domenica 4 dicembre 2011

Nella manovra Monti non c'è equità. Ma non dimentichiamo di chi è la responsabilità

Hanno vinto le elezioni promettendo un Paradiso-Italia (niente tasse, libertà di fare-quel-che-ci-pare, miloni di posti di lavoro, ricche pensioni a tutti) che nessuno avrebbe potuto creare.

Hanno distrutto quel poco di coscienza civile dell'italiano medio servendosi di una televisione idiota, di giornalisti lecchini, di continui condoni, di un continuo vociare idiota che assecondava la pancia degli elettori e non il cervello.

Hanno danneggiato la competitività e la credibilità del sistema-Italia lasciando ai comandi del Paese solo gli amici-degli-amici, le marionette del potere, le puttane dei potenti, aumentando così la spesa pubblica da una parte, l'inefficacia dall'altra, l'incompetenza della classe dirigente.

Se guardiamo gli ultimi 40 anni di storia italiana, ci sono due nomi responsabili in primis di questo sfascio: Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, naturalmente circondati da migliaia di nani, ballerine, troie e marionette signorsì... e con la colpevole incapacità degli italiani di capire.

Ora, nel mezzo di una crisi internazionale che va affrontata con serietà, pena il fallimento, la distruzione del sitema, la perdita del risparmio degli italiani e di milioni di posti di lavoro, la poilitica ha chiamato a fare il lavoro sporco (quello che fa perdere voti) a chi i voti non li ha mai chiesti, ai tecnici.

Va bene. Pur di non fallire meglio i sacrifici.

Certo che se non avessimo avuto, negli ultimi 17 anni, ben tre governi Berlusconi, a questo scempio non saremmo arrivati, e i sacrifici sarebbero minori.

Ma ancora una volta Berlusconi e le sue marionette riescono a mettere i bastoni tra le ruote del treno dell'equità: impedendo al Governo Monti di mettere sul piatto dei sacrifici chiesti alla maggioranza degli italiani, quella patrimoniale che andrebbe pagata da quella minoranza di ricchi e straricchi che in questi anni hanno solo visto aumentare a dismisura il divario con la "gente normale".

E per non parlare di quei clown della Lega, che fino a ieri appoggiavano un governo di inetti che ci mandava verso il fallimento, e che oggi rispolvera la secessione pur di rifarsi una verginità in vista delle prossime elezioni: ma che Padania vorrebbero far entrare in Europa? Quella dei manager leghisti che hanno fatto fallire una banca? O quelli che sperperano milioni di euro imponendo la nascita di areoporti (inutili) per amor di campanile? Quelli che mandano al Parlamento Europeo gente capace e credibile come Borghezio, o quelli per niente nepotisti che affidano l'importante Lombardia al Trota?

Se questa dovrebbe essere la Padania, molto meglio rimanere con il Granducato di Toscana :-)



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