Quando, circa un quarto di secolo fa, ho iniziato ad utilizzare internet, avevo la convinzione che il web avrebbe significato la fine dell'ignoranza. Le informazioni disponibili a tutti, la possibilità di cercare qualsiasi documento, di studiare senza confini fisici e linguistici. L'abbattimento delle barriere che lasciavano solo nelle mani dei più abbienti libri, enciclopedie, riviste, giornali.
E la socialità: con le prime mailing list, spesso aggreganti per argomento, interesse o passione, sorpassate dai forum, una volta che gli abbonamenti flat permettevano di non dover più risparmiare sul tempo di collegamento con il cavetto telefonico ed il modem.
Poi sono arrivati i social media. Una bella idea, per ritrovare gli amici, per rimanere in contatto, condividere pensieri, riflessioni, immagini, filmati.
Sembrava tutto bello. Fin troppo, con l'avvento di smartphone e tablet che rendono ognuno di noi collegato sempre.
Invece non è affatto bello.
Facebook & c. si sono trasformati in enormi fiumi dove la portata delle idee e delle informazioni è continuamente e pesantemente inquinata dal veleno delle falsità, dell'odio, della disinformazione.
L'utilizzo dello schermo, più adatto a video e a leggere un flash di poche righe, ha portato milioni (miliardi) di persone a non leggere più libri, giornali, argomentazioni più lunghe di una schermata.
In pratica: intere generazioni hanno disimparato ad approfondire, a riflettere, a collegare le proprie nozioni.
Ignoranza di ritorno alimentata da chi ha interessi di parte: i partiti estremisti, gli odiatori di professione, gli influencer prezzolati, i politici senza scrupoli.
...immensi fiumi, per rimanere nel tema dell'esempio, dove merda e veleni ammorbano in fretta anche l'acqua pulita che arriva dagli affluenti alpini.
Occorrono depuratori. Se no, lo schifo continuerà a renderli inadatti alla vita... sociale.
Occorre eliminare i profili falsi, e fare in modo che non ci sia più nessun anonimato dietro al quale si possano nascondere violenti, stupidi o delinquenti. E' poi necessario affidare il contrasto delle fake news e di qualsiasi tipo di odio (quello sportivo, politico, razziale...) a task forces di gente preparata, non a ragazzini pagati pochi dollari a cottimo in qualche staterello asiatico, o ad algoritmi sostanzialmente stupidi.
Sinceramente, così com'è, anche Facebook, oggi fa un bel po' schifo. Ad oggi quei depuratori sono assenti o decisamente insufficienti.
Io sto cercando di disintossicarmi, passando sempre meno tempo sui social. Ho più tempo per leggermi il giornale, per un libro in più, per un documentario su Rai Play su Mario Rigoni Stern... e se Mark Zuckerberg guadagnerà qualche dollaro in meno per le mancate inserzioni pubblicitarie, beh, me ne farò una ragione.
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