lunedì 23 maggio 2022

Un weekend estivo, di maggio... e le Dolomiti senza traffico!

A volte le cose più semplici sono le più belle. Altre volte, invece, il traffico, lo stato delle strade, il clima, te le rovinano.

Le strade delle Dolomiti a mio parere sono le più belle del mondo, non solo come tracciati, ma anche per i panorami fantastici che ti obbligano a scegliere ad ogni giro di ruota se dedicarti al ritmo o se rallentare e lustrarti gli occhi di quelle formazioni rocciose, quei boschi, quei ghiaioni giustamente diventati Patrimonio UNESCO. 

Purtroppo le Dolomiti sono anche (giustamente) molto famose e frequentate. Per cui, per goderti quelle strade, devi scegliere: o frequentarle fuori stagione, con strade spesso ancora sporche della neve invernale, o fredde e piovose in autunno inoltrato, oppure a sopportare file interminabili di pullman, camper, auto, bici...

Io di solito scelgo le strade sporche o il freddo dell'autunno, ma quest'anno il clima impazzito, con questo 'colpo d'estate fuori stagione', ci ha permesso di farci un w-e davvero notevole.

Preso il venerdì pomeriggio di ferie, per raggiungere le montagne (esattamente Voltago Agordino) ed avere l'intera giornata di sabato a nostra disposizione, abbiamo deciso di regalarci uno degli itinerari più gustosi che un motociclista possa concedersi: Duran, Staulanza, Giau, Falzarego, Valparola, Gardena, Sella, Fedaja, Pordoi, San Pellegrino

Sabato 21 maggio 2022 (ma sembra fine giugno): 10 passi, 250 chilometri complessivi e miliardi di immagini mozzafiato passate da mattina a sera davanti ai nostri occhi.

Clima estivo, giubbotto traforato e jeans tecnici: anche la leggerezza fa comfort e gusto di guida senza stress. Strade già pulitissime (purtroppo anche a causa della temperatura molto alta e della poca neve caduta nell'inverno) e soprattutto sgombre: complici le scuole aperte ed i tanti alberghi e ristoranti ancora chiusi, non c'è davvero nessuno.

Inutile stare a raccontare la bellezza di questi passi, tutti stranoti... peccato solo che, ad oltre tre anni e mezzo dalla notte terribile di Vaia, i Serrai di Sottoguda siano ancora chiusi e non visitabili neppure a piedi). So solo che quando siamo tornati a Voltago, saremmo ripartiti subito: e non solo per il grande comfort garantito dalla Multistrada, ma anche perchè consci che ben difficilmente potrà capitarci di nuovo, qui, un weekend simile.



L'Hotel Ristorante Pizzeria Bar Stella Alpina di Voltago Agordino.

Abbiamo scelto Voltago perchè, da Ravenna, raggiungibile anche partendo nel primo pomeriggio, dopo aver lavorato il mattino.

La Stella Alpina la conoscevamo già, perchè ci avevamo fatto base nel 2009 (con un'altra Multistrada 😀 ) 

E' in pratica il ritrovo di tutto il paese, l'unico bar, l'unico ristorante-pizzeria (e anche il market-alimentari lì vicino è sempre della famiglia). In questi ultimi anni lo hanno risistemato per bene, con il bar, la sala colazione e la sala da pranzo, davvero accoglienti. Le stanze sono rimaste ovviamente non particolarmente spaziose, ma ben tenute, con i bagni nuovi. E' una struttura datata (ed è anche il suo bello), ma vedere come una famiglia riesce a mantenere vivo un paese investendo e dandosi da fare così, beh, fa bene al cuore. Anche la cucina è curata e casalinga. Insomma: merita una fermata, non per risparmiare (i prezzi sono allineati) ma per vivere una serata in un paesino dove nessuno chiude la porta a chiave e due chiacchiere si fanno con chiunque.

Consiglio: il secondo 'Stella Alpina' è una sorta di piatto unico, che consente di assaggiare lo Schiz ed i Pastin (ottimi) con polenta e contorni. Dolci fatti in casa (fatti bene).


Domenica 22 maggio

Ovviamente il week end finisce con la domenica. Però abbiamo scelto un itinerario che ci regala una mattina molto interessante. 

Salutati i cordialissimi gestori della Stella Alpina, riaffrontiamo il Passo Duran e attraversiamo Longarone salendo verso la diga del Vajont (chi non l'ha mai visitata si fermi, e magari salga a Casso a vedere tutto dall'alto, e poi ad Erto vecchia...).

Noi costeggiamo l'enorme frana che torreggia come una collina sulla strada, e ci godiamo la meravigliosa Val Cellina.

Giunti a Barcis, costeggiamo il lago e poi saliamo a Piancavallo. La strada, dentro al bosco, sarebbe bellissima, se l'asfalto non fosse sporchissimo e pieno di sabbia e ghiaia... Non sappiamo se ad averla ridotta così siano state le piogge o le auto del rally, ma tant'è. Occorre prudenza.

Arriviamo a Piancavallo, e scendiamo verso Aviano godendoci solo in parte il panorama a causa della foschia che nasconde buona parte della pianura.

Questa strada, ripida sì, ma anche larga e facile, è l'insulto all'intelligenza perpetrato da qualche politico pordenonese: il limite dei 40, infatti, nel 2022 (non nel 1922) è una porcata che espone tutti, anche gli utenti della strada più tranquilli, a delle possibili sanzioni. Noi trotterellando in discesa dietro un'auto ai 60 all'ora circa - nei tratti meno curvosi - e quindi cercando di non superare troppo i limiti, siamo stati sorpassati da più di un ciclista, che non avendo la targa non si preoccupa dei limiti. Certi politici meriterebbero la gogna mediatica: peccato che nei cartelli stradali non siano elencati i nomi di questi fenomeni.

Scesi ad Aviano, raggiungiamo Sarone e saliamo immediatamente verso l'Alpago e la foresta del Cansiglio, polmone verde davvero bello, tra malghe, pascoli, boschi... mangiamo un panino con il Pastin al Ristoro Pian Cansiglio (posizione meravigliosa, prezzi accettabili, ma davvero troppo lenti... dovrebbero andare a lezione da Cristian e Nada dell'Alpen Bar di Campigna 😁 ) e e poi completiamo il giro alzandoci di quota, sopra Tambre, per poi scendere fino al Lago di Santa Croce.

E' ora di rientrare davvero. Tra l'altro le nuvole stanno diventando minacciose, e in autostrada comincia a piovere. Ma con 27 gradi, ed un tasso di umidità ancora più alto, decidiamo di seguire il 'metodo Carletto' (chi era in IRI qualche anno fa capirà)... e le lasciamo presto alle nostre spalle. La pianura ci porterà ad affrontare il traffico, sulla Romea, di chi rientra dal mare. Noi trotterelliamo tranquilli, ricordando gli spazi infiniti e senza presenze umane che ci siamo goduti in questi due giorni.

Quando i limiti sono troppo bassi, i ciclisti, che sono senza targa, in discesa si fanno beffe di auto e moto 

Le altre FOTO dell'itinerario sono su Google Foto: QUI

Gli itinerari di sabato e domenica:



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