Tre giorni dedicati al piacere della guida ma unendo la ricerca di spunti di riflessione sull'amore per la Moto Guzzi
Dribbliamo le nuvole che si stanno dirigendo a Ravenna e la Norge ci porta, in un paio d'ore di autostrada, fino al casello di Ponte Oglio, dalle parti di Brescia. Il GPS ci aiuterà poi a seguire un percorso costruito seguendo, sull'Atlante, le strade più storte, quelle provinciali che spesso riservano le sorprese più belle a noi motociclisti.
Seguiamo quindi per Adrara lasciando quindi la pianura e le colline ci avvolgono verdi ed accoglienti.
Le curve sono il "pane" della Norge, che non sarà certamente la regina delle autostrade nè delle potenze alla ruota, ma quando occorre essere maneggevoli tra i tornanti, si prende tutte le rivincite possibili!
Vedeseta |
Seguiamo per Colli San Fermo, Gaverina Terme, poi per Albino e per Selvino, poi attraversiamo Bracca, Zogno, Gerosa e per giungere ad una stradine stretta-stretta che conduce a Vedeseta, dove al Ristorante Albergo Dell'Angelo (gestito da un appassionato motociclista) troviamo un taglierino di affettati e formaggi che non dimenticheremo facilmente (ed anche il conto si rivela una sorpresa positiva... se passate da quelle parti fermatevi, ne vale la pena!).
Asfalto in parte nuovo ma carreggiata in certi punti molto ridotta ci fanno scendere per il Passo Culmine di San Pietro a Moggio e poi a Ballabio.
Sì, Ballabio, punto di partenza della famosa corsa in salita Ballabio-Piani Resinelli. Che la Norge affronta senza timore dei tornani stretti ed impegnativi.
Certo che per poterla fare con allegria occorrerebbe essere certi che non ci sia un pullman in discesa :)
Dopo esserci sciroppati quei tornanti anche in discesa ci portiamo a Lecco e poi a Mandello.
Sì, Mandello del Lario, dove dal 1921 nascono le Moto Guzzi.
E' strano arrivare a Mandello: quasi tutte le moto che incontri hanno i due cilindroni in bella evidenza: Griso, Breva, California... cara Norge, dovresti sentirti a casa, ora!
Alloggiamo all'Hotel Grigna, insieme ad altri Guzzisti svizzeri e tedeschi che sono qui in pellegrinaggio con le loro California "vissute" di tanti chilometri sulle spalle.
Il sabato mattina, dopo essere stati svegliati dal rombo dei motociclanti milanesi che, intutati, si portano in gruppo verso lo Spluga, Claudia ed io lo dedichiamo alla nostra personalissima rievocazione del Circuito del Lario, cercandone l'antico percorso, entrando nei centri dei paesi che venivano attraversati dai piloti che rischiavano le ossa tra i sanpietrini ed i paracarri posti negli angoli delle case.
Ci sono anche spunti naturalistici non indifferenti: la discesa ad Onno con sulla destra la bellezza del Lario ti toglie il fiato, i tornanti che salgono alla Madonna del Ghisallo non lasciano tempo per respirare.
Tempi eroici, quando moto con freni approssimativi, gomme da bicicletta e cavalli erogati dal motore... pochi, correvano per 4 ore su questo circuito di circa 36 chilometri, che fu celebre quasi come il Tourist Trophy.
Purtroppo oggi quei paesini si sono ingranditi, palazzi, centri commerciali, fabbriche, hanno tolto molto del "bello" che ammantava questo percorso. Ma vale ancora la pena di percorrerlo.
Chiudiamo la giornata passando il pomeriggio a circumnavigare tutto il lago, scendendo fino a Como per poi percorrere tutta la riva sinistra (con soste a Menaggio, a Dongo, dove giustiziarono il dittatore del ventennio) e rientrare a Mandello sostando anche a Dervio, Bellano, Varenna.
Molto bello il lago, ma certo che per "guidare" occorre allontanarsi dalle sue rive e cercare qualche stradina che porta all'interno (magari in mezzo ai casagneti, come un piccolo anello che, salendo da Dervio porta ad Introzzo, Pagnona, Premana, Casargo, Ventrogno e scende a Bellano. Con delle viste splendide sulle Grigne e sul Lago).
Dopo la personale rievocazione storica del Circuito del Lario e la circumnavigazione del Lago, una bella tagliata con la rucola all'Hotel Grigna ed un bel gelato in riva al lago ci fanno riposare senza neppure sentire i treni che arrivano alla stazione di mandello.
Purtroppo è già domenica ed occorre rientrare.
Da Mandello raggiungiamo Varenna, da dove parte la tortuosissima salita che ci porta fino ad Esino Lario.
Il panorama è meraviglioso, la strada in parte sconnessa in parte appena asfaltata.
Parlasco, Cortenova, Primaluna, Introbio, Barzio.
Strade bellissime ed itinerario consigliatissimo e poco trafficato nonostante sia domenica.
Riprendiamo la direzione per Vedeseta ma dopo questo paesino rimaniamo più a nord (rispetto all'andata), puntando su Sottochiesa, San Giovanni Bianco, Dossena, Oltre il Colle, Oneta, Ponte Nossa, Clusone fino al Passo della Presolana.
A parte qualche tratto (Clusone, Bratto) troppo urbanizzato, l'asfalto e le curve di questo itinerario ci danno un grande piacere!
Scendiamo i tornantoni della Presolana con foga... la fame comincia a farsi sentire ed il Crocedomini è ancora lontano.
Bratto, Breno, qualche seconda casa di troppo e poi... la strada strettissima che conduce ad uno dei passi più belli delle nostre Alpi: il Crocedomini!
Dove, in compagnia di motociclisti di ogni nazione, assaggiamo dei formaggi di alpeggio che definire splendidi è riduttivo.
Claudia, mai stanca e sempre pronta a fotografare anche in movimento e la Norge... questo è mototurismo! Ma è ormai pomeriggio inoltrato. Altri venti chilometri di wilderness scendendo verso Bagolino ed il Lago d'Idro poi cominciamo a cercare le indicazione per Brescia e l'autostrada. Il w-e è finito.
La Norge ha raggiunto i 21.500 chilometri e si dimostra ogni volta una moto splendida: divertente tra le curve (anche se non potentissima) ma in grado di farti guidare per un giorno intero ed arrivare a sera avendo ancora voglia di curve e tornanti.
E' questo che chiedo io ad una moto. Ci siamo trovati :)
Lamps
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