattimento, oppure fatti prigionieri e arrestati, spesso torturati, in carcere o fucilati o impiccati.
Giovani e meno giovani, intellettuali o contadini, operai o studenti. Fu l'Italia migliore, incarnò quella minoranza di italiani che decise di rischiare tutto per un'ideale di Libertà, per un futuro di democrazia.
Rifiutarono la tirannia fascista e le sirene del comunismo. Scelsero di lottare.
Ridettero, con il loro impegno ed il loro sacrificio, un dignità al nostro Paese. Quella di un Paese che non attese imbelle i liberatori, ma si mobilitò in armi per avvicinare la fine dei nazifascisti e sedersi nuovamente nel novero della Nazioni civili, democratiche.
La pace non è resa.
I patrioti di Giustizia & Libertà uccidevano fascisti e nazisti.
L'Italia doveva diventare, dopo un ventennio infame ed un'alleanza ancora peggiore con il nazismo, una repubblica democratica.
Non c'era spazio per le mediazioni, per i Patrioti di Giustizia e Libertà: non poteva essere restaurata la monarchia complice di Mussolini, non poteva esserci spazio per la dittatura del proletariato perorata dai comunisti. No, la lotta era dura e pura e la scelta una sola: Libertà.
Il valore ed il sacrificio di quei 35.000 giellisti, il martirio di quei 4.500 di loro, uniti a quelli di tanti altri partigiani italiani di altre formazioni, ci hanno donato 80 di Repubblica.
Non solo: quella minoranza di italiani che ha scelto di lottare contro il nazifascismo sotto le insegne di G&L e Partito d'Azione ha regalato alla Repubblica Italiana una classe dirigente di un livello altissimo e che per cinquant'anni è stata in grado di riportarci nell'esclusivo gruppo dei Paesi più avanzati.
Oggi rischiamo di dimenticarci il valore del lascito di questi sacrifici e questo impegno.
La democrazia e la libertà non sono qualcosa di eterno. Sono state una conquista. Ora andrebbero difese, e su questo non vedo, purtroppo, la giusta consapevolezza da parte non solo degli italiani, ma da parte di tante, troppe, opinioni pubbliche molto sedute su agi e comodità.
Agi e comodità alle quali rinunciarono i Patrioti di 80 anni fa.
80 volte GRAZIE a loro, quindi.
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