domenica 29 maggio 2011

Vallarsa e Altipiano dei Sette Comuni

Alle 6.40 di mattina, Claudia ed io siamo già sulla Stelvio. Imbocchiamo l'autostrada a Ravenna e dopo poco più di due ore (a velocità codice) siamo a Piovene Rocchette, per dirigerci verso Schio ed imboccare la Vallarsa. Strano: da quelle parti sono stato un sacco di volte, ma non ho mai percorso tutta la Vallarsa, e Pian delle Fugazze "manca" alla mia collezione di passi :-) 

Dopo Schio, la zona del Pasubio porta ancora i segni delle fortificazioni della prima guerra mondiale: 

Pian delle Fugazze... scendendo verso Rovereto è una pista :-) 

A poche centinaia di metri da Pian delle Fugazze, in direzione Passo di Campogrosso (purtroppo chiuso al traffico) c'è l'Ossario del Pasubio. Vi sono i resti di quasi 6.000 soldati morti durante il primo conflitto mondiale. Qui riposa anche il Maresciallo d'Italia Pecori Giraldi, morto nel 1941. 


Dall'Ossario del Pasubio si dominano monti e vallate... 

A pochi chilometri c'è il Passo di Campogrosso, ma la strada è vietata al traffico a motore. 
Riscendiamo quindi fin quasi a Rovereto, ma a San Colombano non possiamo non ammirare l'incredibile eremo costruito in una nicchia della parete rocciosa... veramente incredibile... 


Bella la strada che sale in costa a Valduga, poi a Serrada. Prima di Folgaria svoltiamo per il Passo Coe, dove ci fermiamo per una breve sosta rifocillatrice al rifugio della vetta. Dopo il Passo Coe la strada diventa ancora più selvaggia e panoramica: è la Forcella Valbona. 

I panorami sono splendidi 

Dopo essere scesi fino al Passo della Vena, si risale verso il boscoso e verdissimo Altopiano dei Fiorentini. 
Sosta a Forte Cherle, fortificazione austriaca della prima guerra mondiale semidistrutta dalle artiglierie italiane dislocate a Forte Campomolon... una breve passeggiata e siamo dentro ai ruderi del forte... 



Nelle feritoie del forte ci sono ancora i supporti per le armi leggere 


Dal forte si domina l'Altipiano 

L'ultima vista di Forte Cherle prima di ripartire 

Prima del Passo di Vezzena ci fermiamo per pranzo al Bar Ristorante Rivetta... bello pranzare sull'erba e sotto il sole. Casualmente le due Multistrada parcheggiate a fianco della nostra Stelvio sono ravennati, e hanno il portatarga dello stesso concessionario :-) 



Dopo il Passo di Vezzena si apre l'Altipiano dei Sette Comuni e la splendida Statale della Val d'Assa 

"...il fabbricato è lungo la via che sin dai tempi più remoti collega il Veneto con il Tirolo... Con il decorso dei secoli divenne mulattiera e ai tempi delle epidemie di Peste, nel 1631, dove c'è l'Osteria venne costruito il ricovero in tronchi per la Guardia Sanitaria... Poi, sempre in tronchi squadrati, venne edificata l'Osteria per ristoro e rifugio dei viandanti. Dopo ancora molti decenni, quando i tronchi incomincirono a guastarsi - si era nell'epoca della Rivoluzione francese e fu uno degli ultimi atti della Reggenza - l'edificio venne ricostruito in muratura." (Mario Rigoni Stern - "Osteria di confine" da "Sentieri sotto la neve") 
L'Osteria del Termine
Un po' di formaggio ed una bottiglia di Kranebet... 

Evitiamo gli smanettoni del Costo e scendiamo da Rotzo a Pedescala 

Poi: Velo d'Astico, l'autostrada fino a Padova, Piove di Sacco, la statale Romea fino a casa, dove arriviamo prima di ora di cena. 
Quasi 650 chilometri, una dozzina di ore di moto, una mezz'ora dedicata a parlare della Stelvio a chi mi chiedeva informazioni... la Stelvio è una moto meravigliosa. 
Questo il percorso (trasferimenti da/per Ravenna esclusi) 


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