giovedì 4 giugno 2015

Auvergne, Ardéche & Mont Ventoux ;-)

Sabato 30 maggio - giovedì 4 giugno 2015: dopo un periodo fin troppo lungo di week end piovosi e temperature decisamente sotto la media, decidiamo di partire e di investire qualche giorno di ferie in un itinerario un po' fuori dagli schemi: l'Auvergne, la zona del Massiccio centrale famosa per gli splendidi boschi, gli spazi infiniti e le centinaia di colline di origine vulcanica, dominata da Puy-de-Dome (1.464 metri), vulcano che ebbe la sua ultima eruzione circa 8.000 anni fa.  

Itinerario
Sabato 30 maggio. Dopo il lungo trasferimento autostradale da Ravenna, decidiamo di fare una importante deviazione ed infilarci in una valle chiusa... visto che eravamo 'in zona', infatti, volevamo salire sul Colle del Nivolet, che ancora manca alla 'collezione', ma purtroppo gli ultimi km sono chiusi... e dire che per raggiungerlo abbiamo dovuto dribblare un sacco di strade già chiuse per il passaggio del Giro d'Italia
Peccato, sarà per per la prossima volta... ...sì, perchè la zona (siamo nella parte meridionale del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sopra Noasca e Ceresole Reale) merita davvero! 
Ci dirigiamo verso la Francia, per svalicare dal Moncenisio, cercando strade poco trafficate e passando dal Colle del Lys (bello, molto bello).
Sosta per la notte a Lanslebourg, sul versante francese, dove troviamo il benzinaio ed un ottimo Logis de France (il Relais des 2 Cols). Cena a base di Salade... davvero ottima ;-)
Colle del Nivolet
Colle del Lys
Moncenisio
Sosta per la notte a Lanslebourg

Domenica 31 maggio 2015, tiriamo fuori la moto da garage e ci dirigiamo verso Modane. Notiamo il Forte Maria Theresa che controlla la strada da posizione strategica: solo quel cretino di Mussolini pensava di poter invadere la Francia passando di qui con gli Alpini sui muli e con gli L3.
Ho 'studiato' una rotta con qualche diversivo, per spezzare la noia dei tanti chilometri di autostrada: prima di Chambery usciamo e ci divertiamo un po' tra le curve di tre colli che non ho mai percorso: Col du Cucheron, Col de Champ-Laurent, Col de la Cochette.
Poi torniamo in autostrada, passiamo Lione e St. Etienne (dove troviamo effettivamente un po' di traffico... quasi inconsueto per le strade francesi), per uscire prima di Montbrison.
Pensavamo di arrivare già fino a Vichy, ma in realtà le strade dei colli, per quanto belle, ci portano via un sacco di tempo. Ed anche le strade a sud di Vichy sono molto più lunghe e lente rispetto a quanto davano l'impressione di esserlo sulla mappa. Dopo un'altra bella indigestione di curve, di colli dispersi tra strade infinite perse tra boschi, pascoli, brughiere (Col des SupeyresCol du la Croix de l'Homme mort, Col de Limites, Col de Chansert, lo splendido e selvaggio Col du Beal, Col du la Croix Ledret e Col de Brosses), in effetti anche un po' stanchi, decidiamo di non 'tirare' e troviamo un alberghetto/ristorantino (l'Hotel de Londres: cinque stanze appena ristrutturate e pochi tavoli in più in sala) tenuto splendidamente a Saint-Just-en-Chevalet.
Il paese non offre granchè: ha visto tempi migliori, ed i tanti negozi ed alberghi chiusi mettono un po' tristezza. Però è tranquillo e dalla torre si gode un bel panorama.
Ronfiamo con soddisfazione :-)
Forte Maria Theresa
Col des Supeyres
Lo splendido e selvaggio Col du Beal
Sosta a St. Just en Chevalet: ottimo l'albergo ed il suo ristorantino

