lunedì 27 giugno 2022

Castelluccio, Amatrice, il Gran Sasso, Civitella Alfedena, L'Aquila e tante strade secondarie...

Anche in questo 2022 arriva una sospirata settimana (o quasi) di ferie. Diamo un'occhiata al meteo e notiamo che sulle Alpi (soprattutto su quelle francesi, che avevamo puntato) è previsto un netto peggioramento. E allora si va di 'piano B', cioè scendere per qualche giorno nel nostro bellissimo Appennino centrale, anche per portare un piccolo contributo a quelle realtà (Castelluccio di Norcia, Amatrice, L'Aquila) così duramente colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.

Non scriverò un trattato di mototurismo: basta aprire una piantina o un atlante, magari crearsi un itinerario sul computer per il proprio Garmin o TomTom (o anche Google Maps) per non perdersi le strade, i paesi ed i punti di interesse che si vogliono percorrere o vedere.

Un consiglio in alta stagione: soprattutto i luoghi colpiti da terremoto del 2016 (come ad esempio Amatrice o Castelluccio) ancora soffrono purtroppo di una ridotta capacità di posti per dormire. Un giro di telefonate prima di partire è consigliabile. Per i contatti è sufficiente 'sfogliare' con un buon ingrandimento Google Maps: i numeri di telefono ed i siti internet delle strutture presenti sono ben aggiornate.


Lunedì 20 giugno

La partenza, visto il caldo previsto, è di buon mattino. Alle 6.30 la Multistrada muove già verso la periferia di Ravenna. Decidiamo di 'sopportare' un po' di E45. E' noiosa (io di solito le preferisco le curve ed il fascino della vecchia e dismessa Tiberina che le scorre ancora a fianco) ma ci consente di arrivare ad Umbertide in meno di due ore, e dove abbandoniamo la noia della 4 corsie.

Prima di Gubbio prendiamo la Strada Regionale 298 in direzione Scheggia. Annoto il Valico Madonna della Cima che mancava alla Collezione. All'uscita di Scheggia, fermata al distributore per la prima sgranchita e per fare il pieno. Pare che le Multistrada siano di casa qui, e due chiacchiere fanno sempre piacere prima di ripartire.

A Fossato di Vico, seguendo pedissequamente le indicazioni del GPS ci infiliamo nella statale... non so come sia messa la vecchia strada lì a fianco, ma il Valico di Fossato ce lo siamo giocati... sarà per la prossima volta.

Usciamo praticamente a Fabriano, e ci dirigiamo per Matelica, Castelraimondo, San Severino Marche, Colleluce. Il caldo comincia a farsi sentire. Caccamo sul Lago e poi Caldarola, con il centro completamente transennato e praticamente abbandonato dopo il terremoto del 2016. Colfano, Morichella e Monastero... e arriviamo al Lago di Fiastra.

A San Lorenzo al Lago ci fermiamo per comprare un paio di panini e qualcosa di fresco, ma poi cerchiamo un posto un po' più ombreggiato. La pineta di fronte al Santuario della Madonna di Macereto fa al caso nostro, garantendoci anche un bel panorama sui Sibillini.

Scendiamo su Visso, dove purtroppo il terremoto ha colpito davvero in maniera drammatica, ed un cantiere ci nasconde la rotta, facendoci gustare qualche chilometro della provinciale per Preci, ma poi torniamo indietro e ritroviamo la retta via per Castelluccio 😉

Come al solito nessun cartello indica il Passo del Gualdo, ma noi ci fermiamo ad ammirare da lontano la silhouette di Castelluccio con attorno la distesa che comincia a colorarsi di Piano Grande. Quando invece arriviamo in paese, beh, è dura: gli edifici rimasti in piedi sono davvero pochi, così come quelli già rimessi in sesto. Però il lato positivo è dato dal fatto che le attività economiche sono aperte: negozi, bar, ristoranti: in prefabbricati o in box di fortuna, ma ci sono. Questo significa lavoro, posti di lavoro, persone che rimarranno lì, a ricostruire, a non abbandonare il loro paese. Diamo un piccolo contributo acquistando qualche sacchetto di farro e lenticchie... nel bauletto della Multistrada qualcosa ci sta sempre. Poi ovviamente andiamo a scattare la foto ricordo davanti al bosco a forma di Italia (le conifere che la formano sono state piantate durante la X Festa della Montagna del 1961 per volontà del ministro Mariano Rumor titolare all'epoca del Ministero dell'agricoltura - fonte Wikipedia) e ci rilassiamo un po' in un chioschetto, prima di affrontare Forca di Presta

