venerdì 29 maggio 2020

Meglio pregare il palo della luce

Non so chi sia l'autore di questa immagine che 'gira' su Facebook. Però è un genio, quindi spero non di offenda se la posto anche sul mio modestissimo BLOG (dove tra l'altro non c'è pubblicità e ovviamente alcun scopo di lucro)...
Aggiungo, solo per completezza dell'informazione, che il palo della luce non ci succhia i miliardi dell'otto per mille, quindi meglio lui di tanti dei che ritroviamo citati nel modulo della dichiarazione dei redditi 😂

domenica 24 maggio 2020

Quasi liberi!

240 km di quasi libertà
24 maggio 2020: è il primo fine settimana nel quale è permesso fare un giro in moto senza aver bisogno di autocertificare uno spostamento dettato dalla 'necessità di fare attività motoria'. Lo voglio lasciare scritto nel blog, perchè un giorno ci chiederemo per quale motivo, dal 4 al 18 maggio, i motociclisti girassero tutti con lo zainetto contenente gli scarponi da trekking o le scarpe da running... la burocrazia italiana...
Oggi è la prima domenica di 'libertà limitata', ovvero si può andare in giro senza aver un motivo 'validato' dal Governo, ma ci si deve limitare all'ambito regionale. Questo significa che i motociclanti romagnoli non possono raggiungere alcuni dei Passi più frequentati dell'Appennino toscoromagnolo: il Muraglione, la Colla, la Consuma, il Croce ai Mori, sono in Toscana. Il Passo dei Mandrioli e il Passo della Calla sono sul confine, quindi si deve arrivare fino al passo e tornare indietro... ovvio che in quelle strade, dopo tre mesi di cattività, non solo ci sarà molta adrenalina (che spesso sfocia in pericolosa stupidità e poco rispetto della sicurezza propria ed altrui) per la ritrovata (semi)libertà.
Per non dover affrontare assembramenti, traffico e smanettoni, Claudia ed io decidiamo di scegliere strade secondarie e poco trafficate. Il Montefeltro è perfetto, perchè l'asfalto non è mai perfetto, a causa di un territorio fatto di calanchi che lo muovono ovunque, e quindi chi ha pruriti sportivi non viene certamente qui.
Imbocchiamo quindi la 'vecchia' Tiberina che da Ravenna portava a Roma, e ci infiliamo in stradine secondarie già a Bivio Montegelli salendo al Passo di Santa Maria Riopetra e al Passo del Grillo (entrambi colpevolmente senza cartello indicatore). Giunti a Pontemessa seguiamo le indicazioni per Balze, ma a u certo punto troviamo il cartello 'Toscana'. Probabilmente si tratta di pochi chilometri (Balze è in Romagna) ma non si sa mai... e poi la Multistrada è appunto una Multistrada, quindi torniamo indietro di qualche centinaio di metri e infiliamo una 'provinciale' che, stando più in quota, pare NON sconfinare nella regione a noi vietata (non si sa mai... magari si incontra un Carabiniere Forestale di quelli che ce l'hanno a morte con i motociclisti...).
La provinciale fino a Palazzo è asfaltata, poi l'asfalto diventa solo un ricordo. Si va piano perchè, perchè ogni tanto la ghiaia lascia il passo a sassi piuttosto grandi e appuntiti, ma la Ducatona in modalità Enduro non si lascia intimorire. Il panorama è davvero bello, e quassù non c'è anima viva... altro che assembramenti pericolosi a causa del Covid-19 :-)
Arriviamo quasi alle porte di Balze su sterrato... bello!
Panino, il pieno all'Area di Servizio di Verghereto (ma tranquilli... dalla stessa si può rientrare a Verghereto senza dover per forza imboccare la E45), poi saliamo al Monte Fumaiolo dalla bella strada che parte da Montecoronaro...
E' ormai ora di rientrare... scendiamo fino a San Piero in bagno e poi ci godiamo fino alla pianura le curve della vecchia Tiberina.
Come antipasto della Libertà non è stato male... ma adesso, caro Azzeccagarbugli Conte, vorremmo poter arrivare a riveder le Dolomiti... la moto è libertà, la Regione ci è stretta! 
Salendo verso Santa maria Riopetra
Dopo Pontemessa troviamo un confine invalicabile :-( 
La Multistrada non si tira indietro alle stradine provinciale secondarie
Direzione Balze: la provinciale alta se ne sta tutta in Romagna!
Balze quasi raggiunto
Salendo da Montecoronaro al Monte Fumaiolo

