venerdì 26 luglio 2024

Anello appenninico ...alternativo al WDW :-)

Venerdì 26 luglio... la settimana di ferie sta terminando, ed è un gran caldo. Sono due ottimi motivi per regalarci un giretto in moto.

Per comodità, visto anche il caldo che si fa sentire già di prima mattina, imbocchiamo la E45 e arriviamo in men che non si dica a Sarsina. Qui usciamo dalla noiosa superstrada per prendere la vecchia Tiberina, la strada statale che dalla Romagna portava fino a Roma e che oggi scorre sinuosa a fianco della E45. In questi mesi, anche grazie al passaggio del Tour, ne hanno riasfaltato molti tratti, ed è sempre un tracciato bellissimo, oltre che poco trafficato. 

Dopo un caffè a Quarto, passiamo San Piero in Bagno e Bagno di Romagna per salire il Passo dei Mandrioli, ovvero il "piccolo Stelvio di Romagna"... in discesa, verso Badia Prataglia, è quasi 'freschino'... bello!

Passiamo Bibbiena e seguiamo le indicazioni per San Martino in Tremoleto e poi per Quota, paesini sperduti nei boschi del Pratomagno. L'asfalto non sempre è perfetto, ma l'assoluta assenza di traffico rende molto rilassante guidare guardandosi anche attorno. Dopo aver passato il 'Ristorante Da Giocondo' (ispirava parecchio, così isolato in mezzo al bosco... peccato che non sia ancora ora di pranzo!) giungiamo al Tunnel del Pratomagno e a noi, che dobbiamo svoltare a destra per Vallombrosa, tocca affrontare lo sterrato pietroso (potrebbero anche tenerla un po' meglio, questa strada).



Tunnel del Pratomagno

La Multistrada non si fa problemi, ma a pieno carico e con le gomme ben gonfie, è necessario procedere con prudenza, anche se in discesa si viene sverniciati dalle MTB...

Valico di Croce vecchia

Torniamo finalmente su asfalto a Bagni di Cetica, dove c'è lo stabilimento termale purtroppo chiuso da alcuni anni, e a Cetica seguiamo le indicazioni per Montemignaio e poi per il valico di Croce Vecchia. Da qui raggiungere Saltino ed il fresco rigenerante di Vallombrosa è solo un attimo. Ci fermiamo per un panino allo Chalet Della Vecchia Cantinetta. Il locale è molto spartano: vai al bancone, paghi e ti porti panino, acqua e vino al tavolo sotto gli alberi. Però il panino è ok, ed il vino pure, così i cantucci presi come dolce di fine pasto.

Lo Chalet della vecchia cantinetta

E' dura ripartire sapendo di abbandonare questo freschino... quando ci decidiamo puntiamo al Passo della Consuma, ci fermiamo a Scarpaccia per un caffè, guidiamo sulle mie curve preferite, cioè lo splendido tracciato che da Stia sale al Passo della Calla e poi ci fermiamo a salutare Cristian e Nada all'Alpen Bar di Campigna... prima di rientrare nel caldo umido della pianura romagnola...



...fossero tutti così, i giri in moto, tra settimana e senza traffico 😍

Lo so, a Misano da oggi c'è il WDW 2024, ma io preferisco la tranquillità ed il fresco.

martedì 23 luglio 2024

Quasi 300 chilometri di anello appenninico 'classico'

Il 23 luglio è la festa del patrono di Ravenna, ed anche noi anticlericali atei approfittiamo di questa giornata festiva per goderci un giro tra settimana, con strade ed attività economiche senza folla e caos.

Partiamo da Ravenna abbastanza presto, per anticipare il caldo che poi arriverà. Il Valico dei Tre Faggi è stato riasfaltato (dopo trent'anni di oblìo) in occasione del Tour de France, ed è fantastico. Scendiamo fio a Dicomano e poi a Contea svoltiamo a sinistra in direzione Londa, per goderci un altro splendido Passo appenninico, il Valico di Croce ai Mori. Giunti a Stia, seguendo le indicazioni Forlì eccoci ad affrontare il mio tracciato preferito: la salita che porta in cima al Passo della Calla, e che deve essere stato ideato e disegnato da un motociclista inside :-)

Scendendo pochi chilometri dal Passo, eccoci a Campigna, dove ci fermiamo per una sosta-pranzo rinfrescante all'Alpen Bar.

E' difficile ripartire e lasciare il fresco di Campigna, ma la voglia di guidare non è ancora svanita.

A Santa Sofia svoltiamo a destra in direzione San Piero in Bagno: anche il Passo del Carnaio ha visto passare il Tour, il mese scorso, ed è 'tirato a lucido', anche per le nostre due ruote, così come il tratto della 'vecchia' Tiberina fino a Mercato Saraceno, da dove poi si sale in cima al Barbotto.

Da lì, dopo una sosta ad ammirare il panorama su San Leo e San Marino, si scende a Bivio Montegelli e poi si rientra nel caldo soffocante della pianura romagnola.

E' un giretto classico di 290 chilometri, gustoso e rilassante, che fatto tra tra settimana, con poco traffico, si trasforma in una vera meraviglia. Beati i pensionati, che non devono approfittare di feste patronali o spendere giorni di ferie!

