direzione Matera |
Usciamo dall'autostrada a Canosa e in breve ci ritroviamo su una 4 corsie (ex statale, oggi provinciale) che non vede manutenzioni e sfalci della vegetazione ai bordi da molti anni... in alcuni punti lo spazio utile si riduce ad una corsia per senso di marcia. Questo, unito alla presenza di molti rifiuti abbandonati lungo i guardrail e negli svincoli, non è certo un bel biglietto da visita per il nostro Paese, soprattutto considerando il ruolo di Capitale Europea della Cultura affidato a Matera per il 2019.
Passiamo Minervino Murge e Gravina, dove facciamo una breve deviazione per vedere il Castello Svevo (chiuso) e, finalmente, vediamo i primi cartelli indicanti Matera (fino ad ora ci eravamo fidati della rotta fissata sul TomTom).
Matera |
Matera è al centro dell’attenzione in questi anni. Si vede che è stata rivitalizzata di recente, lo si percepisce. Non scriverò certamente io un trattato sulle cose da vedere in questa città: semplicemente credo vada visitata. Conoscere come si viveva ancora fino al 1960 nelle case-grotta dei Sassi, utilizzando l’acqua (razionatissima e preziosissima) raccolta nelle enormi cisterne (palombari) è un’esperienza che va assolutamente fatto.
Per altri aspetti Matera un po’ ci ha delusi: la pulizia non proprio all’altezza di una città turistica, il castello chiuso e abbandonato, l'unico sentiero che la unisce alla zona delle grotte chiuso dal febbraio 2017… insomma, credo che agli occhi di un turista mitteleuropeo sia l’ennesimo riproporsi di quell’italianità cialtrona di cui non dovremmo andare proprio fieri…
Le foto e le mappe sono sull’Album su Google Foto: QUI
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Castelmezzano visto da Pietrapertosa |
Usciamo dalla città facendo rotta per il grande Lago di San Giuliano. La vegetazione è bruciata dal sole, solo nei pressi del lago il verde degli alberi aiuta il riposo degli occhi. La strada è una provinciale un po’ disastrata: occorre procedere con cautela a causa del ghiaino e delle buche… noi trotterelliamo godendoci i panorami. Passiamo Grottole e poi Garaguso… da Oliveto Lucano entriamo nel bellissimo bosco del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane… la strada è anche bella, qui. Poi però troviamo almeno un paio di cantieri stradali contemporanei e ci incasiniamo… lottiamo con il TomTom (dopo 18 anni di Garmin ancora non riesco a destreggiami bene con questo navigatore, quando ci sono degli imprevisti che non ci consentono di seguire al rotta studiata e memorizzata a casa) ma in un modo o nell’altro arriviamo a Castelmezzano. Le Dolomiti Lucane sono davvero emozionanti. Peccato che la strada tra Castelmezzano e Pietrapertosa sia chiusa, e per raggiungere quest’ultima località occorra percorrere una provinciale stretta e semidistrutta lunga 15 chilometri… noi lo facciamo, però, visto che la Multistrada non ha paura di nulla. La vista dall’area di sosta all’uscita di Pietrapertosa merita i chilometri in più. Certo che se fossimo in Romagna, qui un chioschetto/ristorante ci sarebbe già da tempo, e darebbe lavoro a qualche famiglia… ma qui ho l’impressione che non abbiano ancora compreso le potenzialità di questi posti meravigliosi.
Dirigiamo a nord, passiamo Potenza cercando di evitare il centro (mooolto caldo) e ci arrampichiamo verso il Valico di Montrocchio e quello di Monte Romito. Qui la strada è davvero ben tenuta, e le pale eoliche rendono hightech il panorama. Raggiungiamo Muro Lucano, dove prendiamo qualche goccia di acqua. La strada è ancora davvero bella e nel verde, raggiungiamo Castelgrande dove un cantiere stradale ci fa sbagliare strada… ma siccome l’asfalto, le curve ed il panorama ‘meritano’ proseguiamo qualche chilometro fino al Valico di Monte Capuozzo.
Tra Calabritto e Acerno |
Da Acerno scendiamo a Giffoni. Il fatto che si tratti di una località nota grazie ad un festival internazionale del cinema ci ha portato a pensare che vi sia presenza di strutture ricettive turistiche. In realtà c’è ben poco. Saliamo al castello (da dove la vista è molto bella): le due locande sono chiuse e non rispondono al telefono (anzi: in un caso rispondono e buttano giù il telefono...). Mah… verrebbe da chiedersi a cosa serva spendere milioni per l’organizzazione del festival, se poi non ci sono ricadute turistiche ed occupazionali nelle altre 50 settimane dell’anno.
Consultiamo il web e troviamo, a pochi chilometri di distanza, Acasamia Wine Resort a San Cipriano Picentino, una struttura tenuta con grande passione che ci ospita con grande gentilezza e cortesia immersa tra noccioleti a perdita d'occhio.
Le foto e le mappe sono sull’Album su Google Foto: QUI
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La chicca; il Passo del Prete Morto ;-) |
Ecco, anche in questo caso, quando arriviamo in cima al passo (senza nome) dove troviamo un ampio piazzale perfettamente asfaltato, ci chiediamo perché queste infrastrutture non siano manutenzionate e riportate in uso: qui turisti, camminatori, ciclisti e motociclisti potrebbero tranquillamente fare ‘campare’ più famiglie, con un bar ristorante in vetta.