Scendiamo alla statale che ci fa passare nei pressi di Arquata del Tronto ed Accumoli e raggiungiamo Amatrice, dove abbiamo prenotato una stanza all'Agriturismo Amatrice di Benni, struttura originale e a due passi dall'area food (la piazzetta con i bellissimi prefabbricati di legno e vetro che sta consentendo da anni di proseguire la propria attività ai ristoranti di Amatrice che hanno avuto gli stabili crollati). E' lunedì sera, purtroppo sono pochi i locali aperti. Scegliamo il Ristorante Roma: l'amatriciana è notevole, ma non è serata per il personale. Lasciamo perdere. Noi siamo venuti per dare il nostro contributo, quindi va comunque bene così. A nanna: ci siamo alzati presto, abbiamo percorso più di 400 chilometri, ed è ora di dormire! 


Martedì 21 giugno

Dopo la colazione, salutiamo cigni, anatre, oche e pappagallo, e lasciamo l'Agriturismo Amatrice in direzione del Lago di Campotosto. E' martedì mattina, e in giro non c'è davvero nessuno. Il Lago di Campotosto, oltretutto, è davvero sottoutilizzato in funzione turistica... lungo le sue rive appena qualche area camper, un chioschetto, un vecchio bar a Case Isaia... ecco, da qui parte la strada che porta alla frazione di Ortolano. TomTom non sa che è chiusa. Noi lo scopriamo sul momento, quindi torniamo indietro fino al ponte delle Stecche per intercettare da più a sud la strada statale 80 che ci condurrà fino a Montorio al Vomano. Qui svoltiamo a destra per Tossicia, Ornano Grande, Colledara e Villa Colli, e quindi raggiungere Vado di Sole per piombare nella piana del Ristoro Mucciante... ma siccome è presto ci spariamo un'andata-e-ritorno fino a Campo Imperatore (che sembra lì, ma ci sono 20 chilometri all'andata e 20 al ritorno).

Che dire? Ormai il Ristoro Mucciante, dove compri gli arrosticini da cucinare poi nelle fornacelle tenute sempre accese, è diventato un posto molto noto. A noi, che non arriviamo spessissimo da queste parti, dà ancora divertimento ed emozioni piacevoli, anche se ci si affumica, se il sole scotta e il vento rischia di far rovesciare il bicchiere con l'ottimo Montepulciano di Abruzzo.

Dopo pranzo ripartiamo godendoci i meravigliosi spazi di questo altopiano, ma anche la splendida strada e le splendide curve del Valico Capo La Serra. La direzione è sud: passiamo Castel del Monte, Ofena, Navelli, San Benedetto in Perillis ed Acciano. Il traffico è pressochè zero. A Castel di Ieri notiamo i resti di un tempio italico ben chiuso, quindi continuiamo a scendere. Passato Cocullo ecco la strada regionale 479 che ci fa entrare nelle Gole del Sagittario, a Villalago, al Lago di Scanno e Scanno. I boschi poi prendono il posto delle rocce, le meravigliose curve del Passo di Godi ed eccoci a Villetta Barrea e poi nella splendida ed ordinata Civitella Alfedena.

Qui abbiamo prenotato una stanza (e una cena) all'Albergo La Torre Antico Borgo. Ci siamo già stati qualche altra volta. E anche quest'anno conferma un incredibile rapporto qualità/prezzo/cortesia. Consigliatissimo.


Mercoledì 22 giugno

Il programma di oggi prevede di arrivare a L'Aquila. Volendo ci sarebbero poche ore di moto, ma non è il nostro modo di intendere il mototurismo, soprattutto quando si ha una Multistrada con le sospensioni semiattive e si è in mezzo al Parco nazionale d'Abruzzo. Quindi è ovvio che allungheremo parecchio il giro, andando a scoprire qualche stradina secondaria nella speranza di incontrare l'orso (i lupi li abbiamo visti a Civitella).

Da Civitella, quindi, scendiamo a Barrea guidando sulla bella SS83 Marsicana. Ovviamente il Colle della Croce (1164 metri slm) non è segnalato. Appena raggiunta Alfedena svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per il Lago della Montagna Spaccata. Non abbiamo idea di come siano quel lago e quella montagna, ma da qui, e per un po', sarà l'asfalto delle strade ad essere (molto) spaccato.

E' la strada provinciale di Pizzone, che ci fa raggiungere anche il bellissimo spiazzo a vista mucche+montagne (le Mainarde Molisane) del Centro Fondo Pianoro Campitelli. Ogni tanto c'è qualche cartello del parco, nulla più... Cmq la Ducati non si smonta (anche perchè, qui, probabilmente l'orso ci avrebbe trovato prima del carro attrezzi) e torniamo alla civiltà nei pressi del Lago di Castel San Vincenzo.