Tre Faggi

Croce ai Mori

Passo della Calla

Passo del Carnaio

L'Alpen Bar di Campigna

L'Alpen Bar di Campigna... slurp!
Breve sosta-rinfrescante a Quarto, sulla vecchia Tiberina

Primi 5.000 km della miniMulti V2S

Barbotto

Barbotto

Scendendo verso Bivio Montegelli

Un bell'anello, classico e divertente




lunedì 8 luglio 2024

Tre giorni sulle Alpi con la V2S

L'estate 2024 è strana. Il famoso Anticiclone delle Azzorre non riesce ad insediarsi e regolarmente il nostro Paese e l'intera Europa registrano passaggi perturbati o incursioni della sabbia africana, con scompensi meteo che portano bombe d'acqua, grandine, trombe d'aria. Avevamo in mente un giretto un po' più lungo, ma alla fine, 3B Meteo alla mano, decidiamo di partire giovedì 4 luglio e rientrare a Ravenna la sera di sabato 6, per evitare traffico e perturbazione della domenica.

Sui Monti Lessini

Partiamo di buon mattino per evitare le autostrade... ormai per arrivare ad imboccare la Transpolesana non dobbiamo neppure metter mano al GPS. A Verona invece il navigatore ci fa comodo e dopo pochi chilometri di noiosa tangenziale, eccoci a salire verso i Monti Lessini. Il verde dei pascoli inizia a far riposare gli occhi. In men che non si dica siamo già al Passo Fittanze, per poi scendere fino ad Avio.

Sui Monti Lessini
Attraversiamo l'Adige e dopo Mori troviamo la strada che sale al Passo di Santa Barbara. Passiamo Dro e, prima di raggiungere il Lago di Toblino, a Sarche cominciamo a salire i divertenti tornanti della Statale 237... fino al 3° tornante, perchè è ora di mettere qualcosa sotto i denti, e lì c'è lo storico Bar Miravalle. Il menu "salato" è molto limitato, ma la cortesia e soprattutto la vista sul Limarò, le falesie circostanti e sul Lago di Toblino, meritano la sosta.

La vista dal Bar Miravalle

Ripartiamo in direzione Lago di Molveno, Andalo, Cles, e da lì ci infiliamo in mezzo ai boschi che dal Passo Castrin ci conducono fino alla verdissima Val d'Ultimo.

Il Lago di Santa Giustina, nei pressi di Cles

Scendiamo a Lana, troviamo un po' di traffico nell'attraversare Merano, ma la verde Val Passiria ci attende.

Ci fermiamo per bere qualcosa di fresco a San Leonardo in Passiria, diamo un'occhiata tramite Google Maps e le relative recensioni, a qualche albergo in paese, e decidiamo di telefonare alla Pension Alpenhof.
Ottima scelta! Gentilezza e cortesia assolute, anche già dal primo contatto telefonico, e poi nell'accoglierci in albergo. Ma anche una stanza ed un terrazzo pulitissimi, con una vista meravigliosa (e sul terrazzo sdrai, tavolino ed ombrellone), ad un prezzo davvero onesto.
Dopo una doccia rigenerante, usciamo per passeggiare un po' per il paese: tutti quei chilometri in moto necessitano di un po' di movimento. E per cena troviamo il Ristorante Pizzeria Brückenwirt... costolette (spareribs) e vino ottimi, servizio molto cortese, splendida la posizione sul fiume. Buonanotte 😁


Venerdì 5 luglio
è una giornata davvero splendida. Dopo una colazione davvero gustosa e completa, paghiamo il nostro gentilissimo ospite e partiamo. Andando al ristorante, ieri sera abbiamo notato una stradina secondaria che porta a Plata e poi a Moso. Così evitiamo la strada principale (percorsa parecchie volte) e andiamo alla scoperta di quella che la nostra compianta Frau Gertrude avrebbe definito 'sehr schöne kleine Straße'. E in effetti la strada è stretta, a volte ripida e tortuosa, ma regala un passaggio in mezzo a pascoli e masi... questo Alto Adige (o Sud Tirol che dir si voglia) è davvero bello!
Raggiunta Moso si riprende la strada principale e si sale verso il Passo del Rombo. Qui non c'è molto da dire: è una delle strade più belle delle Alpi, soprattutto per un panorama mozzafiato.
Salendo verso il Passo del Rombo

Al rifugio, in cima, c'è un pullman che ha appena scaricato un gruppo di turisti giapponesi, ed io naturalmente ci parcheggio la Multistrada sui piedi 😛
Dopo un caffè, non buonissimo ma carissimo, scendiamo fino al casello dove si paga il pedaggio dell'Alpenstrasse... noi paghiamo, ma parcheggiamo subito, perchè vogliamo vedere il Museo dedicato al motociclismo più alto del mondo.


