domenica 12 maggio 2024

Anello del Pratomagno

Sabato 11 maggio, partiamo sulle 9 da Ravenna, giusto il tempo per fare in modo che l'aria di primavera inizi a scaldarsi... dopo un caffè a Ghibullo, ci dirigiamo diretti verso il Passo del Muraglione, sopportando stoicamente gli ancora troppi semafori - per lavori - retaggio del maltempo che un anno fa mise quasi in ginocchio la Romagna.

Scesi a Dicomano proseguiamo fino a Scopeti, e da qui, sulla sinistra, ci godiamo la stradina senza traffico che in mezzo agli ulivi e alle viti, passando per Castiglioni e Pomino ci porta fino a Borselli.

Svoltiamo a destra sulla strada della Consuma fino a raggiungere Diacceto, e da qui con una stradina ripida e strettissima (Google la indica come Poggio Sano) raggiungiamo Pelago ...ci sono anche strade più larghe e meno ripide, ma a me piace cercare il muschio 😀 

Tosi, poi Saltino ed eccoci nell'ombra della foresta di Vallombrosa... aria frizzante e ambiente da Signore degli Anelli... mancano solo Barbalbero e gli Hobbit...

L'abbazia di Vallombrosa, che nelle domeniche di caldo estivo vede i suoi prati cosparsi di turisti accaldati stesi a prendere il sole come se fossero a Rimini, oggi è quasi deserta e silenziosa.

Noi però non siamo interessati all'abbazia, quindi proseguiamo fino al Passo della Croce Vecchia e di qui fino al Rifugio di Secchieta.

Il Monte Secchieta si trova sulla dorsale del Pratomagno. Wikipedia ci spiega che 'a partire dagli anni '60 ci furono tentativi di trasformare il Monte Secchieta in una località sciistica grazie alla realizzazione di tre piste per lo sci alpino e una pista per lo sci di fondo: la vicinanza a Firenze e la possibilità dei servizi offerti dalle vicine località di Saltino e Vallombrosa fecero credere che si potesse rilanciare così il turismo nella zona, benché poco adatta allo sci rispetto alle dirette concorrenti appenniniche. Infatti, pur essendo la sommità della vetta in provincia di Arezzo, Secchieta si trova sul crinale che divide il Casentino dal Valdarno Superiore e, conseguentemente, le province di Arezzo e di Firenze. Gli impianti sciistici hanno funzionato a singhiozzo fino al 1986, poi sono stati successivamente dismessi per la costante assenza di neve e il mancato rinnovo della concessione da parte del Corpo Forestale dello Stato'.

A ricordo di quel tentativo rimane un po' di ferraglia arrugginita di uno skilift, ed un condominio in decadenza dove pare che ancora qualcuno ci abiti o utilizzi l'appartamento ...coraggiosi, da quanto pare corroso il cemento 😕

Dopo due passi per sgranchirsi e per dare un'occhiata ai panorami offerti, davvero belli, decidiamo di fare onore alle meravigliose schiacciate offerte dal Rifugio di Secchieta... meravigliose, davvero, così come sono ottimi i dolci. Il servizio, di tipo self-service, è molto organizzato e veloce. Se aggiungiamo il fatto che i prezzi sono davvero onesti, merita assolutamente una fermata. Consigliato, quindi.


Un centinaio di metri dopo l'asfalto finisce. E' la dorsale del Pratomagno. Bellissima. Andando piano e con cautela la si affronta con qualsiasi moto, anche se, purtroppo, in alcuni tratti l'acqua ha mangiato parecchio, e le pietre spuntano cercando di fare danni ai copertoni, così come occorre fare attenzione agli incavi che si sono creati.

La Multistrada aiuta, e in mappatura Enduro non si fa intimorire, nonostante Claudia ed io non siamo proprio due fuscelli leggeri...



Dopo una sosta a Croce al Cardeto per ammirare con calma i panorami (il plurale è d'obbligo, visto che si tratta di un crinale) scendiamo affrontando la parte più rovinata della strade e, poco dopo aver ritrovato l'asfalto, eccoci a Bagno di Cetica.


L'ultima volta che c'eravamo passati (era il 2018), l'albergo-ristorante era pieno e auto e moto erano parcheggiate ovunque, oggi tutto è in abbandono ed il silenzio è rotto solo da rumore del fiotto d'acqua che esce dalla fontana nei pressi della strada.

Bagno di Cetica è un'antica stazione termale conosciuta e frequentata già in tempi antichissimi, almeno dai tempi dei romani. Purtroppo le vasche sono all'interno dell'Albergo Ristorante San Romolo che, appunto, dal 2019 non ha più riaperto. Qualcuno probabilmente fa un po' di manutenzione al verde, quindi il parco è ancora abbastanza curato...

Noi ripartiamo dopo aver bevuto un paio di sorsi di acqua, raggiungiamo Collagnolo, poi Montemignaio, il cui piccolo centro è curato e ben tenuto ma, purtroppo, dove non vi sono più attività ricettive o ristoranti... dalla piccola piazzetta però si gode una vista mozzafiato proprio sul crinale del Pratomagno che abbiamo appena percorso.


Da Montemignaio arrivare alla Strada della Consuma è un attimo (purtroppo... visto che le curve sono davvero divertenti).

Noi ci fermiamo per un caffè a Scarpaccia, poi mettiamo la mappa Sport e tutto d'un fiato, ci godiamo il ritmo delle meravigliose curve che da Stia portano al Passo della Calla e poi a Campigna.

E' ormai pomeriggio inoltrato... l'orario giusto per fermarsi all'Alpen Bar per uno Spritz con due assaggini di piada fritta e formaggio... e qualche chiacchiera con i motociclisti presenti. Ormai l'Alpen Bar è un vero e proprio punto di ritrovo per tutti i motociclisti. Qui sai che non solo si mangia bene e si spende il giusto, ma che troverai sempre qualche appassionato con cui scambiare chiacchiere, esperienze e suggerimenti sulla passione per le due ruote. 

Noi salutiamo Christian, Nada e Sofia e scendiamo. Arriviamo a Ravenna che sono le sette passate. Un itinerario molto bello, a mio avviso:



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