In questo sabato di febbraio, nel quale le strade dell'appennino tornano ad essere percorribili senza pericolo per le moto, ne approfittiamo per un giro quasi obbligatorio, visto che dall'indomani saremo rinchiusi nel nostro comune... sì, come se viaggiare sulla propria moto con le protezioni ed un casco in testa, all'aria aperta, potesse essere pericolosissima fonte di contagio.
Cialtroni. Così perseverando, da mesi stanno distruggendo il tessuto delle piccole imprese dell'appennino (dagli alimentari agli alberghi, dai bar ai ristoranti...) e sicuramente provocando gravi problemi a chi vive producendo e commercializzando moto, accessori, abbigliamento, ricambi. Inutilmente. E così per tanti altri comparti ed esempi.
Partiti dalla nebbia della pianura, abbiamo trovato subito il sole alle prime alture. Le strade, ovviamente, sono quelle ormai conosciute e note, anche perchè con l'impossibilità di svalicare in Toscana, niente Mandrioli, niente Consuma, niente Croce ai Mori, niente Muraglione... quindi spesa all'alimentari di Corniolo (quel pane ci mancherà nelle prossime settimane: ogni volta che sono da queste parti mi fermo a comprarlo), un piatto di tagliatelle all'AlpenBar (tavoli distanziati e all'aperto: il virus, qui, non riuscirebbe e centrare neppure il zuccone vuoto del ministro Senzasperanza 😈) poi fino in cima alla Calla (dove il confine della Toscana è un limite invalicabile).
Torniamo indietro fino a Corniolo e facciamo il Passo della Braccina (c'è tanta ghiaia sulla strada, ma dalla cima una vista straordinaria ripaga tutto), il Centoforche, e poi la Chioda fino a Modigliana.Un giretto rilassante, senza mai correre. RESPIRARE aria pura, gustarsi viste e panorami che in città ci mancano. VIVERE. Senza rischiare e senza mai mettere a rischio nessuno.
Cose che un cialtroncello vissuto di politica e burocrazia non potrà mai comprendere. Ma alle quali, personalmente, non intendo rinunciare inutilmente.
Qualche foto in questo album su GoogleFoto.
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