Lo avevamo già visitato, ma ora questo è tutto nuovo, perchè nel gennaio 2021 l'avveniristica struttura in legno e vetro era andata completamente distrutta, insieme alle oltre 200 moto ospitate.
Nell'arco di 12 mesi il museo è stato ricostruito, ed oggi ha un numero ancora maggiore di modelli e rarità di estremo interesse.
E' vero, 15 euro di biglietto non sono pochi, ma se sei un appassionato delle due ruote, sono una cifra ben spesa.
Dopo un paio d'ore ripartiamo. L'idea è quella di raggiungere Wenns passando per le stradine secondarie in quota e poi scavalcare il bellissimo PillerHohe.
Fino a Wenns ci arriviamo, ma poi una volta a Piller, scopriamo che il passo è chiuso per lavori alla strada.
Oltretutto troviamo un altra strada chiusa, e siamo costretti a tornare indietro fin quasi ad Imst e poi a prendere il lungo tunnel della Reschen-Bundesstrasse che parte nei pressi di Landeck (oltretutto noi, non avendo al vignetta, non ho neppure capito se fossimo autorizzati a farlo a causa dei lavori... vedremo se ci arriverà una multa oppure no...).
In qualche modo abbiamo comunque ritrovato la strada per l'Italia. Passiamo Resia, poi una breve fermata per la foto di rito al campanile nel lago di Curon Venosta (ma ormai è troppo famoso, c'è troppa folla per i nostri gusti).
Scendiamo a Malles Venosta e da lì ci portiamo in Svizzera a Tubre, poi poi salire al bellissimo Umbrail Pass da Santa Maria in Val Mustair.


Una deviazione per lo Stelvio, paparazzati dal 'solito' fotografo di FotoStelvio (io non resisto mai, ed anche quest'anno mi è costato 10 euro... sempre meno che un autovelox, comunque) e poi la planata a Bormio e a Santa Caterina Valfurva, dove troviamo una splendida accoglienza, nonostante la poca gente in paese, a causa delle previsioni meteo per il week end che sta per cominciare.
L'Abete Blu è un albergo tranquillo e senza pretenziosità, ma con una gestione familiare che merita sempre fiducia. Non solo per la cortesia e la pulizia, ma anche perchè, avendo un pascolo ed una ventina di mucche proprio dietro all'albergo, il burro e lo Scimudìn sono assolutamente prodotti in proprio e buonissimi. Anche il menù, semplice ma tradizionale, della cena, così come le proposte della colazione, sono semplici, genuine... in definitiva proprio ciò che si dovrebbe cercare - e trovare - in montagna. Ah, consiglio per chi ci si fermerà: dopo cena sentite la Taneda. E' semplicemente spettacolare!!!
C'è anche il garage per la moto. Il centro di Santa Caterina è distante qualche centinaio di metri, ma c'è il marciapiede protetto da guard rail, quindi nessun problema. I prezzi sono onesti.

Sabato 6 luglio. Come da previsioni del sole non c'è più traccia. Anzi: sullo Zebrù e salendo verso il Passo Gavia, le nuvole sono scure, minacciose e scaricano già qualche goccia. Purtroppo questo impedisce di godersi lo splendido panorama, ma tant'è... è già buono che non dobbiamo metterci l'antipioggia.


Il resto ce lo siamo messo tutto, però: in cima al passo ci sono 10 gradi, e noi non abbiamo il fisico del tizio che vediamo immerso nell'acqua del Lago Bianco ancora semi ghiacciato!!!
Scendiamo in mezzo alle nuvole... dentro le nuvole. Claudia dice che è quasi meglio, perchè gli strapiombi non si vedono. Io preferisco vedere bene e prima che mi arriva incontro, visto quanto è "larga" la strada in certi punti...
Dopo la bellezza del Gavia, il Tonale, con i suoi negozi e palazzoni, non ci fa certo una bella figura. Passiamo velocemente la Val di Sole cercando di essere più veloci delle nubi, a Commezzadura svoltiamo per Costa Rotian e poi ci godiamo il verde del Campo Carlo Magno.
Tra Madonna di Campiglio, Pinzolo e Tione di Trento la strada è trafficata e noiosa, ma dopo che abbiamo svoltato in direzione del Lago d'Idro, c'è molto meno affollamento.
Noi in ogni caso arriviamo solo fino a Lardaro, perchè poi imbocchiamo la Val Daone (che poi più avanti prenderà il nome di Val di Fumo). Sono 25 chilometri di wilderness, perchè a parte un paio di paesi (Praso, Daone) subito all'imbocco, poi si trova solo qualche ristorante, un paio di alberghi e tante rocce, molti laghi, dighe, boschi...


In fondo alla Val di Fumo, sulla Diga di Malga Bissina, un piccolo chiosco che rifocilla camminatori e motociclisti con taglierini, panini, una birra o un quartino di rosso...
Il rientro ci permette di goderci un altro po' i bellissimi e selvaggi panorami della Val di Fumo, poi, dopo il Lago d'Idro, la noia ed il caldo della pianura e dell'autostrada fino a Ravenna.

P.S.: la Multistrada V2S, made in Borgo Panigale, sulle Alpi si è dimostrata anche a pieno carico facile, divertente, confortevole e sicura 👍

Le mappe dell'itinerario:



Qualche foto in più in questo ALBUM su Facebook.