Piccolo report per un appuntamento importante
Considero il Memorial Spadino un appuntamento quasi irrinunciabile. Se non ci sono impegni insormontabili prenoto una stanza dalle parti di Courmayeur e andiamo.
Forse non è facile comprendere cosa ci porta a percorrere un migliaio di chilometri di autostrada per partecipare ad un ritrovo che si conclude in mezz'ora. Già, ma non è neppure facile spiegarlo. Eppure è una sensazione piacevole, importante.
Il Memorial Spadino non è un motoraduno, non c'è spettacolo, non offre nè grandi abbuffate nè sonore bevute. E neppure musica o sexy show.
Il Memorial Spadino è un viaggio, una testimonianza di amore per la moto e per la vita, per dire "ci siamo anche noi, rivendichiamo il diritto alla nostra sicurezza".
Spadino, il suo gesto sono un pretesto, certo, per ritrovarci una volta all'anno per qualcosa di importante, per farci sentire parte di una comunità senza confini (il gemellaggio con i motard della FFMC che in corteo raggiungono il versante italiano del traforo è simbolicamente molto importante).
Ah, già, ma cos'è il Memorial Spadino?
Lo spiega il comunicato del Coordinamento Motociclisti: "Il 24 marzo 1999 un camion prese fuoco fermandosi all'interno del tunnel del Monte Bianco. L'incendio, alimentato dalle materie combustibili presenti nel veicolo ed amplificato dall'effetto forno causato dal tunnel fu presto fuori controllo. Quando, dopo oltre due giorni di lavoro, i pompieri italiani e francesi domarono l'incendio, tra le carcasse bruciate e all'interno dei rifugi posti a lato del tunnel, che non erano stati in grado di salvare chi vi aveva cercato scampo, contarono 39 vittime.
Una di queste vittime si chiamava Pierlucio Tinazzi, detto "Spadino" per la sua esile corporatura. Pierlucio era un addetto alla sicurezza della Società Italiana del Tunnel del Monte Bianco, un lavoro da sogno per un appassionato motociclista, perchè il suo mezzo di lavoro era proprio la sua moto. Quando vide l'incendio cercò di sfruttare proprio l'agilità del suo mezzo di servizio per salvare quante più vite umane potesse, pur sapendo che ciò avrebbe messo a rischio la propria.
L'entrata nel tunnel però gli fu fatale: lo trovarono, insieme ad un camionista che evidentemente non era riuscito a portare in salvo, all'interno di uno dei rifugi antincendio, che a causa dell'enorme calore e della durata del rogo si era trasformato in un forno mortale.
Da allora, ogni anno, i motociclisti di tutta Europa, chiamati a raccolta dal Coordinamento Motociclisti, e con la collaborazione dei "cugini" della Fédération Française des Motards en Colère, si riuniscono all'ingresso del tunnel, per ricordare uno di loro: Spadino!
Il Memorial Spadino, da sempre, oltre che una commemorazione è anche una dimostrazione di amore per la moto e la vita, da parte dei motociclisti nei confronti delle autorità pubbliche e degli amministratori locali, ai quali si chiedono impegni ed atti concreti sui temi legati alla sicurezza stradale. "
Nel 2011, esattamente domenica 27 marzo, alle 14.30 i motociclisti si sono ritrovati a Morgex, e poi, in corteo, sono saliti al Piazzale del Tunnel.
Il ritrovo a Morgex:
La salita al Piazzale del Tunnel:
La commemorazione:
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Per partecipare a questo Memorial Spadino, Claudia ed io ci siamo presi tre giorni.
Il sabato per arrivare a Courmayeur, allungando un po' il tragitto per provare le Tourance della Stelvio per la prima volta sulla Panoramica Zegna (strada splendida, ancora in mezzo ad un paesaggio invernale fatto di neve, strade salate e piste di sci in funzione... peccato la foschia che ha reso poco panoramico il panorama).
La serata l'abbiamo passata a smaltire, camminando per il centro della scintillante Courmayeur, i postumi dell'ottima cena al Vieux Pommier.
La domenica mattina, in attesa dell'orario di ritrovo, siamo andati a fare un giretto in Valgrisenche (fino al Barrage de Beauregard) e poi salendo al Colle di San Carlo e La Thuile.
Lo "Spadino": quest'anno forse le orride previsioni meteo avranno portato qualche centinaio di motociclanti a rinunciare, ma il piazzale di Morgex era comunque pieno. Ed anche i motard francesi che ci attendevano al Traforo erano numerosissimi. Credo che parlare di mille, millecinquecento moto non sia molto lontano dalla realtà.
E al di là dei numeri, la commozione nel ricordare l'esempio di "eroe normale" di Pierlucio Tinazzi, e il diritto alla sicurezza di tutte le altre vittime della strada (tra cui le 39 vittime dell'incendio del Traforo), i caschi alzati nel silenzio delle Alpi in loro ricordo... beh... ne vale la pena, eccome se ne vale la pena.
E poi è sempre bello ritrovare, anno dopo anno, vecchi amici e brutte facce che... sì, anche se ci si vede per pochi minuti e ci si saluta velocemente, si ha la sensazione davvero di essere una famiglia, una grande famiglia diffusa in tutt'Europa...
Il lunedì è dedicato al rientro. Con calma, prima completiamo gli acquisti (formaggio, lardo di Arnad, Genepy Ottoz fino a riempire le borse)... poi scendiamo la statale della Val d'Aosta e ad Issogne attraversiamo il fiume, passando per Arnad e Hone, e risalendo la splendida Valle di Champorcher (dalla quale si ha una vista mozzafiato, oltre che sulle Montagne circostanti, sul forte di Bard).
Il rientro passa per il biellese, con una sosta al Ristorante L' Burnel di Nomaglio (consigliato: pasto completo e cordialità a 11 euro a testa, compresa ricevuta fiscale).
Beh: spero proprio di poter già mettere in agenda, per il 2012, la prossima edizione dello Spadino!
Gattostanco, 29 marzo 2011
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L'itinerario:
Un consiglio per la sosta a Courmayeur: il Vieux Pommier (B&B e ristorantino davvero notevole)
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