giovedì 21 luglio 2022

Questi sono i cialtroni che vanno cacciati. Se no, siamo complici del fallimento del nostro Paese

Sfascisti, incapaci, demagoghi

Purtroppo lo sfascismo è maggioranza in questo Parlamento e, temo, anche nel Paese.

Siamo un popolo con scarsissima cultura politica, abbocchiamo agli urlatori, ai populisti, ai qualunquisti. Leggiamo poco, riflettiamo ancora meno.

Abbiamo riempito il Parlamento di incapaci, inetti, demagoghi.

I danni creati in questi pochi mesi dall'egoismo, dallo sciacallaggio e dall'autoreferenzialità di Conte, Salvini e Berlusconi, che si sono uniti a quelli dei destrorsi ed antieuropei della Meloni, li pagheremo per anni e anni. Tutti.

Draghi era rispettato e autorevole, uno scudo nei confronti dei mercati internazionali, rispetto alla pochezza e alla pericolosità di leghisti, fascisti, grillini e berlusconiani. Non aveva la bacchetta magica e neppure una sua maggioranza coesa in Parlamento, ma senza questo scudo il debito pubblico ci costerà moltissimo, così come sarà ben difficile giocare da protagonisti nel mondo dell'economia.

Servizi pubblici, pensioni, risparmio, energia: sembra impossibile, ma un Paese come l'Italia è a rischio. Siamo a rischio. E quando sei sull'orlo di un precipizio occorrerebbe attenzione, non cialtronaggine sguaiata.

Sarà una campagna elettorale marcia, fatta di slogan e di numeri inventati di sana pianta, buttati lì senza costrutto negli studi televisivi.

Un disastro. Che, come popolo, ci meritiamo. Perchè quando si va a votare, se si vota così, è giusto fallire.

E adesso, da qui a ottobre, vediamo se qualcuno si rende conto del disastro politico-economico-diplomatico, oppure continueremo ad essere un popolo di elettori cialtroni ben rappresentato in Parlamento.

giovedì 14 luglio 2022

Grazie Direttore.


Nel 1976 avevo dodici anni, ed ero in seconda media. Ma leggere era già la mia grande passione, e quando uscì il primo numero de La Repubblica, ricordo che passai dall'edicola prima di andare a scuola. Ovviamente non ero ancora pronto per quel giornale: bello e moderno il formato tabloid, ma troppo serio e profondo per un ragazzino.

Però poi, da adulto, Repubblica è il Quotidiano che mi accompagna da tanti anni, così come il piacere, di domenica, di leggere con maggiore tranquillità e minor fretta gli editoriali di Eugenio Scalfari, Giornalista che forse ho amato meno dello scorbutico e sanguigno Indro Montanelli e del perennemente partigiano Giorgio Bocca, ma al quale va attribuito il merito di avere davvero innovato più di chiunque altro l'informazione italiana, prima con L'Espresso, poi appunto con Repubblica.

E allora, caro Direttore, mi permetta di dirle grazie. Ci sono ancora centinaia di migliaia di italiani che leggono, si informano e riflettono, grazie al lavoro di professionisti dell'informazione, grazie a strumenti, come è un giornale, che questo consentono. Che non hanno portato il cervello all'ammasso dei meme anonimi di Facebook, dei post insopportabilmente taglienti a causa dell'imposta brevità di Twitter, delle stupidaggini colorate o filmate degli influencer di Instagram e TikTok.

I temi di una società complessa, dove economia e sicurezza, futuro e lavoro, vita e morte, diritti e libertà, dipendono dalle scelte di chi va a votare e di chi poi risulta eletto, non possono essere condensati in un meme, in uno slogan, in una foto o in un videoclip. Quando milioni di cittadini se ne convincono, spesso anche soddisfatti della loro ignoranza, poi accadono le cose peggiori: a governare chiamano pifferai magici e parolai imbonitori e populisti, che presto lasciano solo macerie, disoccupati e debiti.

La cultura e l'informazione, il dubbio, l'approfondimento e la riflessione, sono essenziali per cercare di capire (mica sempre ci riusciamo, eh!) la società nella quale tutti noi, volenti o nolenti, siamo chiamati a vivere. L'Espresso e La Repubblica, ed i tanti professionisti dell'informazione che, anche grazie alle idee ed alle riflessioni di Eugenio Scalfari hanno imparato a far bene il proprio mestiere, hanno reso un servizio al Paese. Lo hanno reso un po' migliore, o almeno hanno provato (e qualche volta ci sono riusciti) ad arginare il peggio che viene dall'ignoranza e dall'improvvisazione.

Grazie Direttore. Un lettore affezionato.