Castelnuovo al Volturno, Scapoli, Collalto: qui la strada si fa bella, e la Multistrada si sgranchisce un po' i pistoni.

Fontana Cicchetto, Valle Grande... proprio qui, a Valle Grande, ci fermiamo in un bar alimentari per farci preparare due panini per il pranzo (non sapevamo che a Forca d'Acero avremmo trovato un bar sul passo...). Due mega-panini con ottimo prosciutto e pecorino locali ad 1,50 euro cadauno. Con regolare scontrino. Da noi a Ravenna, il prezzo sarebbe stato più che doppio, più probabilmente triplo. E la gentilezza di chi vive e lavora in queste piccole località, nei confronti dei turisti, è quasi commovente. 

Ad Atina Inferiore si prende la SR509 di Forca d'Acero, molto divertente e guidabile (anche se ogni tanto occorre fare attenzione ad un po' di ghiaino) che arriva fino al passo (1.535 metri) in mezzo ai boschi.

Dopo aver gustato i costosissimi panini, scendiamo verso Opi, e poi a Ponte Campomizzo svoltiamo a destra sulla provinciale 17 per Bisegna, Ortona di Marsi, fino a Pescina. Proseguiamo per Celano, Ovindoli, Rocca di Mezzo. Andiamo cercare, sulla sinistra la strada per il Valico di Rocca di Cambio, poi con qualche bel tornante condiviso solo con una Subaru Impreza in allenamento 😀 scendiamo a L'Aquila.

Qui abbiamo prenotato all'Hotel Federico II. E' un hotel moderno ed un po' impersonale, ma si trova a poche centinaia di metri dal centro storico, ha il garage a disposizione per la moto, non costa troppo ed il personale è gentilissimo.

Una doccia veloce, e via per goderci il centro (qui stanno lavorando con impegno per la ricostruzione: stanno riaprendo negozi, bar ristoranti) e fare un po' di shopping. Ci godiamo anche il fiume di arrosticini (anche di manzo) che ci cucinano Al Vicoletto, che annaffiati con un'ottimo Montepulciano d'Abruzzo, vorremmo non finissero mai!


Giovedì 23 giugno

Giorno di rientro. Ripartiamo da L'Aquila godendoci di prima mattina le bellissime curve del Passo delle Capannelle, e poi i panorami sul lago da Campotosto (facciamo un itinerario diverso rispetto all'andata, ma anche oggi il TomTom vorrebbe farci fare la chiusissima Ortolano-Case Isaia). 

Facciamo anche una fermata veloce ad Amatrice per riempire il bauletto (... e poi dicono che le Ducati servono solo a correre... date un'occhiata all'ultima foto dell'album 😉) con tutto quello che non poteva stare in moto per quattro giorni senza rovinarsi, ma oggi si può! Consigliamo l'Alimentari 'Roberto e Rita', è nel centro commerciale provvisorio più vicino al centro... o dove c'era il centro (c'è il parcheggio).

E poi su: prima di Arquata del Tronto svoltiamo a sinistra in direzione Norcia nella speranza di percorrere le Forche Canapine, che invece sono chiuse. Ci toccano un sacco di chilometri (e qualche cantiere, anche in galleria) sulla statale 😕

Norcia, Cerreto di Spoleto, Sellano... al Valico del Soglio, incredibilmente il cartello c'è!

E poi scatta la sosta a Rasiglia, piccola chicca di paesino ristrutturato e percorso da innumerevoli canali di acqua sorgiva. Vale la pena di una sosta. In paese ci sono anche barettini e ristorantini davvero accoglienti... noi non lo sapevamo, quindi, affamati, ci siamo lanciati su un pur ottimo panino con la porchetta offerto da un camioncino all'ingresso del paese, ma la prossima volta magari... :-) 

La strada statale 77 ci fa scavalcare Colle San Lorenzo (450 metri) e poi ci fa scendere a Foligno e da qui fino a Umbertide, dove re-imbocchiamo la E45 in direzione nord.

Ultima tappa: Montone. In realtà casuale, perchè avevamo semplicemente voglia di un caffè lontano dalla superstrada. Siamo usciti a caso e seguito le indicazioni per Montone. Abbiamo trovato un piccolo gioiellino, ben tenuto e con panorami mozzafiato, come solo l'Italia può offrire. E poi la E45 fino a casa. Oltre 400 chilometri anche oggi, con il comfort, la sicurezza, la facilità ed il gusto di guida che solo la Multistrada sa offrire anche a pienissimo carico. Gran moto 😉

Le MAPPE dell'itinerario in questa raccolta di immagini su Google Foto.

Le FOTO in questo album su Google Foto.