Oggi, cento anni fa, nasceva uno dei più grandi narratori italiani.
Se il suo libro più famoso è, giustamente, Il sergente nella neve, io amo e rileggo più spesso la trilogia dell'Altipiano: Storia di Tönle, L'anno della vittoria, Le stagioni di Giacomo...
Rigoni si legge con facilità, una scrittura semplice, poetica e ancora oggi attuale. Ed è una lettura che rinforza le difese immunitarie contro l'ignoranza.
'Dal margine del bosco, guardingo come un animale selvatico che aspetta l'imbrunire per uscire allo scoperto, guardava la sua contrada, e il paese laggiù, dentro lo slargo dei prati. Il fumo odoroso della legna si scioglieva nel cielo rosa e violetto dove le cornacchie volavano a gruppi, chiamandosi.
La sua casa aveva un albero sul tetto: un ciliegio selvaggio. Il nocciolo dal quale era nato l'aveva posato lassù un tordo sassello tanti anni prima espellendolo in volo e l'umore di una primavera l'aveva fatto germogliare perché un suo avo, per difendere l'abitazione dalla pioggia e dalle nevi, aveva steso sopra la copertura altra paglia, sicché quella sotto era diventata humus e quasi zolla, Così il ciliegio era cresciuto.
Tónle Bintarn, guardando, ricordava che da ragazzo, dopo la mietitura delle segale, si arrampicava dalla parte della stalla dove il grande tetto quasi si unisce al declivio del monte e a una a una piluccava tutte le piccole ciliegie dolcissime e nere prima che i merli e i tordi venissero a metterci il becco: erano come il miele e per giorni la tintura del loro succo gli restava sulle mani e attorno alla bocca, e l'acqua del Prunnele non riusciva a toglierla. Ma d'autunno il rosso pastello delle foglie si notava anche dalla cima del Moor, come un'orifiamma che ingentiliva e distingueva tra le altre la povera casa...'
Ci manchi, Sergentmagiù ...e grazie per avermi fatto conoscere e poi amare il tuo Altipiano.
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