sabato 9 maggio 2020

Panorami che stupiscono ancora

AlpenBar, Campigna.
Panini & torta Mantovana ;-)
Camminare di nuovo tra i meravigliosi boschi dell'appennino. Caricare in auto zaino, bastoncini e scarponi, e ritrovare Cristian e Nada, al loro Alpen Bar di Campigna, anche se oggi offrono solo l'asporto (ma che panini e che mantovana!!! :-) ).
Dopo due mesi passati in casa o al massimo in giardino, in questo primo sabato di fase 1 e mezzo, condividere 5 ore di camminata con due amici avendo cura di non infrangere mai la regola del distanziamento personale (non sociale, anche perchè da due o tre metri si comunica tranquillamente), sembra già un sogno di poter tornare ad una vita quasi normale.
Certo, dovremo abituarci ad avere un po' di rispetto alle regole del buonsenso, per la salute nostra e degli altri, ma questo sabato è la dimostrazione di come sarebbe possibile uscire dalla vessazione assurda, stupida ed inutile delle autocertificazioni, di uno Stato borbonico e debole, che non riuscendo a controllare i comportamenti degli italiani, intende regolarne a suon di multe e 'concessioni' (mi 'CONCEDETE' di muovermi? Ma io non vi concedo il mio rispetto, brutti cialtroni incapaci. Cialtroni incapaci che, evidentemente, di buon senso ne hanno ben poco).
Cinque ore meravigliose nelle quali ci si dimentica tutto...e poi, prima di rientrare, sosta per fare la spesa al forno-alimentari di Corniolo... dopo due mesi è piacevole lasciare qualche decina di euro alle piccole attività economiche della collina. Dobbiamo tornare a camminare, a pedalare, a girare in moto anche solo per permettere a queste aziende di non chiudere, perchè il nostro tessuto socioeconomico, soprattutto quello ben più debole, delle piccole realtà montane, deve sopravvivere! E se non lo capiscono Conte, Boccia, Speranza e Giggìno, dobbiamo almeno mettercelo in testa noi.
Qualche foto in più nell'Album di Google Foto: QUI
Rifugio Città di Forlì
Salendo verso la cima di monte Falco
Panorama dalla cima di Monte Falco
Pranzo con i panini dell'Alpen Bar
Distanziamento personale... è possibile passare comunque una bella giornata
insieme rimanendo alle distanza che offrono la giusta sicurezza per tutti

martedì 5 maggio 2020

Lettera al Presidente Bonaccini: Motor Valley ed utilizzo delle due ruote


I mototuristi sono figli di un dio minore. Non sono considerati sportivi come i cicloamatori, non sono motociclisti sportivi, perchè non sono tesserati e/o non vanno in circuito.
Eppure non spendono 20.000 euro in una Multistrada o un GS per andare al lavoro, fare la spesa, andare a trovare i congiunti.
E viaggiano ben protetti e rappresentiamo un volano economico importante non solo per chi vive vendendo moto e accessori, ma anche per tante piccole imprese e pubblici esercizi delle nostre colline e montagne.
Ieri sera ho inviato questa email al Presidente della mia Regione:

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Gentile Presidente Bonaccini,
siamo la Motor Valley, e la Romagna è la terra dé Mutòr. Siamo la regione di Ducati che produce le meraviglie che tutto il mondo ci invidia, e della tradizioni di Bimota, Morini. Misano e il WDW.
Abbiamo centinaia di preparatori, di aziende della componentistica, e abbiamo migliaia, decine di migliaia di appassionati che in questo momento si sentono figli di nessuno.
Sì, perchè se ai ciclisti amatoriali è data la possibilità di muoversi, pedalare, sudare, in nome dello sport, il nostro percorrere le loro stesse strade, piene di curve, di salite e di discese, non è considerata pratica sportiva. E questo, nonostante in termini di pericolo pandemia, le nostre protezioni, i nostri guanti certificati, i nostri caschi, ci garantiscano certamente un distanziamento personale ed una sicurezza ben superiore.
No, le nostre moto sono considerate meri mezzi di trasporto, con i quali al massimo andare al lavoro, fare la spesa, andare a trovare i congiunti o, limitatamente agli spostamenti individuali e nell'ambito della propria provincia, andare a praticare attività motoria (lasciando quindi la moglie a casa, potremmo caricare le pedule e millantare un'improvvisa passione per il trekking).
Da romagnolo, e da suo (quasi sicuramente ex) elettore, le segnalo che la pratica del mototurismo, anche giornaliero e a brevissima distanzaè una delle cose più sane che ci siano. Sì, perchè se in auto ci spostiamo semplicemente da un luogo all'altro, in moto ci si muove ad ogni curva, ad ogni frenata... il nostro corpo deve assecondare, seguire, ammortizzare. Chi non è abituato, dopo due ore è stanco. In compenso si respira aria buona della collina, si assaporano profumi e si ammirano colori e panorami.
Inoltre non ci portiamo i panini da casa: siamo una parte non indifferente del fatturato di tante piccole attività (alimentari, bar, chioschi, ristoranti) che in collina e nei piccoli paesi montani, sono tra i più colpiti dal lockdown.
Ci ripensi, Presidente.
Liberi la nostra passione.
Ci vieti ovviamente assembramenti, ed anche il ristorante, che è chiuso. Ma non ci vieti di fare un giro in moto, magari fino solo alla provincia confinante. Ci lasci comprare un panino all'alimentari di Corniolo: ce lo mangeremo con nostra moglie all'ombra di un bosco. E saremo senz'altro meno assembrati dei tanti cittadini che sabato e domenica, dopo due mesi di arresti domiciliari, si ritroveranno nel limitati spazi dei parchi urbani e delle ciclabili vicino a casa.
Buona serata, e grazie dell'attenzione
Giancarlo Gattelli - Ravenna