E così, a soli sette giorni di distanza dalla vittoria di Pecco Bagnaia in MotoGP (dove Ducati si è portata a casa anche il Titolo Costruttori e quello per il Team), ecco un'altra Rossa sul tetto del Mondo. La Panigale di Alvaro Bautista ha vinto il Campionato del Mondo Superbike 2022 (e Ducati, anche qui il Titolo Costruttori).
In Superbike Ducati non vinceva il titolo dal 2011, anno dell'affermazione di Carlos Checa.
Per anni Chaz Davies ci aveva esaltato con meravigliose peripezie con una bicilindrica in affanno contro le quattrocilindri giapponesi. Lo stesso Bautista ci aveva illuso nel 2019 con una Panigale V4 ancora acerba. L'anno 2022 è stato quello in cui da Borgo Panigale si sono annichiliti tutti gli avversari, sia in MotoGP che SBK: gli immensi colossi giapponesi (Honda, Yamaha, Kawasaki, Suzuki), le ricche e grandi BMW e KTM.
Bautista e Bagnaia ci hanno messo poi tanto 'del loro' riuscendo a battere avversari mai domi.
Chi ama le Moto italiane, chi apprezza la tradizione italiana del Motociclismo, ed in particolare chi guida una Ducati, non può che essere orgoglioso di questi successi. Ma non solo in termini sportivi. Si tratta di affermazioni importanti anche per il mercato mondiale delle due ruote. Le Ducati sono moto bellissime e performanti, ovviamente di alta gamma e costose. Ma sono Moto progettate, sviluppate e prodotte a Borgo Panigale, dove lavorano oltre 1.600 persone, per oltre un terzo ingegneri. Un know how diffuso, con tantissimi fornitori grandi e piccoli, noti e meno noti, lungo tutta la Via Emilia. Ma anche con rapporti continui con Scuole Tecniche ed Università emiliano romagnole ed italiane.
Queste affermazioni sportive, così come le prestazioni e la bellezza delle Moto di serie, significano contribuire ad assicurare il futuro a questa realtà.
#forzaDucati, quindi, e bravo Alvaro!
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