Pecco Bagnaia è riuscito a confermarsi Campione del Mondo MotoGP. Cosa non scontata, soprattutto di fronte ad una concorrenza agguerrita e con Piloti che guidavano la sua stessa moto (in passato, spesso la moto migliore l'aveva solo l'asso del momento o al massimo un compagno di squadra, mentre oggi le Ducati ufficiali sono quattro, e le altre quattro Desmosedici 2022 non erano comunque molto diverse e meno performanti). Inoltre KTM e Aprilia non erano certamente molto distanti dalle Ducati, almeno non in tutti i circuiti.
Un campionato difficile.
L'impressione è che l'incremento delle prestazioni e dell'importanza dell'aerodinamica (soprattutto delle Ducati) abbia decisamente messo in crisi Michelin. E anche andare a correre a fine novembre, con l'asfalto freddo, non ha certamente aiutato ad avere prestazioni omogenee o quantomeno prevedibili delle gomme.
Bagnaia ha rischiato la pelle per questo. E se io mi fossi trovato per terra con tutto il gruppo alle spalle e con un Binder passatomi sopra alla gamba, avrei lasciato perdere le corse e chiesto un posto in Amministrazione a Borgo Panigale :-(
Invece, nonostante qualche (giusto) tentennamento in partenza, ed una maggiore attenzione al comportamento delle gomme, Pecco è riuscito ad arginare un Martin davvero veloce (con la stessa Desmosedici ufficiale e seguita direttamente da Ducati Corse).
Bravissimo, quindi.
E bravissimi a Borgo Panigale. Quest'anno i mondiali Supersport (con la Panigale V2 e Bulega), SBK (con l'immenso Bautista), MotoGP (Bagnaia), ma anche British SBK e MotoAmerica, hanno avuto un solo colore. Il rosso Ducati.
Battere la concorrenza dei colossi giapponesi Honda, Yamaha, Kawasaki, ma anche tedeschi e austriaci (BMW e KTM) è qualcosa di fantastico per l'industria italiana.
E poi le Ducati sono anche le più belle :-)
Nessun commento:
Posta un commento