lunedì 22 novembre 2021

Disintossicarsi dai social

Quando, circa un quarto di secolo fa, ho iniziato ad utilizzare internet, avevo la convinzione che il web avrebbe significato la fine dell'ignoranza. Le informazioni disponibili a tutti, la possibilità di cercare qualsiasi documento, di studiare senza confini fisici e linguistici. L'abbattimento delle barriere che lasciavano solo nelle mani dei più abbienti libri, enciclopedie, riviste, giornali.

E la socialità: con le prime mailing list, spesso aggreganti per argomento, interesse o passione, sorpassate dai forum, una volta che gli abbonamenti flat permettevano di non dover più risparmiare sul tempo di collegamento con il cavetto telefonico ed il modem.

Poi sono arrivati i social media. Una bella idea, per ritrovare gli amici, per rimanere in contatto, condividere pensieri, riflessioni, immagini, filmati.
Sembrava tutto bello. Fin troppo, con l'avvento di smartphone e tablet che rendono ognuno di noi collegato sempre.
Invece non è affatto bello.
Facebook & c. si sono trasformati in enormi fiumi dove la portata delle idee e delle informazioni è continuamente e pesantemente inquinata dal veleno delle falsità, dell'odio, della disinformazione.
L'utilizzo dello schermo, più adatto a video e a leggere un flash di poche righe, ha portato milioni (miliardi) di persone a non leggere più libri, giornali, argomentazioni più lunghe di una schermata.
In pratica: intere generazioni hanno disimparato ad approfondire, a riflettere, a collegare le proprie nozioni.
Ignoranza di ritorno alimentata da chi ha interessi di parte: i partiti estremisti, gli odiatori di professione, gli influencer prezzolati, i politici senza scrupoli.
...immensi fiumi, per rimanere nel tema dell'esempio, dove merda e veleni ammorbano in fretta anche l'acqua pulita che arriva dagli affluenti alpini.
Occorrono depuratori. Se no, lo schifo continuerà a renderli inadatti alla vita... sociale.
Occorre eliminare i profili falsi, e fare in modo che non ci sia più nessun anonimato dietro al quale si possano nascondere violenti, stupidi o delinquenti. E' poi necessario affidare il contrasto delle fake news e di qualsiasi tipo di odio (quello sportivo, politico, razziale...) a task forces di gente preparata, non a ragazzini pagati pochi dollari a cottimo in qualche staterello asiatico, o ad algoritmi sostanzialmente stupidi.
Sinceramente, così com'è, anche Facebook, oggi fa un bel po' schifo. Ad oggi quei depuratori sono assenti o decisamente insufficienti.
Io sto cercando di disintossicarmi, passando sempre meno tempo sui social. Ho più tempo per leggermi il giornale, per un libro in più, per un documentario su Rai Play su Mario Rigoni Stern... e se Mark Zuckerberg guadagnerà qualche dollaro in meno per le mancate inserzioni pubblicitarie, beh, me ne farò una ragione.

domenica 7 novembre 2021

Ducati. Campione del Mondo Costruttori 2021. Orgoglio italiano

Ducati progetta, disegna, sviluppa e produce tutte le sue moto a Borgo Panigale. E se anche, ovviamente, non tutti i componenti sono 'made in Italy', sono moltissime le aziende, grandi e piccole, famose o sconosciute, che lungo la Via Emilia, realizzano e forniscono il necessario per realizzare moto da competizione e di serie.

E' un grande orgoglio italiano. Anche perchè, oltre a lavorarci in oltre 1.600, Ducati ha rapporti di collaborazione con Università e Scuole Tecniche, portando avanti quella tradizione e alimentando quel know how che è un fiore all'occhiello della nostra Motor Valley.

Ecco perchè, agli occhi di un appassionato, questo titolo Costruttori vale ancora di più di quello un Mondiale Piloti vinto da qualche fenomeno strapagato... no, grazie. Qui ha vinto un'Azienda, un'Azienda italiana. Hanno vinto ingegneri, tecnici e meccanici italiani. Hanno vinto la genialità, l'inventiva, la fantasia, l'innovazione. E il Desmo di Taglioni 😎

Grazie quindi ai Piloti che nel corso di questo Campionato 2021 hanno 'portato a casa' i punti necessari a vincere questo Mondiale: Pecco Bagnaia, Jack Miller, Johann Zarco, Enea Bastianini e Jorge Martin.

Bravi ragazzi!

Bagnaia e Miller
Martin e Zarco
Bastianini

lunedì 1 novembre 2021

Mario Rigoni Stern (Asiago, 1º novembre 1921 – Asiago, 16 giugno 2008)

Oggi, cento anni fa, nasceva uno dei più grandi narratori italiani.

Se il suo libro più famoso è, giustamente, Il sergente nella neve, io amo e rileggo più spesso la trilogia dell'Altipiano: Storia di Tönle, L'anno della vittoria, Le stagioni di Giacomo...

Rigoni si legge con facilità, una scrittura semplice, poetica e ancora oggi attuale. Ed è una lettura che rinforza le difese immunitarie contro l'ignoranza.

'Dal margine del bosco, guardingo come un animale selvatico che aspetta l'imbrunire per uscire allo scoperto, guardava la sua contrada, e il paese laggiù, dentro lo slargo dei prati. Il fumo odoroso della legna si scioglieva nel cielo rosa e violetto dove le cornacchie volavano a gruppi, chiamandosi.

La sua casa aveva un albero sul tetto: un ciliegio selvaggio. Il nocciolo dal quale era nato l'aveva posato lassù un tordo sassello tanti anni prima espellendolo in volo e l'umore di una primavera l'aveva fatto germogliare perché un suo avo, per difendere l'abitazione dalla pioggia e dalle nevi, aveva steso sopra la copertura altra paglia, sicché quella sotto era diventata humus e quasi zolla, Così il ciliegio era cresciuto.

Tónle Bintarn, guardando, ricordava che da ragazzo, dopo la mietitura delle segale, si arrampicava dalla parte della stalla dove il grande tetto quasi si unisce al declivio del monte e a una a una piluccava tutte le piccole ciliegie dolcissime e nere prima che i merli e i tordi venissero a metterci il becco: erano come il miele e per giorni la tintura del loro succo gli restava sulle mani e attorno alla bocca, e l'acqua del Prunnele non riusciva a toglierla. Ma d'autunno il rosso pastello delle foglie si notava anche dalla cima del Moor, come un'orifiamma che ingentiliva e distingueva tra le altre la povera casa...'

Ci manchi, Sergentmagiù ...e grazie per avermi fatto conoscere e poi amare il tuo Altipiano.