Lunedì 1 giugno 2015. Ripartiamo da Saint-Just-en-Chevalet. dopo una gran bella colazione. Stamattina il tempo non ci lascia tranquilli. Le nuvole sono molte e molto minacciose... dopo pochi chilometri il profumo della pioggia comincia ad entrare nel casco... ci mettiamo l'antipioggia proprio prima dell'acquazzone... ormai l'esperienza... :-)
Il diluvio dura poco: raggiungiamo Vichy e, in pieno centro, troviamo un bel parcheggio gratuito per le moto e ...ben protetto dall'invadenza degli autoveicoli (questa è civiltà!). Ha smesso di piovere. Nonostante il cielo sia ancora scuro e cattivo, ci togliamo l'antipioggia per una bella passeggiata nel centro di questa storica località termale. Vichy è molto bella. La passeggiata coperta nel parco, i padiglioni delle Terme, il Casino, i negozi del centro pedonale... però è palese una certa decadenza: molti negozi sono vecchi o già chiusi, anche tra i padiglioni dello stabilimento termale o nei loggiati liberty nel parco.
Compriamo un po' di caramelle (le pastiglie di Vichy sono famose e davvero buone). Poi riprendiamo il nostro fidato Crosstourer e ci dirigiamo fuori città.  
Dopo qualche chilometro ci fermiamo a Charroux, uno dei villaggi medioevali meglio conservati di Franca. In effetti una visita la merita. Un camperista in vacanza, che parcheggia vicino alla moto, ci fa i complimenti per i tanti adesivi sul bauletto e ci assicura che abbiamo fatto bene ad esserci arrivati di lunedì: "troppa folla la domenica qui a Charroux".

Ripresa la strada ci fermiamo tra i boschi delle gole della Sioule, poi sul Ponte romano di Menat.

Visitiamo poi brevemente Volvic (che è alquanto deludente... una chiesa e qualche vecchia costruzione in nera pietra lavica... e basta) e proviamo a salire sul Puy-de-Dome... qualche anno fa ci si poteva ancora salire in moto, ma oggi sulla strada asfaltata sale solo il trenino a cremagliera. Tra l'altro la cima è nascosa da nuvole nere... che impediscono di apprezzare il panorama.
Decidiamo di cercare un albergo (facciamo un salto fino a Royat ma la scartiamo: troppo traffico) e troviamo un Logis de France a Orcines.
Se domattina ci sarà il sole, di buon mattino saliremo con il trenino!

Vichy
Charroux
Ponte romano a Menat

Martedì 2 giugno 2015. Alle 9 siamo alla stazione del trenino a cremagliera che porta in vetta al Puy-de-Dome, con una corsa ogni 40 minuti... siamo in mezzo ad alcune scolaresche di bambinetti ed un paio di pullman di anziani in gita (è la nostra giusta posizione... mi sorprendo a pensare).
Abbiamo fatto bene ad attendere la mattina: il cielo è finalmente sereno, anche se il vento, lassù in cima, ci costringe a chiudere bene il giubbotto in pelle.
Il Puy-de-Dome non è altro che un vulcano spento (ultima eruzione, mi pare, circa 8.000 anni fa), il più alto dei vulcani spenti dell'Auvergne. Ed è il modo migliore per apprezzare la natura di questo spicchio di Massiccio Centrale. Se dal basso, in mezzo a boschi e pascoli, sembrano solo semplici collinette, da quassù la natura vulcanica di questi 'coni' si percepisce perfettamente. Il peccato, il vero peccato, è che non ci si possa più salire in moto: la strada panoramica, che sale a spirale fino in cima, sarebbe stata davvero panoramica ed esaltante.
Bene, siccome i viaggi in treno tra bambinetti e vecchietti non è la nostra passione, Claudia ed io decidiamo di scendere e di tornare a macinare chilometri in moto :-)
Passiamo l'azzurrissimo Lac de Guery (il più alto d'Auvergne, come quota), poi il fin troppo turistico Lac Chambon e visitiamo Besse (Besse-et-Saint-Anastaise) che ha un centro piccolo, raccolto e davvero bello.
Dopo Besse troviamo il Lac Pavin, laghetto anche questo di chiara origine vulcanica, perchè è perfettamente circolare.
Direzione sud... tra un paese e l'altro, chilometri e chilometri di boschi, pascoli, ginestre in fiore... l'asfalto è quasi sempre perfetto, la linea di mezzeria praticamente sempre tratteggiata. In questa parte della Francia, così poco abitata rispetto all'enormità dello spazio, i chilometri sono davvero divertenti... anche se in effetti sempre molto simili.