Lago del Matese |
Il prossimo obiettivo è il Parco Nazionale di Abruzzo, ma nel tragitto tra Gallo Matese, Colli a Volturno e Alfedena il cielo comincia a buttar giù acqua a catinelle. La Multistrada protegge bene finchè è in movimento, ma di fronte ad una sosta per un semaforo di un cantiere, chi è senza pantaloni antipioggia inizia ad infradiciarsi, opera che poi si conclude grazie a veri e propri ruscelli d’acqua presenti sulla strada a causa di un vero e proprio fortunale… prima di arrivare a Civitella Alfedena il display della Multi segna anche solo 12 gradi. Le manopole riscaldate mi hanno dato un po’ sollievo, ma non vedo l’ora di poter vuotare gli stivali che si sono riempiti di acqua entrata dall’alto ;-)
Lupi a Civitella Alfedena |
Il cielo si è placato. Passeggiamo per la bella, pulita ed ordinata Civitella e andiamo a cercare i lupi. Poi aperitivo e splendida cena in albergo. Phon a palla per asciugare qualcosa :-) Buonanotte!
Le foto e le mappe sono sull’Album su Google Foto: QUI
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La Strada delle Vigne |
Raggiungiamo Acciano e svoltiamo per San Benedetto in Perillis su strade davvero secondarie.
Tra Navelli ed Ofena si svolta a sinistra e si sale per la Strada delle Vigne, una sorta di piccolo Stelvio che sale a tornanti in direzione di Calascio. Una strada molto bella, emozionante, divertente, che ci fa entrare nello splendido territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Passiamo Castel del Monte, il Valico di Capo La Serra e raggiungiamo, in perfetta ora di pranzo, il Ristoro Mucciante, dove i bracieri sono sempre accesi e Claudia cuoce un po’ di arrosticini. Una sosta davvero divertente, questa, in un contesto naturale incredibilmente affascinante: chilometri e chilometri di altopiano con ripide montagne attorno. WOW!
Claudia cuoca al Mucciante ;-) |
Da Campo Imperatore, la Strada Provinciale di Vasto assicura grande gusto di guida fino a Fonte Cerreto, poi a Campotosto… sono chilometri e chilometri nel nulla. Anche nel nulla per il serbatoio, visto che a Campotosto (tra l’altro qui si cominciano a vedere i danni del terremoto del 2016) ha chiuso il distributore.
E quando scendiamo ad Amatrice scopriamo che occorre fare altri 9 chilometri in direzione Roma per trovare, sulla Salaria, un taciturno ed immusonito distributorista che ci riempie il serbatoio e fa spegnere la spia della riserva alla nostra Mulistrada.
Non vedrete né qui sul blog, né sull’album di Google Foto, immagini della distruzione di Amatrice.
Non ci siamo fermati qui per fare turismo macabro o sciacallaggio mediatico. Ci siamo fermati ad Amatrice per lasciare un piccolo contributo agli operatori economici che provano a resistere in mezzo ad una distruzione che toglie il fiato e fa venire le lacrime agli occhi.
E’ un contributo piccolo, lo sappiamo, però una stanza per la notte, una cena rigorosamente a base di Amatriciana (buonissima!!!) alla Lanterna, uno dei ristoranti riaperti nella splendida Area Food, una spesa di prodotti tipici da riempire il bauletto… beh, se ci fossero 200 turisti ogni giorno, si salverebbe qualche posto di lavoro in più. E' un suggerimento...
Le foto e le mappe sono sull’Album su Google Foto: QUI
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La vetta del Monte Subasio |
Ultime curve dell'appennino prima di casa |
Scendendo ad Assisi ci facciamo un panino, poi chiediamo al TomTom di portarci in rotta per Ravenna. A Perugia imbocchiamo la E45… e siccome è ancora presto e non ci è passata la voglia di curve, tra Bagno di Romagna e Cesena percorriamo una nostra ‘vecchia’ conoscenza: la Tiberina, ovvero la strada che ha sempre portato dalla Romagna a Roma prima della costruzione della E45.
Un aperitivo a Quarto, ad un’ora da casa, ha posto fine a questi sei giorni di ferie.
Le foto e le mappe sono sull’Album su Google Foto: QUI
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L’Italia è davvero varia e bella. Al sud potrebbero avere prospettive enormi, se solo sapessero organizzarsi per sfruttare un territorio ineguagliabile, eppure un’organizzazione accettabile sembra cominciare ad esserci solo dal Matese o dall’Abruzzo in su.
Colpa dei singoli? Delle istituzioni? Di una cultura dell’attesa? Non lo so. Forse è fin troppo facile criticare quando si nasce in una terra, come la Romagna, dove la società è già sviluppata, organizzata e gli Enti Locali, le Parti Sociali e le Istituzioni funzionano solitamente bene. Però… però un po’ di amarezza resta, quando si pensa ai dati dell’occupazione e alle opportunità non colte in certe aree del nostro Paese.
Colpa dei singoli? Delle istituzioni? Di una cultura dell’attesa? Non lo so. Forse è fin troppo facile criticare quando si nasce in una terra, come la Romagna, dove la società è già sviluppata, organizzata e gli Enti Locali, le Parti Sociali e le Istituzioni funzionano solitamente bene. Però… però un po’ di amarezza resta, quando si pensa ai dati dell’occupazione e alle opportunità non colte in certe aree del nostro Paese.
Ah, la Multistrada è una moto davvero eccezionale. Anche a pieno carico è sempre confortevole, sicura, potente, facile e divertente in ogni situazione. Arrivi a sera dopo ore e ore di curve e tornanti, salite e discese e non vedi l'ora di ripartire all'indomani. E se non corri, la media è ampiamente sopra ai 20 chilometri al litro. Cosa chiedere di più?
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