domenica 21 maggio 2023

Ravenna sotto assedio, ma resiste. E vi aspetta.

Sono uno degli assediati. E ammetto che venerdì sera sono andato a dormire con il timore di ritrovarmi, al risveglio, il piano terra invaso dall'acqua. In tavernetta e al piano terra avevamo alzato tutto il possibile, le due auto parcheggiate in una zona più alta, la Multistrada in un parcheggio al primo piano di un vicino supermercato.

A Ravenna è andata bene: rompere un argine di un canale e sacrificare i 200 ettari di CAB Terra, ha salvato tutto il centro della città, non solo il centro storico. Oggi, domenica 21 maggio, siamo ancora quasi un'isola assediata, ma i livelli di quella massa di acqua sono in calo, e se non succede niente di davvero  imprevedibile, la nostra piccola ex Capitale è salva.

Sono uno degli assediati fortunati. Alcuni quartieri più periferici ed esterni sono andati sott'acqua.


Non avevo mai visto piovere così tanto. E, soprattutto, in un territorio così esteso (sia in Appennino che in pianura, senza soluzione di continuità) e per ben due volte di fila in meno di due settimane.

Ravenna è di qualche metro sotto al livello del mare. La subsidenza è un fenomeno antico, dovuto principalmente all'estrazione di acqua dalle falde. Infatti oggi, che l'acqua per irrigazione e usi domestici e industriali viene dagli invasi e dai fiumi, non più dai pozzi, il territorio si abbassa molto meno.

Fino a tutti gli anni '80 alcuni quartieri di Ravenna si allagavano anche solo con un temporale forte ma circoscritto. Ma in quegli anni il sistema fognario e di idrovore del Consorzio bonifica è stato rafforzato molto, e anche nei giorni scorsi ha retto (martedì notte, sentendo quanto forte stava piovendo qui in città non ci avrei scommesso).

L'alluvione è dovuta alla rottura di argini di fiumi all'inizio della pianura, che già erano pieni con le acque dovute alla pioggia in loco, e che non hanno tenuto l'enorme mole di acqua (e detriti) che scendeva dalle colline dell'Appennino, dove stava piovendo ancora di più 😥

Certo: forse ci sarà stato anche qualche responsabilità di una burocrazia che impedisce il taglio di arbusti e vegetazione dagli argini, o causato da nutrie ed istrici difesi che, a spada tratta dai fanatici animalisti, fanno tane e danni negli argini di terra... ma questa volta, imho, siamo stati di fronte ad un evento eccezionale.


Ora il problema diventa economico. Ed occorre fare molto in fretta 🙄

I danni sono enormi. Quelli che vediamo tutti i giorni, anche grazie al lavoro degli organi di informazione, sono quelli che riguardano le famiglie: auto, arredamenti, elettrodomestici... sono soldi. Risparmi che vanno in fumo, debiti da contrarre, vacanze e consumi futuri a cui dover rinunciare...

Le aziende... un metro, un metro e mezzo d'acqua in azienda significa veicoli, attrezzature, merci, impianti, quadri elettrici andati persi... settimane, mesi per ripartire, spese enormi, indebitamento. Chi non ha le spalle grosse rischia di fermarsi. E quando si fermano le aziende si perdono i posti di lavoro e le famiglie perdono ulteriormente potere d'acquisto.

La campagna è in ginocchio. I contadini rischiano di perdere reddito per anni, avendo perso raccolto e piante... e ci vogliono anni per tornare in produzione dopo aver ripiantato.

E poi la collina... centinaia di strade (e sentieri) impercorribili. Che significa, oltre al disagio per chi ci abita, qualcosa di molto grave: se escursionisti, ciclisti, motociclisti, Mountainbikers non hanno possibilità di raggiungere l'appennino, agriturismi, ristoranti, alberghi, bar, rifugi, attività commerciali saranno costretti a chiudere.

Negli ultimi venti, trent'anni é stato fatto molto per riportare le persone a vivere e ripopolare l'appennino, che si era spopolato nel dopoguerra e non era vissuto turisticamente come le Alpi. Se non c'è - subito - un'azione straordinaria per ripristinare collegamenti e sentieri, rischiamo un nuovo abbandono di intere vallate, con un impoverimento, economico ma anche culturale, incommensurabile :-(


Un appello: le spiagge e gli stabilimenti balneari sono salvi e già ripuliti. Ravenna è già da oggi raggiungibile dalla rete viaria (per le ferrovie ci vorrà un po' di tempo). Dalla prossima settimana, quindi, se il bel tempo si decide ad arrivare si potrà andare al mare, oltre che a visitare Ravenna.

L'aiuto più grande che gli italiani possono dare è quello di non disdettare la vacanza, il weekend... o di decidere di venire qui: perché anche di spiagge, ombrelloni, mosaici, cappelletti, piadina e Sangiovese ce n'è ancora in quantità. E sarà un contributo ancora più importante di una pur gradita offerta in denaro.

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