Dopo Dienne, però, il Col Eylac ed il Pas de Peyrol (sotto il massiccio del Puy Mary) ed il Col de Neronne... sono motociclisticamente molto belli e panoramici... gran bei chilometri, questi :-)
A metà pomeriggio siamo a Salers, dove un gentilissimo Gendarme ci indica dove posteggiare la moto gratis (in un parcheggio a pagamento per le auto)... Salers è davvero molto bella e merita una visita. Stiamo quasi per fermarci per la notte... ma abbiamo anche un'ora o due prima di cena e decidiamo di ripartire... passiamo velocemente Aurillac (troppo grande per i nostri gusti, e poi è in pianura e fa troppo caldo) e ci troviamo in mezzo al nulla... chilometri e chilometri in mezzo a campagne bellissime, micro-paesi perfetti, con le case in pietra ben tenute, pascoli, boschi, ginestre e null'altro... cominciamo a temere di dover dormire in un pagliaio quando, a Saint-Martin-sus-Vigoroux, un piccolissimo alberghetto alza anche l'insegna di Logis de France (l'Hotel de La Poste).
Il paese è di venti case, l'alberghetto fa anche da unico negozio-edicola-tabacchi-bar-posta ...ma l'accoglienza è calorosa, le stanze piccole ma tenute perfettamente, salades e formaggi sono ottimi, i prezzi pure. E fino a mattina sentiremo solo lo scampanio di qualche mucca... wow, questa Francia mi piace!!!

Vulcani spenti di Auvergne visti dal Puy-de-Dome
Vulcani spenti di Auvergne visti dal Puy-de-Dome
Il Puy-de-Dome
Besse
salendo verso il Col du Pas de Peyrol

Salers, davevro bella!

Mercoledì 3 giugno 2015. Silenzio e tranquillità, in un paesino che ha un quarto delle case della nostra via di Ravenna... questo è, per me, rilassarsi in vacanza dopo una giornata di moto ed in vista di un altro giorno all'insegna delle curve. Sì, perchè abbiamo deciso di arrivare questa sera al Mont Ventoux, ed i chilometri, così come le curve, non saranno pochissimi.
Oltretutto la temperatura si sta alzando, e con i nostri giubbotti in pelle, che erano indispensabili solo ieri sul Puy-de-Dome, credo che cominceremo ad aver caldo...
Ripartiti da Saint-Martin-sus-Vigoroux ci ritroviamo nuovamente immersi in una natura colorata, immensa, bellissima. Piccoli paesi, alcuni un po' meno piccoli, ma incredibilmente ben tenuti: qui l'edilizia è tradizionale, tutta con un suo stile preciso, ed anche il più piccolo nucleo abitativo merita uno sguardo curioso. E poi le ginestre in fiore, che con il primo caldo della mattina, profumano l'aria fino a farti girare la testa... in moto ci sei dentro :-)
Dopo il Col du Puy de Renel giungiamo a Neuvéglise, poi gi godiamo la bella strada tra le selvagge gole della Truyére raggiungendo Chaudes-Aigues. Il Garmin lavora bene indicandoci la bella strada per Saint-Chely_D'Apcher ed il Col de Cheval Mort, per poi entrare nel Parco Naturale Regionale dei Monti d'Ardèche, in mezzo a boschi ormai tipicamente alpini e creste che regalano il panorama dei vicini Monti Cevennes.
Passiamo alcuni colli, poi dopo St. Laurent les Bains... ci infiliamo nella folta Foresta Demaniale du Chap Del Bosc (Col du Chap Del Bosc, 1169 metri), poi su creste più spoglie e rocciose (Col de L'Echelette, Col de la Croix Blanche, Col de Planzolles) e giungiamo praticamente in pianura fino a Vallon-Pont-D'Arc dove si risale lungo le meravigliose Gole dell'Ardéche, che in quanto a spazi e panorami non hanno molto da invidiare a quelle del Verdon.
Qui si sente che siamo scesi a sud: la vegetazione è ormai da Alpi Marittime, il sole colpisce duramente chi ha dei giubbotti in pelle scura, e noi rimpiangiamo, ora, di non essere partiti con i leggeri traforati...
A Saint-Martin-D'Ardèche ci regaliamo una sosta sul lungo fiume con un succo d'arancia ghiacciato, poi via... il Mont Ventoux non è ancora dietro l'angolo!
Un po' di pianura (Mondragon, Rocheguide e raggiungiamo Malaucène, da dove comincia la m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a salita al Mont Ventoux: una ventina di chilometri di strada perfetta, larga, curvosa, dove è possibile sorpassare camper e mezzi più lenti, in mezzo al bosco... e poi, mano a mano che si sale, ecco che arrivano anche i panorami, poi il ghiaione lunare della cima... e da lassù, a 1900 metri, che si spazia a 360 gradi sul TUTTO sottostante.
Sì, il Ventoux non può mancare tra le méte di un motociclista.
Ma comincia ad essere tardi... compriamo un po' di souvenir, poi la discesa altrettanto bella e divertente fino ai campi di lavanda (purtroppo in questa stagione non ancora fiorita che circondano Sault).

