lunedì 6 novembre 2017

Orgoglio Rosso (no, i comunisti non c'entrano, anche se l'Emilia Romagna sì) ;-)


Ieri sera lo show mondiale in diretta streaming (anche su SKY, ma io non pago per vedere la TV, quindi mi sono collegato via web) di Ducati, che ha così anticipato di qualche giorno l'EICMA per la presentazione dei Modelli 2018. Evidentemente erano tanti i ducatisti collegati, perchè il server ha sofferto e balbettato un bel po'. 
Ma non è stata solo la presentazione dei modelli nuovi. E' stato davvero uno show, con i Piloti, il management, le community di ducatisti. Un Evento, che come ha giustamente rilevato l'arguto Riccardo Matesic su Netbikers, non aveva il limitato scopo di svelare i modelli nuovi, bensì a dare un'immagine forte di squadra, di azienda in grado di competere a livello globale ma anche di conservare un'identità forte ed unica. Ed in questo Claudio Domenicali, a mio avviso, è stato davvero bravo.
Ducati è nella Motor Valley italiana, rappresenta una bella fetta di storia e tradizione italiana del motociclismo. Una storia certamente più recente (ma anche più vicina a noi appassionati praticanti di oggi) di altre, come ad esempio Moto Guzzi, Mondial, Laverda & c., ma certamente da alcuni lustri più sentita e coinvolgente… il Desmo dell'Ingegner Taglioni, le vittorie in SBK, la sfida della MotoGP, il rumore inconfondibile delle frizioni a secco e la snellezza delle linee della 916 disegnata da Tamburini, e poi le splendide ed inconfondibili 1098 e Panigale che si incontrano oggi sui Passi alpini ed appenninici… senza dimenticare le decine di migliaia di appassionati che per anni hanno pistolato i Monster per renderli tutti uno diverso dall’altro ;-)
Questo, imho, è l’orgoglio ed il senso di appartenenza di Community unica, un Popolo Rosso (quella appunto dei Ducatisti) che Domenicali ha voluto rafforzare, in un momento nel quale è sempre più difficile affermare le proprie peculiarità e diversità (tra normative Euro4 e scopiazzature cinesi).
Non credo sia facile, per Ducati, concorrere contro colossi multinazionali del calibro di Honda, Yamaha e Kawasaki… ma la piccola azienda italiana che spesso si prende delle belle soddisfazioni facendo suonare l’Inno di Mameli sui circuiti, e che ti fa parcheggiare la tua Ducati quando vai a Borgo Panigale a visitare la Fabbrica o il Museo… beh, è una bella storia, che se la sai raccontare hai già mezzo venduto duemila moto in più 😉
Sulle moto presentate (premesso che sono di parte, perchè un po’ tifoso delle Rosse di Borgo Panigale…): secondo me da qualche anno in Ducati non stanno sbagliando nulla. E anno dopo anno stanno pure migliorando il migliorabile sui modelli in listino.
La Multistrada DVT per me è meravigliosa. Qualcuno si lamenta del ‘buco’ d’erogazione? O qualche crucco dice che c’è qualche oscillazione sulle autobahn a 200 all’ora? E loro ti fanno il 1260 e ci piazzano un forcellone più lungo. Ma rimane bellissima perchè è solo un restyling di mezza-carriera della My2015 (che comunque ergonomicamente è perfetta, così come per il comfort).
La Panigalina 950 è perfetta (e bellissima) per chi vuole divertirsi con una moto sportiva senza l’assillo del cronometro… cioè, immagino che la moto vada anche parecchio, ma non ha certamente le prestazioni dei 1000 plurifrazionati o della Panigale V4.
Le Scrambler sono divertentissime già ora (la Desert Sled in primis), con la 1100 ora ci si andrà anche forte.
La Panigale V4… beh, quella serve per dare la caccia a Rea, quindi è una sorta di Desmosedici con targa e fanali (però, in foto pare anche bellissima, mantenendo una snellezza e sportività che spesso manca alle quattrocilindri della concorrenza).
Tutto rose e fiori?
Ovviamente no. Ad esempio i prezzi sono sempre sensibilmente alti, e la manutenzione costa sempre un po’ di più di quella della concorrenza.
E’ vero che si tratta di moto quasi tutte incasellate nei cosiddetti ‘segmenti premium’ (e nessuno, se si compra un’auto di alta gamma Mercedes, Audi & c., pensa di spendere come a comprare una Ford e di spendere le stesse cifre nei tagliandi)… però il prossimo step di miglioramento potrebbe essere diretto a ridurre un po’ questo gap che spaventa molti motociclisti.
In bocca al lupo, Ducati!

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