A che servono gli iscritti? A cucinare salsicce e cappelletti alla Festa de l'Unità? E dove poi arriveranno i fighetti 'indipendenti' e 'più a sinistra' a contestare che la salsiccia è troppo grassa e nei cappelletti c'è troppa noce moscata?
Un partito è un'altra cosa.
E il PD, che era ormai l'ultima forza politica strutturata, si va a sciogliere in quell'assurda e inconcludente (e pericolosa) liquidità che rende la vita più facile ad imbonitori e populisti.
Che senso ha che far scegliere il Segretario di un Partito a chi ti dà due Euro ma potrebbe essere un elettore di Giorgia Meloni o di Fratoianni? Che senso ha un Segretario che non ha la maggioranza tra gli iscritti e probabilmente neppure negli organismi direttivi di quel partito?
Le primarie hanno un senso per decidere il candidato di una coalizione di forze alleate ma diverse, ma in un partito devono decidere gli iscritti, se no non ha più senso iscriversi.
Nel PD di oggi, l'effimero va a distruggere l'organizzazione ed il senso di appartenenza.
Chi ha voluto (e mantenuto) queste regole, è colpevole non solo di aver distrutto il Partito Democratico, ma anche di aver aperto nuove praterie sconfinate al populismo. Populismo che, in questo Paese, quasi sempre fa rima con fascismo o sfascismo.
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