A Sault troviamo un alberghetto senza pretese (il Logis de France della piazza principale era pieno) con un titolare gentilissimo che ci consiglia un ristorante con giardino-con-vista-sul-tramonto-sul-Mont-Ventoux... beh: abbiamo mangiato molto bene, e lo spettacolo del tramonto sul Ventoux, mentre finivamo la nostra bottiglia di "Cote du Rhone", è uno di quei ricordi che probabilmente rimarranno indelebili ;-) 

Piccola tazza per la colazione a Saint-Martin-sus-Vigoroux :-)
St. Juery
...ultime mucche d'Auvergne...

...il nemico pubblico dei motociclisti: il gravillon :-)
Panorama sui monti Cevennes
...nel Parco dei Monti d'Ardéche
...nel Parco dei Monti d'Ardéche
Le Gole dell'Ardéche
Le Gole dell'Ardéche
salendo al Mont Ventoux... una strada bellissima!!!!
La vetta del Mont Ventoux...
Il Mont Ventoux, al tramonto, cenando nel giardino panoramico di O' Pichou, a Sault... indimenticabile ;-)

Il rientro... senza il Colle dell'Agnello
Giovedì 4 giugno. Partiamo presto, perchè la strada è lunga per arrivare a casa... La strada imbocca le Gole della Mouge, poi la pianura dalle parti di Sisteron... arriviamo al grande invaso di Serre Ponchon e ci dirigiamo verso Guillestre, per incontrare la Route des Grandes Alpes.
L'idea è quella di passare il Colle dell'Agnello... purtroppo non lontano da Briancon troviamo un cartello che indica le aperture dei passi alpini... e l'Agnello è l'unico "Fermè" :-( 
Cambiamo quindi in corsa, ci dirigiamo verso Monginevro e Sestrière, per fermarsi a Pragelato per una sosta-shopping all'Albergian (che troviamo anch'essa chiusa perchè fuori-stagione...).
Vabbeh: visto che oggi non ce ne va bene una :-(
...allora autostrada... 36 gradi con i giubbotti in pelle... per fortuna il Crosstourer è confortevolissimo e per cena siamo a casa... 
Gran moto questa Honda: poca manutenzione (e neppure troppo costosa), potente per rimanere divertente e facile anche a pieno carico con qualsiasi pendenza... 44.000 chilometri senza un minimo problema. Questi mangiariso non scherzano, quando si tratta di costruire bene una moto... credo che da questo punto di vista noi italiani abbiamo ancora (purtroppo) molto da imparare.
Gole della Mouge
Anche il Crosstourer ha un difetto: NON evita mosche, moscerini, farfalle, zanzare, api & pappataci :-)
Alla prossima :-)
Gattostanco, giugno 2015







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