Ormai è chiaro che le scelte degli ultimi due o tre decenni in tema di ambiente, delocalizzazione delle produzioni (del lavoro e dell'inquinamento), pacifismo un po' sognante (che ci ha fatto risparmiare un po' di quattrini, ma ci ha reso deboli) tolgono molto potere deterrente all'Europa. E pure gli Stati Uniti non è che stiano molto meglio, dopo l'isolazionismo imbelle di Trump.
Putin e Xi Jinping, al contrario, non solo hanno riarmato per bene le proprie Forze Armate, ma hanno investito miliardi in giro per il mondo, comprando porti, infrastrutture strategiche, costruendo vie di comunicazione, probabilmente pagando profumatamente dittatori e 'uomini forti' in Asia, Africa, Sud America, ed anche in Europa, ovviamente.
La politica, le strategie economiche e la diplomazia internazionale non sono discipline da accademia della Crusca o attività da mammolette verginelle. Occorre decidere se si fa sul serio oppure no. Dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi, noi abbiamo pensato di aver vinto e di poter smettere di spendere quattrini altrove, mentre i Paesi ex comunisti (Cina inclusa) hanno investito con tenacia per la rivincita, magari meno ammantata da ideali di socialismo, ma certamente una rivincita in termini di potenza geopolitica.
Occorre, con calma, se lo si vuole, che USA, Nato, Europa, Giappone ed Australia, ripartano con serietà ed impegno, difendendo i propri valori di democrazie civili, ma anche lasciando da parte quella mollezza terzomondista ed utopistica che ci ha portati fin qui.
Per l'immediato, comunque, Putin non ha poi tutti i torti nella descrizione della 'democrazia' degli oligarchi spesso da marionetta di Kiev, quindi direi che per me non val la pena fare troppo casino per qualche pezzetto di Ucraina :-)
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